I dati Inail

In Puglia è strage sul lavoro: già 15 morti bianche nel 2022

Gianpaolo Balsamo

Nel 2021 le vittime sono state 96. Agricoltura e edilizia i settori più rischio. Infortuni in crescita triplicati nella provincia di Lecce e raddoppiati nel Tarantino

BARI - Nei cantieri come nei campi, nelle fabbriche come sulle strade. È dolore enorme che rimane addosso per chi si porta le ferite di un incidente sul lavoro. È tragedia straziante per chi non c’è più e per chi resta solo con il ricordo. Uno scenario di profonda gravità quello che i freddi numeri fotografano in Puglia in occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro.

Nel 2021 in Puglia sono state registrate 24.533 denunce di infortunio sul lavoro, in media 65 al giorno, 97 morti (nel 2020 furono 78) per il lavoro (75 sul luogo lavorativo e 21 in itinere ovvero durante il normale percorso di andata e ritorno dall’abitazione a quello di lavoro) e una crescita di quasi il 60% delle denunce di malattie professionali rispetto all’anno precedente.

Sono alcuni dei dati resi noti dal direttore regionale Inail Puglia, Giuseppe Gigante proprio in occasione del 28 aprile, la Giornata nazionale della sicurezza sul lavoro, che è stata anche l’occasione per presentare con la Cgil regionale il progetto «Salute e sicurezza in edilizia e agricoltura».

«Sebbene ci siano segnali evidenti di ripresa economica, ci sono altrettanti segnali di disattenzione per il fenomeno infortunistico», ha commentato Giuseppe Gigante.

«I lavoratori sono da sempre chiamati a pagare il prezzo più alto delle ripartenze: ricordiamo che negli anni del boom economico, gli anni '60, si verificavano una media di 4.600 infortuni mortali annui, un contributo di sangue che era ritenuto necessario per la crescita e modernizzazione del Paese. Oggi questo principio non è minimamente tollerabile».

La sicurezza, purtroppo, anche in Puglia continua ad essere percepita come un costo e non come un investimento e un fattore di successo in termini competitività e produttività.

Snocciolando i dati forniti da Inail Puglia, a livello provinciale lo scorso anno la terra di Bari è quella dove, purtroppo, si sono verificati più incidenti mortali sul lavoro, ben 24 (nel 2020 furono 25). Segue la provincia di Lecce con 24 morti bianche rispetto alle 9 del 2020

Anche Taranto ha visto raddoppiare gli infortuni mortali passando dagli 8 del 2020 ai 16 del 2021.

«Non possiamo pensare che la prevenzione si realizzi soltanto attraverso i sistemi di controllo - aggiunge il direttore di Inail Puglia -. Se non radichiamo l’idea che la cittadinanza attiva passa anche attraverso un livello di sicurezza maggiore e più articolato, facciamo solo per metà la nostra parte».

Il settore più a rischio in Puglia è l’agricoltura (qui si è verificato il 24% degli infortuni mortali) ma negli ultimi due anni non sono mancate tragedie anche nella logistica (trasporti e magazzinaggio) e l’edilizia.

«Sappiamo - evidenzia Gigante a tal riguardo - come il problema sia estremamente complesso. I bonus fiscali in campo dell’edilizia hanno portato, ad esempio, sicuri vantaggi in termini economici, ma anche tanta improvvisazione a scapito della sicurezza: non c'è formazione, non c'è confronto con organizzazioni datoriali e sindacali che anzi vengono viste come un ostacolo alla ripresa. Non credo che questo sia il modo giusto di ripartire».

Nei primi tre mesi del 2022 le «morti bianche» sono state già 15 mentre 7.565 le denunce di infortuni.

«Come Inail - ha concluso il direttore della sede regionale - sproniamo iniziative, come quella avviata con la Cgil Puglia, per sostenere quelle imprese che utilizzano le nuove tecnologie, gli strumenti e i macchinari più sicuri e scelgono di investire sulla prevenzione e sul miglioramento dei livelli di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Dobbiamo essere consapevoli, infatti, che ogni morte sul lavoro è una sconfitta per tutti».

Privacy Policy Cookie Policy