La battaglia
Puglia senza vaccini: un «prestito». Zona rossa fino al 30, Figliuolo arriva venerdì
472mila dosi entro il 12 maggio, possibili rallentamenti negli hub
Da domani al 12 maggio la Puglia dovrebbe ricevere 392mila dosi di vaccini Pfizer, 27.390 di Moderna (in realtà già arrivate) e appena 21.400 di AstraZeneca. Ma per far fronte alle prossime 48 ore (oggi e soprattutto domani) l’unica possibilità è un «prestito» di vaccini che dovrebbero arrivare da Roma entro stanotte. Il commissario Francesco Paolo Figliuolo (che ha spostato a venerdì la visita a Bari) ha infatti accolto la richiesta di «aiuto» del capo della Protezione civile pugliese, Mario Lerario. La tabella con l’inventario che Lerario ha trasmesso a Roma mostra infatti come a ieri mattina nei frigoriferi ci fossero appena 37.828 dosi, distribuite però in maniera non uniforme: tutto esaurito a Bari e Brindisi, qualche disponibilità solo a Foggia, Lecce, Taranto e nella Bat da dove il personale della Protezione civile ha trasferito le fiale per consentire l’operatività dei centri vaccinali anche nel capoluogo. Dopo il passaggio di consegne nell’organizzazione della campagna vaccinale dal dipartimento Salute della Regione alla Protezione civile, dunque, il vero problema pugliese si confermano le forniture. Ieri come previsto è stata superata quota un milione di dosi somministrate, utilizzando (secondo il ministero) il 92,5% di quelle consegnate (ma il dato reale in realtà è più alto).
«Abbiamo delle macchine vaccinali mostruose - ha detto ieri in tv il presidente Michele Emiliano -, quella della Puglia mi è addirittura scappata di mano ad un certo punto perché era talmente forte la capacità vaccinale che il commissario Figliuolo ci ha detto di rallentare. Tutte le Regioni potrebbero fare molte più somministrazioni, ma non ci arrivano i vaccini». Già da ieri la Regione ha dato disposizione di sospendere le vaccinazioni «a sportello» alle persone tra i 60 e i 79 anni che dovranno attendere il proprio turno (cioè il giorno indicato in fase di adesione alla campagna), senza più possibilità di anticipare: il vero problema, adesso, è che la bassa disponibilità di vaccini AstraZeneca rende tutto molto più complicato. La Puglia ha così dovuto tirare il freno a mano, tanto che ieri (dopo una settimana a 30mila dosi al giorno) si è scesi sotto le 20mila somministrazioni.
Oggi - spiegano dalla Protezione civile - l’attività dei centri vaccinali è garantita, ma domani potrà essere effettuata soltanto se stasera arriveranno le dosi promesse in attesa del «carico» del giorno successivo. Ma nel frattempo alcune Asl stanno cominciando a spostare gli appuntamenti per i richiami con AstraZeneca, così da non mettere a rischio gli appuntamenti per le prime dosi. Ieri, intanto, una ordinanza del ministro Roberto Speranza ha messo una seria ipoteca sulle speranze di tornare in zona arancione a partire da lunedì prossimo. La Puglia, insieme alla Valle d’Aosta, rimarrà infatti «rossa» fino al 30 aprile «fatta salva una nuova classificazione»: il ministero ha valutato negativamente l’incidenza dei nuovi casi (che nella settimana 9-15 aprile era superiore a 250 ogni 100mila abitanti). Anche per questo ieri Emiliano e l’assessore Delli Noci (Sviluppo Economico) hanno scritto a Speranza per chiedere di consentire la riapertura dal 26 di tutte le attività commerciali (compresi i parrucchieri).