No a decreto cautelare

AM, Consiglio di Stato non ferma procedura chiusura area a caldo. Sindacati da ministri Giorgetti-Orlando: acciaio priorità

Redazione on line

Palazzo Spada: non cambia nulla fino alla data dell'11 marzo, giorno dell'udienza per discutere il caso

E’ stata respinta la richiesta di sospensiva presentata da ArcelorMittal al presidente della Quarta Sezione del Consiglio di Stato, Luigi Maruotti, contro la sentenza del Tar di Lecce che impone all’azienda di ottemperare all’ordinanza del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci e di spegnere gli impianti dell’area a caldo entro il 14 aprile.

Secondo il presidente di sezione, «non risulta e non è stata comprovata la circostanza che, in assenza di immediate misure cautelari, per l’appellante si produrrebbe uno specifico pregiudizio irreparabile, prima della data dell’11 marzo 2021», quando si riunirà l’organo collegiale.

Il giudice ha quindi rigettato «la domanda della società appellante, volta alla emanazione di una favorevole misura monocratica cautelare». Il giudice ritiene infatti che la trattazione spetti all’organo collegiale «nel rispetto del principio del contraddittorio». La Camera di consiglio è stata fissata per l’11 marzo, mentre è prevista per l'udienza pubblica del 13 maggio 2021 la definizione del secondo grado del giudizio.

Con l’ordinanza del 27 febbraio 2020 il sindaco Melucci intimava ad ArcelorMittal Italia e Ilva in As di individuare entro 30 giorni dalla stessa ordinanza le fonti inquinanti del siderurgico, rimuovendole, e, in difetto di adempimento, di spegnere gli impianti entro ulteriori 30 giorni. Il Consiglio di Stato precisa che i termini «hanno ripreso a decorrere dopo il deposito della sentenza appellata dal 14 febbraio 2021 nuovamente e per l’intero, poiché gli originari effetti degli atti impugnati erano stati sospesi con le ordinanze cautelari del Tar».

GIORGETTI: INVITALIA PROSEGUA SU ACCORDO - Intanto, al ministero dello Sviluppo economico si è svolto l’incontro del ministro Giancarlo Giorgetti e del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, con i sindacati sull'ex Ilva.  «La prossima settimana ci saranno altri incontri con la proprietà e ci impegniamo, come Governo, insieme con il ministro Orlando, a risolvere l’impegno per la cig dei dipendenti in amministrazione straordinaria. Serve la collaborazione di tutti e con questo spirito ci prepariamo a vedere, nei prossimi giorni, il sindaco di Taranto e il presidente della Regione Puglia». Così il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, che ha incontrato al Mise insieme con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, i sindacati sull'ex Ilva. Il ministro ha anche auspicato che "Invitalia prosegua nel percorso dell’accordo».

I SINDACATI: GOVERNO RITIENE ACCIAIO STRATEGICO - «Abbiamo ascoltato alcune cose fondamentali. Il governo ci ha detto che ritiene strategica la produzione dell’acciaio nel nostro Paese». Lo afferma la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, all’uscita dall’incontro sull'ex Ilva al Mise con i ministri dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e del Lavoro, Andrea Orlando. "Viene riconfermato - dice Furlan - l’accordo di dicembre, quindi l’ingresso di Invitalia e gli investimenti. Questo ci permette di poter dire che l’incontro è stato costruttivo».

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dà un «giudizio positivo dell’incontro per quello che abbiamo sentito oggi» sull'ex Ilva. «Il governo - dice Landini uscendo dal Mise - ha preso alcuni impegni: uno riguarda l’integrazione per i lavoratori che sono che sono in cassa integrazione, il secondo riguarda il rapporto diretto con Invitalia affinché siano rispettati gli impegni previsti dagli accordi sottoscritti e non ci siano appigli per nessuno. Hanno dichiarato che considerano il settore dell’acciaio strategico e quindi hanno indicato anche la possibilità della golden power quindi di una legge».

«Si sono dichiarati disponibili - aggiunge Landini - a un confronto sull'accordo Invitalia Mittal con i sindacati , che noi abbiamo chiesto stabilimento per stabilimento, questo è un modo per garantire le qualità delle produzioni. Abbiamo ribadito che anche per noi l’acciaio è strategico e che non siamo disponibili a perdere neanche un posto e nessun stabilimento», conclude Landini.

«Apprezziamo quanto detto dal ministro Giorgetti sul fatto che l’acciaio è strategico per il nostro Paese. Pertanto, occorre avere una visione più ampia del settore siderurgico in Italia attraverso un intervento organico del Ministero dello Sviluppo e l’apertura di un tavolo di confronto nazionale sulla produzione dell’acciaio, per evitare di inseguire le singole crisi aziendali» ha affermato il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone.

Capone, che ha partecipato all’incontro insieme al segretario nazionale Ugl metalmeccanici, Antonio Spera, ha ribadito come sia «prioritario salvaguardare l’occupazione, sia quella diretta che dell’intero indotto generato dall’ex Ilva, tenendo sempre presente il rispetto e la sicurezza della salute dei lavoratori, dei cittadini e dell’ambiente. L’intervento di Invitalia nel 50% del capitale di ArcelorMittal dovrebbe, se garantito, assicurare maggiore certezza nel percorso di bonifica e di rilancio dello stabilimento».

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