Nel Salento
Gallipoli, «Costi insostenibili», chiude la catena alberghiera Caroli hotels
A rischio circa 280 dipendenti, impiegati anche in due strutture a Santa Maria di Leuca. Lo sfogo del direttore Caputo: «Margini di profitto erosi dalle bollette»
GALLIPOLI - Chiude Caroli Hotels, la storica catena alberghiera che nel Salento conta cinque strutture. Il direttore generale Attilio Caputo ha comunicato alla Prefettura di Lecce che sarà interrotta l’erogazione di servizi alberghieri e di ristorazione ai nuovi clienti. E la conseguenza è che da ieri gli hotel non accettano più prenotazioni ma si limitano solo ad accogliere i turisti che l'avevano già perfezionata in passato.
«Pur rammaricati del disservizio che creeremo ad ospiti, partner e fornitori - spiega Caputo - gli spropositati ed insostenibili costi, che hanno eroso totalmente i margini di profitto, rendono impossibile garantire il prosieguo dell’attività pur ricorrendo alle opportunità offerte dal sistema creditizio ed all’implementazione di impianti fotovoltaici, la cui installazione non è stata ancora autorizzata».
Pare che la goccia che ha fatto traboccare il vaso sia stata una bolletta da mezzo milione di euro, arrivata ad agosto. Una mazzata che ha dichiarato la resa di tutte le strutture, operative dal 1966. Nel Salento la catena possiede a Gallipoli il Joli park hotel, il Bellavista club e l'ecoresort Le Sirenè. A Santa Maria di Leuca, invece, l'hotel Terminal e Villa La Meridiana. Tutte e cinque danno lavoro a circa 280 dipendenti, che a questo punto sembrano destinati alla perdita del lavoro se non dovessero esserci ripensamenti.
«Nel ringraziare ulteriormente i nostri collaboratori, che saranno, ahimè, i primi ad essere penalizzati - conferma infatti Caputo - ci auguriamo che un ritorno alla normalità possa far ricreare le condizioni per una riapertura».
E che il caro bollette stia rendendo la vita difficile a tutti gli operatori del settore lo sostiene anche Giancarlo De Venuto, presidente della sezione di Lecce di AssoHotel, il quale condivide le preoccupazioni dei colleghi albergatori. «Invoco politiche incisive, non metodi palliativi - dice - per evitare che altre imprese alberghiere gettino la spugna. Bisogna reagire immediatamente, calmierare i prezzi in maniera sensibile, per evitare il rischio di avere i turisti ma non le imprese dove accoglierli».
LA POSIZIONE DELLA CGIL
Barbara Neglia, segretaria generale di Filcams Cgil Puglia, sostiene che «ancora una volta problemi di carattere gestionale ricadono sui lavoratori e sulle lavoratrici che hanno garantito il successo della stagione estiva con disponibilità, professionalità e flessibilità». L’auspicio è che «ci sia un intervento delle istituzioni di sostegno alle imprese, ispirato dal confronto con parti sociali e associazioni datoriali, e che l'azienda possa ripensare a una scelta che metterebbe in forte difficoltà economica trecento famiglie, depaupererebbe l’offerta di un territorio a forte vocazione turistica e creerebbe un pericoloso precedente per gli altri operatori presenti in Salento». Mirko Moscaggiuri, segretario di Filcams Cgil Lecce, sottolinea che «molte aziende turistiche del territorio, piccole, medie e grandi esprimono preoccupazione sulla tenuta dei conti a fronte delle crescenti spese energetiche e paventano un conseguente rischio di perdita di occupazione». Moscaggiuri teme che si «inneschi una bomba sociale, data da licenziamenti diffusi, soprattutto in vista di un periodo autunnale-invernale, che si preannuncia critico dal punto di vista energetico ed economico».