Ci sono figli che hanno dichiarato di vivere con una persona disabile, ma hanno la residenza altrove (anche in un altro centro). Quelli che con il disabile non hanno alcun rapporto di parentela, ma hanno dichiarato di prendersene cura (e svolgono un altro mestiere). Probabilmente tutti loro saranno chiamati a spiegare come mai hanno ottenuto la vaccinazione dichiarandosi «caregiver» di un disabile grave, possibilità concessa dalla Regione a partire da inizio aprile e modificata la scorsa settimana (un solo caregiver per ciascun disabile). Ma dopo lo scandalo dei giorni di Pasqua, con centinaia di segnalazioni di intere famiglie che si riscoprono badanti dell’anziana nonna, sono partite le indagini. E ieri i Nas di Bari hanno cominciato a esaminare le autodichiarazioni fornite ai centri vaccinali da chi in quei giorni è stato vaccinato come caregiver.
È la nuova puntata dell’inchiesta sui furbetti del vaccino coordinata dal procuratore reggente di Bari, Roberto Rossi, con l’aggiunto Alessio Coccioli e il pm Baldo Pisani. Dopo i (presunti) falsi operatori sanitari e non sanitari, dopo i sindaci e i loro fuorilista, ecco che tocca ai falsi caregiver. I carabinieri hanno gli elenchi di chi ha ricevuto il vaccino in questo modo, ora bisogna provare a stabilire se la disposizione del dipartimento Salute della Regione sia stata rispettata: è necessario dichiararsi caregiver di una persona affetta da disabilità grave (cioè secondo l’articolo 3, comma 3, della legge 104), compilando una apposita autocertificazione.
Semplice, forse troppo. Al punto che solo tra Pasqua e Pasquetta sono stati vaccinati 13mila caregiver, in alcuni casi intere famiglie: madre disabile, badante, i due figli cinquantenni, il nipote studente universitario (che dichiara di dormire dalla nonna). Nessuna norma impone che il caregiver sia convivente del disabile (ed è giusto così): è sufficiente che se ne prenda cura. Inizialmente l’indicazione data alle Asl era di vaccinare chiunque lo chiedesse, proprio per andare incontro alle famiglie più in difficoltà, salvo poi rendersi conto che qualcuno ne ha approfittato. E infatti dalla scorsa settimana avrà diritto alla vaccinazione un solo caregiver per ciascun disabile grave, con l’eccezione dei familiari conviventi dei disabili gravi minorenni.
Gli approfondimenti dei Nas, già partiti da alcuni giorni, entrano dunque nel merito. Per verificare casi anche estremi come quelli del gruppo di famiglia (tre generazioni) che ha dichiarato di vivere nella stessa casa del disabile. Se è molto difficile riscontrare un’autocertificazione in cui qualcuno dichiara di prendersi cura di qualcun altro, è senz’altro possibile far emergere irregolarità formali che dovranno essere riscontrate.
Ieri il presidente della Regione, Michele Emiliano, ha minimizzato la questione dei vaccini a chi non ne ha diritto garantendo che si tratta solo di pochi casi. «Tutte le questioni legate ai cosiddetti furbetti si stanno pian piano chiarendo e ho potuto verificare di persona dalla lista che la stragrande maggioranza di queste persone avevano assolutamente titolo alla vaccinazione - ha detto -. Non possiamo escludere che ci sia qualche decina di persone che si sia comportata male ma rispetto ad altre regioni abbiamo qualità, velocità, precisione». Ma se è vero che a Bari gli indagati sono circa 130, le situazioni ancora al vaglio dei Nas e delle varie Procure pugliesi sono diverse migliaia. «Preferisco non rilasciare dichiarazioni», è il sibillino commento del coordinatore degli ispettori della Regione, l’avvocato Antonio La Scala.