Politica
Il centrodestra municipale e il tramonto di una tradizione
Dal 1993 la Puglia era un laboratorio conservatore
Il terremoto giudiziario di Foggia, con la caduta dell’amministrazione del leghista Franco Landella, segna la fine di una lunga stagione governista del centrodestra nelle maggiori città pugliesi. Si chiude un ciclo iniziato nel 1993, proprio nei municipi: con le sorprendenti vittorie di Salvatore Tatarella a Cerignola e di Vito Plotino ad Altamura, sotto le insegne del Msi, si avviò il percorso della destra di governo oltre gli schemi della Prima Repubblica e dell’allora pentapartito. L’itinerario proseguì a Bari, nel 1995, con Simone Di Cagno Abbrescia sindaco di centrodestra per un decennio, ma la tendenza ebbe una declinazione in tutti i comuni capoluogo della Regione. Basta ricordare - in una stagione nella quale il registra politico era le Renard, ovvero Giuseppe Tatarella - con la fascia tricolore Paolo Agostinacchio a Foggia, Adriana Poli Bortone a Lecce, Mimmo Mennitti a Brindisi, Rosanna Di Bello a Taranto, Giuseppe Tarantini a Trani. Intorno a governi cittadini apprezzati si consolidò anche una opzione regionale con il presidente Ninì Distaso e poi con il quinquennio guidato da Raffaele Fitto.
L’elezione di Michele Emiliano nel 2004 come primo cittadino barese ha dato il via a una tendenza opposta, accompagnata da una progressiva desertificazione del centrodestra nelle grandi città: non è un caso che Antonio Decaro (a Bari) e Carlo Salvemini (a Lecce) siano entrambi al secondo mandato.
Negli ultimi due anni il centrodestra conservava la guida di Andria e Foggia: nel comune federiciano la giunta guidata dal leghista Nicola Giorgino è implosa per un conflitto interno alla coalizione (Forza Italia con Nino Marmo ha staccato la spina all’amministrazione), e nel turno elettorale successivo si è affermato il centrosinistra. A Foggia, Landella - inizialmente schierato con i berlusconiani e dall’agosto scorso con la Lega - rappresentava l’ultimo fortino dei conservatori, ora demolito dalle inchieste giudiziarie.
In Italia ormai si registra un calo di vocazioni all’impegno pubblico in politica, evidente soprattutto per la carica di sindaco: il fenomeno è ormai consolidato e nelle grandi città centrodestra o centrosinistra hanno difficoltà nel reperire candidati di rilievo. L’epilogo landelliano, in conclusione, segna dopo oltre cinque lustri il logoramento di una tradizione politico amministrativa moderata e di centrodestra, e offre ai leader regionali di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia l’occasione non più rimandabile di avviare una riflessione pubblica su programmi e selezione delle classi dirigenti, unico viatico per ritornare a essere una coalizione competitiva, oltre che a livello nazionale, anche nell’agone comunale.