L'approfondimento

Un giorno con i Cacciatori di Puglia

Alessandro Cucciolla

Con lo Squadrone dei Carabinieri ad Amendola (Foggia): blitz e sequestri. La lotta alla criminalità tra esercitazioni, addestramento, missioni e irruzioni

Siamo all’aeroporto militare di Amendola (Foggia), sede dello «Squadrone Cacciatori Puglia» dei Carabinieri: l’appuntamento è all’alba. Si prepara una giornata che si annuncia straordinaria, un’esperienza che facciamo grazie al Comando Generale dell'Arma che, tramite l'ufficio stampa - pubblica informazione, ci ha concesso le autorizzazioni.

Grande ospitalità del comandante dello squadrone, il capitano Antonio Trocino, con un passato nel reggimento «Tuscania» e all’attivo svariate missioni all’estero. La sensazione immediata è quella di far parte di un gruppo: vengo infatti inserito nel «team» sin dal briefing iniziale, momento fondamentale che serve agli uomini dello squadrone a ricevere indicazioni su come svilupperà la «missione» (seppur addestrativa), su finalità e obiettivi da raggiungere. L’attenzione alle parole del comandante è massima: il cap. Trocino distribuisce foto dell'immobile che sarà oggetto dell’intervento e dei volti del ricercati. Una speciale raccomandazione riguarda la possibile presenza di armi e droga.

Veniamo accompagnati in prossimità dell’obiettivo, situato in aperta campagna, in modo da non essere d'intralcio ma ci viene permesso di posizionarci in un punto che consente di seguire le fasi del blitz. Certo, è un’esercitazione, ma gli uomini non conoscono il luogo in cui dovranno agire, non sanno neppure se ci sono armi, se c’è nascosto stupefacente, in quale quantità, in uno o più nascondigli. C’è estrema concentrazione ma non tensione, si percepisce nel personale la massima fiducia nelle proprie capacità e nel lavoro di squadra.

Ad un segnale parte l'operazione: lo squadrone circonda l'immobile in modo da impedire possibili fughe dei ricercati. L’irruzione è fulminea, su più lati della struttura, vengono individuati tre uomini, di cui uno impersona un latitante, che vengono in pochi secondi immobilizzati e fatti sedere a terra per attendere ammanettati il termine dell'operazione.

La perquisizione è capillare, nessun anfratto dell'immobile viene trascurato, così come viene battuto palmo a palmo il terreno circostante nel quale, alla fine, vengono rinvenute confezioni contenenti del probabile stupefacente. La perquisizione consente di recuperare anche delle armi, nascoste in più punti, tra cui un Kalashnikov ed un fucile. E ancora, saltano fuori materiali utili al confezionamento delle dosi di droga e addirittura, in un bidone, un notevole quantitativo di esplosivo al plastico.

Poche ore e tutto finisce: l’esercitazione è perfettamente riuscita, come emerge dal confronto finale tra operativi, sottufficiali ed ufficiali, il bilancio è soddisfacente. Il percorso di rientro all’aeroporto di Amendola ci consente di tracciare un bilancio della giornata con il comandante Trocino al quale mostriamo il materiale fotografico prodotto. Mai nessun giornalista aveva finora seguito così da vicino un addestramento dei «Cacciatori di Puglia». Ma questa esperienza ci ha permesso di capire meglio quanta professionalità ci sia in questi uomini.

È dal 2018 che I «Cacciatori di Puglia» sono al servizio di questa regione: numerosi sono i successi conseguiti, ma tanto resta ancora da fare per riaffermare la completa sovranità dello Stato e restituire tranquillità ai pugliesi. Il lavoro e i risultati ottenuti da questi uomini sono certamente uno dei mezzi più significativi che lo Stato ha messo in piedi per riaffermare la sua presenza in Puglia.

I «Cacciatori di Puglia» s'insediano nel 2018 nella base dell'aeronautica di Jacotenente, nella foresta umbra. Modello organizzativo nato in Calabria, Sardegna e Sicilia per dare la caccia agli ‘ndranghetisti, contrastare i sequestri di persona e combattere la mafia, lo «Squadrone» dei Carabinieri è stato replicato in Puglia per decisione dell’allora ministro dell’Interno Minniti.

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