L'allarme

Palese rassicura: «In Puglia, listeria sotto controllo ma troppe irregolarità sui cibi»

Massimiliano Scagliarini

Intanto migliora la partoriente foggiana, primo caso di infezione accertato. Con la trasmissione al feto si rischia un’encefalite batterica

BARI - La situazione della donna ricoverata al «Riuniti» per listeriosi è in costante e continuo miglioramento, ma c’è preoccupazione per il feto. E stamattina dovrebbero arrivare le analisi di conferma sul secondo caso, un cinquantenne foggiano. La situazione rispetto al batterio che prolifera in alcuni cibi (specie insaccati e precotti) è sotto controllo, e in Puglia non si può parlare di emergenza, anche se - come dice l’assessore alla Salute, Rocco Palese - « la nostra è la regione in cui si registrano più infrazioni rispetto alla cattiva conservazione ma anche alla contraffazione delle etichette».

La listeriosi è causata da un batterio ed è generalmente dovuta all’ingestione di cibi contaminati. Nella sua forma sistemica può portare a meningiti, encefaliti e gravi setticemie con un alto rischio di morte. L’epidemia esiste a livello nazionale, ed è emersa per l’enorme aumento dei casi che di norma non superano i 10-15 l’anno. Ma capire l’origine del focolaio è difficilissimo, perché - come ha spiegato ieri alla «Gazzetta» la professoressa Maria Chironna del Policlinico di Bari - il batterio ha un tempo di incubazione lunghissimo, dai 21 ai 70 giorni. Impossibile ricostruire quello che è accaduto due mesi prima.

«Dal punto di vista della prevenzione - spiega Palese -, il Dipartimento ha emanato più volte atti formali per richiamare alla massima attenzione. Non solo quando si verifica un caso, come a Foggia, ma per amplificare quanto più possibile il messaggio rispetto ai cibi più a rischio». Nell’elenco dell’Istituto superiore di sanità ci sono il pesce affumicato, alcuni prodotti a base di carne (paté, hot dog, carni fredde), i formaggi a pasta molle, erborinati o poco stagionati, vegetali preconfezionati e il latte non pastorizzato.

I controlli a livello nazionale sono partiti da mesi, e hanno portato a ritirare dal mercato numerosi prodotti (wurstel di vari marchi e tramezzini pre-confezionati) nelle catene della grande distribuzione. «Purtroppo - è il commento di Palese - nonostante le azioni mirate dei Nas e dei Servizi di prevenzione delle Asl, partiti già in estate, in Puglia le infrazioni non mancano. Sono stati trovati cibi surgelati provenienti da Paesi asiatici, cibi precotti senza indicazioni di tracciabilità, con etichette contraffatte per nascondere la data di scadenza. I wurstel sono indubbiamente il cibo più a rischio, ma esiste un problema generale legato ai nuovi stili di vita. Ormai si mangia sempre più spesso fuori casa, o ci si affida ai precotti. Bisogna sensibilizzare i cittadini a stare molto attenti alle scadenze e alle etichette di origine, per non dire di quello che può accadere nei centri di produzione».

Il caso della partoriente di Foggia potrebbe essere dovuto proprio ai wurstel, che non a caso sono stati oggetto di controlli mirati dei Nas a inizio novembre nelle catene di distribuzione. La donna è uscita dall’Intensiva sabato pomeriggio. La trasmissione dell’infezione al feto è considerata certa. I medici hanno preso tutte le precauzioni del caso somministrando l’opportuna terapia antibiotica, ma il rischio è che si sviluppi una pericolosa encefalite batterica. Venerdì la Regione ha scritto alla Asl per chiedere più dettagli sui consumi alimentari della paziente, «anche al fine di avviare le indagini ispettive ed eventualmente analitiche sugli operatori e sugli alimenti». Sul caso sospetto del 55enne foggiano, anche lui finito in Rianimazione (ma non al «Riuniti» come abbiamo scritto ieri), a far temere per la listeriosi ci sono anche i sintomi di alcuni familiari, sintomi compatibili con una gastroenterite.

Privacy Policy Cookie Policy