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Stellantis, la Basilicata trema: migliaia di lavoratori in piazza
Pesa la transizione verso l’elettrico. Bardi incontrerà i vertici dell’azienda
POTENZA - Non c’è più tempo da perdere. Vito Bardi incontrerà quanto prima i vertici internazionali di Stellantis per chiedere conto delle scelte che stanno travolgendo lo stabilimento lucano. Al governatore della Basilicata arrivano le pressioni dell’incandescente mondo sindacale che incita ancora una volta alla mobilitazione: lunedì 5 settembre migliaia di persone si riverseranno dinanzi al palazzo della Regione a Potenza.
Ma cosa è successo di nuovo? Il subbuglio nell’automotive di Basilicata comincia lo scorso anno con l’annuncio dell’avvio della produzione di quattro nuovi modelli elettrici. E la trasformazione elettrica inevitabilmente taglierà posti di lavoro. L’indotto della piana di San Nicola di Melfi comincia a tremare quando un nuovo scenario si introduce nel quadro già fosco: la guerra tra Russia e Ucraina, che - oltre al resto - si traduce nella progressiva carenza sul mercato di chip necessari per l’assemblamento dei modelli Stellantis sulla piattaforma di Melfi. Ma ora la situazione peggiora: il 29 agosto la fabbrica lucana riapre i battenti, dopo la fisiologica pausa di ferie, ma li richiude immediatamente per lavori in corso sulla linea di produzione che presto sfornerà l’elettrico. È nell’area lastratura, in particolare, che si registrano problemi, tanto da spingere l’azienda a fermare la produzione fino all’8 settembre. Produzione ferma, stipendi in picchiata, tensione alle stelle. Ed ecco la mobilitazione di lunedì e le preoccupazione del governatore Bardi.
«La ripartenza produttiva dello stabilimento di Melfi è rimandata a dopo l’8 settembre e senza certezze su cosa succederà dopo. Questa volta non è un problema di mancanza di componenti ma la mancanza di organizzazione da parte della direzione aziendale sui lavori di aggiornamento del reparto lastratura che dovevano essere completati prima della ripresa», commenta la Fiom Cgil che con tutte le altre sigle (Filt Cgil, Fim e Fit Cisl, Uilm e Uil, Confsal, Fismic, Ugl e Uglm) ha convocato gli attivi unitari lunedì 5 sul piazzale della Regione Basilicata. La richiesta di istituire il tavolo sull’automotive e di dar vita al coordinamento dei presidenti delle Regioni coinvolte dalla crisi del settore (Puglia, Campania, Molise e Abruzzo) sono secondo le organizzazioni sindacali, l’unica strada per «scongiurare il prosieguo della strategia industriale di Stellantis e per acquisire da Stellantis l’impegno per nuovi investimenti e per nuove opportunità, al fine della ricollocazione complessiva dei lavoratori in esubero e della totale garanzia dei livelli occupazionali attraverso le commesse e la piena capacità produttiva». Questo chiede il sindacato. Certezze e futuro. Risposte chiare. E soprattutto, responsabilità. «Ognuno, a partire da Stellantis, deve sentirsi non solo coinvolto ma responsabilizzato al fine della tenuta sociale ed occupazionale di tutta l’area industriale di San Nicola di Melfi».
Come già detto in altre occasioni, il tracollo del polo dell’automobile nel nord della Basilicata, con oltre 10mila lavoratori interessati, avrebbe ripercussioni economiche e sociali sull’intera comunità lucana. Una crisi effetto domino, potremmo chiamarla. L’appello dei sindacati: «È necessario in questo momento non lasciare indietro nessuno, garantendo ai lavoratori ogni utile strumento per governare il presente, il futuro e dunque la transizione in un momento di grande difficoltà per le famiglie lucane (e non solo) e per i lavoratori».