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Election Day, in palio i collegi 2023. A Taranto fuga dai seggi: metà dei presidenti ha rinunciato

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Election Day, si vota anche in Puglia e Basilicata: in palio i collegi 2023. Dalle comunali tutti proiettati verso le politiche

Il civismo regionale punta ad ottenere un risultato rilevante da spendere sul tavolo di un possibile soggetto politico centrista

Domenica 12 Giugno 2022, 08:45

21:05

L'AFFLUENZA - E’ del 42,94% l’affluenza alle 19 alle urne nei 50 Comuni pugliesi chiamati al rinnovo dei consigli Comunali, secondo i dati diffusi dal ministero dell’Interno. Nelle precedenti amministrative alla stessa ora era stata del 44,08%.
Gli unici due capoluoghi di provincia al voto sono Taranto e Barletta. A Taranto l’affluenza è stata del 34,63% (nelle elezioni precedenti alla stessa ora era stata del 38,27%). A Barletta è del 43,28% (era stata del 43,21%). Questa l’affluenza media nelle sei province pugliesi: Bari (dove si vota in 11 Comuni): 44,40% (alle precedenti elezioni era stata alla stessa ora del 46,04%); Bat ( 3 Comuni): 42,13% ( 42,27%); Brindisi (un Comune): 40,43% (46,94%); Foggia (12 Comuni): 45,72 % (44,96%); Lecce (16 Comuni) : 47,56% (45,71%); Taranto (7 Comuni): 39,21% (41,95%)

L’affluenza alle ore 19 per i referendum sulla giustizia sale al 12,40%, quando sono arrivati i dati di oltre 5.037 su 7.903 comuni (quesito 1). Lo si rileva dal sito del ministero dell’Interno. Si vota soltanto oggi fino alle 23.  E’ del 14,65% l’affluenza alle urne alle 19 per i referendum nei 257 comuni pugliesi, secondo i dati pubblicati dal ministero dell’Interno.
La provincia in cui si è votato di più è quella di Taranto, con il 23,09% dell’affluenza. Questi i dati nelle altre province: Bari: 15,84% ; Bat: 19,50%; Brindisi: 6,76%; Foggia: 8,31%; Lecce : 12,97%;

Il dato definitivo dell’affluenza alle ore 12 per il voto alle elezioni comunali, per i 818 comuni italiani gestiti dal Viminale, è pari al 17,64%. Alle precedenti omologhe era stato del 19,37%. Si voterà fino a stasera alle 23. Dai dati forniti dal Ministero dell'Interno, a mezzogiorno, per le «amministrative» si evince che la Puglia è la seconda regione con più elettori, pari al 18.95%, solo dietro la Sardegna con il 19.46%. La Basilicata, invece, è tredicesima regione col 16.47% dei cittadini recatisi alle urne per eleggere il nuovo sindaco della loro città. 

Alle ore 12, invece, l’affluenza per i referendum è poco sopra il'5%, quando sono arrivati i dati di oltre 2.200 mila comuni su 7.903 per i quesiti 3 e 5. Lo si rileva dal sito del ministero dell’Interno. Si vota soltanto oggi fino alle 23. In particolare, per il referendum 1 (Incandidabilità dopo condanna) l’affluenza è del 5,35% (2.734 su 7.903 comuni). Per il quesito 2 (Limitazione misure cautelari) è del 5,28% (2.599 comuni su 7.903). Quesito 3 (Separazione funzioni dei magistrati) è del 5,26% (2.598 su 7.903 comuni). Quesito 4 (Membri laici consigli giudiziari) è del 5,23% (2.589 su 7.903). Quesito 5 (Elezioni componenti togati Csm) è del 5.27% (2.565 su 7.903).

In Italia c’è aria di grande ritorno proporzionale e per questo il voto delle amministrative, nonostante la legge elettorale sia calibrata sull’elezione diretta dei sindaci, è parte di una partita politica giocata sui risultati delle coalizioni e all’interno delle coalizioni sul raccolto scorporato dei partiti. Ecco il breviario per interpretare da martedì i risultati che consegneranno le urne.

Centrosinistra In Puglia si misurerà la forza autonoma del Pd in rapporto all’arcipelago proteiforme delle civiche. Il segretario regionale dem Marco Lacarra, con il congresso pugliese alle porte, ha in palio il rafforzamento della narrazione del Pd come «pilastro del campo largo». E di conseguenza i riflettori sono accesi sulle percentuali del partito a Taranto, Barletta, Galatina, Castellaneta e Santeramo. Gli alleati del M5S, invece, puntano a ottenere consensi monetizzatili nei tavoli nazionali, avendo portato molti leader nazionali (a partire dall’ex premier Conte) nelle città dove hanno giunte uscenti o dove corrono in autonomia. Se nel capoluogo ionico la partita è nel centrosinistra allargato, versione Letta, a Barletta e Santeramo si potrà misurare la forza dell’appeal 5S fuori dai poli. E in più la giornata sarà il primo test di rilievo della gestione Conte.

A sinistra poi c’è l’esperimento Barletta: qui i vendoliani hanno schierato Carmine Doronzo, personalità di estrazione identitaria e progressista contro il Pd, i 5S e il centrodestra. Riuscire a ottenere una performance di platino rilancerebbe il peso specifico della sinistra nel campo largo, e anche in chiave eventuale ballottaggio nella città della Disfida.

Il civismo C’è, inoltre, la corsa delle civiche, forti nella regione, che possono essere inquadrate in almeno quattro tipologie: la lista Con di Claudio Stefanazzi, Alessandro Delli Noci e Rocco De Franchi; i Popolari di Massimo Cassano; i mastelliani di Gianni Stea e le liste localiste (che vanno a destra o sinistra per accordi municipali). In particolare il risultato di Con verrà letto e interpretato in chiave politica, o meglio verso le politiche, dal momento che in quell’area tanti ambirebbero ad acquisire il pass per Montecitorio. Con, inoltre, a Bitonto corre con il centrodestra, mentre a Galatina converge su un candidato appoggiato anche dalla Lega e da Dimensione Futuro di Pippi Mellone. Gli ex sodali Cassano e Stea si contenderanno i cespugli centristi, al fine di potersi accreditare a Roma in vista di una eventuale nuova soggettività che aggreghi i tanti rivoli divisi del moderatismo. I Verdi? Puntano a segnare la propria presenza a Taranto, città su cui scommette il leader nazionale Angelo Bonelli.

Centrodestra A Taranto e Barletta la coalizione ha scommesso su profili eterodossi, ma di fatto queste amministrative potrebbero avere una declinazione modello primarie interne. Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia hanno come obbiettivo la conferma del primato ottenuto alle regionali grazie alla fusione con il mondo fittiano: la Fiamma è presente in 14 comuni su 18 oltre i 15mila abitanti, mentre i rivali sovranisti della Lega solo in due centri, Sava e Barletta (ma in tanti casi sono sotto insegne civiche). Il risultato del Carroccio sarà altrettanto monitorato per avere contezza della tenuta del progetto governista salviniano (qui le luci sono puntate su Castellana grotte, Galatina e Martina Franca). Forza Italia, forte dell’attivismo dei coordinatori regionali Mauro D’Attis e Dario Damiani e dell’impegno nel governo in ottica riformista del sottosegretario Francesco Paolo Sisto, ha l’obiettivo di confermare un forte radicamento meridionale e pugliese.

Si vota in conclusione per i municipi, ma le preferenze saranno parte dell’«algoritmo» delle politiche. L’algoritmo più rilevante, quello che potrebbe determinare (anche) la divisione dei collegi elettorali per Camera e Senato, ridotti all’osso dalla riforma taglia-poltrone approvata sull’onda populista cavalcata dai grillini.

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