LECCE - «Il coinvolgimento si fonda su un equivoco normativo che riteniamo potrà essere chiarito già dalla prima occasione utile». E’ quanto affermano gli avvocati Mauro Finocchito e Gianluca D’Oria, difensori del sindaco di Otranto (Lecce) Pierpaolo Cariddi, indagato nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria su presunti illeciti riguardanti il settore della sanità regionale e locale che ieri in Puglia ha portato all’arresto di cinque persone, tra cui l’ex senatore ed assessore regionale Salvatore Ruggeri. Tra le persone destinatarie dei provvedimenti anche l’attuale primo cittadino di Otranto, cui è stata applicata la misura del divieto di dimora nel proprio comune di residenza. Al sindaco Cariddi viene contestata una ipotesi di falso ideologico in atto pubblico.
«Nel ribadire la oggettiva estraneità ai fatti illeciti presunti e contestati al nostro assistito - affermano i legali - confidiamo che lo stesso potrà chiarire in tempi brevi la propria posizione e dimostrare l’infondatezza delle accuse che gli vengono mosse». «Da una prima lettura degli atti di causa sembrerebbe, infatti, emergere con chiarezza che il coinvolgimento del nostro assistito si fondi - concludono - su un equivoco normativo che riteniamo potrà essere chiarito già dalla prima occasione utile».
Il prefetto di Lecce, Maria Rosa Trio, in osservanza a quanto previsto dalla legge Severino, ha disposto la sospensione del sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi, indagato nell’inchiesta su presunti episodi di corruzione nel settore della sanità regionale, che ieri in Puglia ha portato all’arresto di cinque persone, tra cui l’ex senatore ed assessore regionale Salvatore Ruggeri. Cariddi era stato sottoposto al divieto di dimora.
Per la stessa ragione sono stati sospesi dalla carica di consiglieri comunali anche Antonio Renna, 67 anni, consigliere ad Alliste (Lecce) e commissario straordinario dei Consorzi di Bonifica Ugento Li Foggi e Arneo; e Massimiliano Romano, 52 anni, consigliere comunale a Matino (Lecce).
Per il sindaco di Scorrano, Mario Pendinelli, anch’egli indagato, non è stato disposto alcun provvedimento perché la legge Severino non viene applicata in relazione alla misura dell’obbligo di dimora al quale Pendinelli è stato sottoposto.
Fitto: «Il silenzio di Emiliano è imbarazzante»
«E' imbarazzante il silenzio di Emiliano» sull'inchiesta della Procura di Lecce sulle presunte corruzioni nei concorsi in sanità. E’ quanto dichiara Raffaele Fitto, eurodeputato di Fratelli d’Italia. «L'essere garantista - aggiunge - è per me uno stile di vita, prima ancora che un principio. Quindi ritengo sacrosanto che il giudizio sulle eventuali responsabilità penali dei singoli venga espresso solo quando si completeranno i tre gradi di giudizio previsti dal nostro ordinamento. Però alcune domande sono obbligatorie soprattutto per quanto riguarda le responsabilità politiche. Emiliano non ha nulla da dire? Qualcuno ha letto o sentito qualche sua dichiarazione su quanto sta accadendo? La verità è che siamo in presenza di un sistema di potere che si è non solo consolidato, ma sta degenerando nella forma più pericolosa. Così pericolosa che mette in discussione le regole democratiche nella nostra regione, perché è imperniato su un mercimonio di nomine, incarichi, gare e, quel che è peggio, posti di lavoro per parenti e amici». «E' valso - conclude - alle ultime Regionali, così come ci raccontano le cronache, ma è proseguito in ogni elezione comunale. Un sistema che ha un unico responsabile politico e morale: Michele Emiliano».
D'Attis: «Emiliano chieda scusa»
«Fermo restando che siamo sempre garantisti, dalle inchieste che scuotono la Puglia in questi giorni emerge la conferma di un dato inconfutabile: è difficile per il centrodestra vincere le elezioni perché il 'sistema Emilianò si nutre dell’operato di personaggi che forniscono il consenso elettorale al presidente». E’ il commento del commissario pugliese di Forza Italia, Mauro D’Attis, all’indomani dell’inchiesta della Procura di Lecce sulle presunte corruzioni nei concorsi in sanità. «Si tratta - sostiene D’Attis - di un sistema pervasivo, che va oltre ad ogni questione ideologica e politica. Moltissimi uomini del presidente sono ad oggi o indagati o sono stati arrestati o sono sotto processo. Ed Emiliano non può pensare di risolvere sostituendoli man mano che la magistratura passa al setaccio gli uffici, perché li ha scelti lui e ha, quindi, una precisa responsabilità politica. In Puglia, è chiaro, c'è una grande questione etica ed il presidente Emiliano dovrebbe chiedere scusa ai cittadini per aver consegnato l’ennesima pagina discutibile, colma di ombre nella gestione della cosa pubblica». «Noi vogliamo una Puglia libera dalle catene del clientelismo, libera dal «sistema Emiliano» che stritola il confronto libero. Nella nostra regione è scoppiata una questione etica e c'è un intero circolo di potere che si sta disgregando». Lo dichiarano il commissario regionale di Forza Italia, Mauro D’Attis, e il vice commissario, Dario Damiani, commentando l’inchiesta sulle presunte corruzioni in sanità. «Lo stesso - aggiungono - che impedisce lo svolgimento di elezioni libere dalla maglia clientelare e che sbarra la strada alle altre forze: non c'è partita ad armi pari e vincere è quasi impossibile. Questa è la verità e noi la denunciamo da tempo. Certo, non ci discostiamo dal garantismo che fa parte della nostra cultura, ma le responsabilità politiche ci sono e sono tutte ascrivibili al presidente Emiliano: è lui che ha scelto chi nominare, è lui che ha scelto chi è finito poi nei guai giudiziari».
Stefàno: «Esiste questione morale»
«I fatti giudiziari che hanno interessato la Puglia nelle ultime ore inducono a una riflessione doverosa sull'eventuale presenza di anomalie e malcostumi che, se confermati, sarebbero un evidente segnale di regressione e fallimento» lo afferma il senatore Dario Stefàno, Presidente della Commissione Politiche dell’Unione europea a Palazzo Madama. «Sono e rimango saldamente garantista - prosegue - per cui attendo che la magistratura e le autorità competenti operino con chiarezza nel quadro ricostruito, auspicando il prima possibile, rilevando le eventuali responsabilità, se ce ne saranno, in maniera definitiva». «Credo anche, però, che non si possa continuare a non voler vedere l’elefante nella stanza - continua il senatore salentino - perché in Puglia c'è una questione morale che necessita di essere seriamente affrontata, rifuggendo alla tentazione di mettere la testa sotto la sabbia o di far finta che tutto va bene facendo leva magari su quanto di buono riguarda e interessa la Puglia, che spesse volte è sincera espressione e straordinario risultato di operatori e imprenditori pugliesi coraggiosi e vincenti». «Non è un mistero - evidenza Stefàno - che diversi assessorati regionali e molti organismi collegati ad essi sono intaccati da vicende opache sulle quali la magistratura sta lavorando. Così come ci sono tanti Comuni della Puglia su cui vengono operati commissariamenti per ragioni di contiguità o connivenza con il sistema criminale. Di fronte a tutto questo, spero che la politica senta finalmente il dovere e trovi il tempo di affrontare una riflessione critica e severa e che voglia farlo con trasparenza prima che sia troppo tardi».
Gemmato (Fratelli d'Italia): «Emiliano si dimetta»
«Continua a imbarazzare la Puglia e l'Italia intera la corte del magistrato Michele Emiliano: agli onori della cronaca balzano ogni giorno arresti per corruzione, mazzette, voto di scambio. Nel silenzio, invece, il governatore della Puglia. Chissà se per l’imbarazzo o per l’assoluta certezza che lui tutto può. La strategia del 'cado dal però, finora, l’ha aiutato a restare al suo posto impunito: eppure una responsabilità, quantomeno morale, il presidente ce l’ha e deve offrirla sul tavolo dei pugliesi perbene, condannati a quella vergogna quotidiana che non rende giustizia ad una regione che potrebbe vivere di ricchezze territoriali e dignità del marchio». Lo ha scritto, in una nota, l’on. Marcello Gemmato, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia.
«E' forse giunta l’ora - ha aggiunto il deputato - di chiudere questo capitolo e di rassegnare le dimissioni, considerando che la sua attività di governo - come dimostrano le telecamere che registrano le sedute dei Consigli regionali - è poco settata sui lavori d’Aula e sulla politica e più proiettata alla gestione e all’arricchimento della rete di potere utile solo alla perenne campagna elettorale personale».
Secondo il dirigente di Fdi, «la scelta di ciascuno» degli "uomini» di Emiliano «si rivela fallimentare: la gestione della regione è nelle mani di presunti corrotti e dalla condotta morale deprecabile. Una sequela di azioni contra legem che Emiliano sminuisce o alleggerisce nelle sue dichiarazioni, e che consegna così un’idea di impunità tale che ogni giorno indagano o arrestano uno dei suoi. Un magistrato - ha proseguito Gemmato - dovrebbe dare l’esempio, attorniarsi di gente che vive nella legalità, garantire un governo limpido e specchiato, non invece sguazzare nelle inchieste e negli arresti. Tenuto anche conto che, se la stessa condotta l’avesse avuta un presidente di centrodestra, a quest’ora l’avremmo visto lapidato in pubblica piazza. Emiliano sa vincere le elezioni? Col suo metodo - ha concluso - saprebbero vincerle tutti».
Bellomo (Lega): bisogna azzerare tutto
«La questione morale ormai pervade l'amministrazione regionale di Michele Emiliano. Gli scandali sono diventati un tema continuamente all’ordine del giorno che mette a dura prova anche il nostro granitico garantismo. Di fronte a tante scelte sbagliate, a nomine che si sono rivelate quanto meno discutibili e inadeguate, al di là degli aspetti penali che saranno accertati dalla magistratura, l’unica cosa da fare è azzerare tutto": lo dichiarano Davide Bellomo, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Puglia, e i consiglieri Giacomo Conserva, Gianfranco De Blasi e Joseph Splendido. «Far finta di non vedere significa distruggere l’immagine, la credibilità e l’affidabilità della Puglia. Ora la migliore parte del centrodestra torni a lottare unita per restituire alla Puglia un Governo regionale di qualità e capacità», concludono.