Il ministro
Squinzano, dagli alloggi ai voti ai contributi: i presunti intrecci tra politica e clan
Sul comune sciolto per dimissioni dei consiglieri si abbatte una relazione del responsabile del Viminale
Squinzano (Lecce) - La sospetta assegnazione di alloggi popolari, certo, ma anche presunti favori, soldi e posti di lavoro in cambio di sostegno elettorale.
C’è tutto è questo nelle tre pagine della relazione del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese al presidente della Repubblica, che avrebbe portato allo scioglimento del Comune, se non si fosse già «sciolto da solo» a metà novembre per le concomitanti dimissioni della maggioranza dei consiglieri. Che, quindi, hanno decretato la fine anticipata dell’Amministrazione targata Gianni Marra, tornato nel giugno del 2018 alla guida di Squinzano.
Ora è proprio la sua gestione del Comune a finire nell’occhio del ciclone. Nella relazione firmata dal ministro Lamorgese, che sollecita un commissariamento di 18 mesi per favorire il «risanamento dell’Ente» (quindi, per ora nessun imminente ritorno al voto), si parla della «sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalità organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi».
Per quanto riguarda le case popolari, sarebbero state riscontrate «numerose illegittimità nelle procedure concorsuali di assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica del Comune di Squinzano, in particolare - precisa il ministro Lamorgese - è stata accertata una alterazione del punteggio valido per la formazione della graduatoria per l’assegnazione dei predetti alloggi a vantaggio di soggetti fortemente contigui alla criminalità organizzata o con legami di parentela con affiliati ai locali clan mafiosi, a seguito di false attestazioni di domicilio e di illegittime concessioni della residenza anagrafica, non supportate dalle necessarie verifiche degli uffici comunali».
Dalle indagini della Direzione distrettuale antimafia di Lecce sarebbe poi emersa «una serie di condotte ascrivibili al reato di corruzione elettorale, della quale si sono resi protagonisti soggetti vicini agli ambienti della criminalità organizzata locale in rapporto con numerosi amministratori del Comune di Squinzano. In particolare - è messo nero su bianco dal ministro dell’Interno - sono stati accertati ripetuti contatti tra esponenti del locale contesto mafioso con il precedente sindaco, vicesindaco e assessore con delega alle Politiche sociali, dai quali emerge che i predetti amministratori si sono adoperati per far ottenere a tali soggetti, come compenso all’appoggio elettorale ricevuto nelle elezioni amministrative del 10 giugno 2018 (quelle vinte da Marra, ndr), contributi economici comunali di natura assistenziale e l’assunzione di uno di essi in una cooperativa sociale operante per il Comune di Squinzano, nonché la promessa di un posto di lavoro per un altro esponente della medesima famiglia mafiosa».
Ma non è finita qui. «Tra gli elementi tratti dalle indagini risulta che l’ex vicesindaco, avvalendosi del suo impiego presso l’Inps, abbia abusivamente utilizzato il sistema informatico dell’istituto previdenziale al fine di favorire cittadini e amici suoi sostenitori, tra i quali anche soggetti legati al contesto malavitoso locale, nella gestione di pratiche di disoccupazione, del reddito di inclusione e di vari benefici assistenziali. Viene inoltre segnalato l’interessamento - a seguito del sostegno elettorale ricevuto - di un altro ex assessore in favore di un soggetto controindicato sul contenzioso, sorto a seguito della revoca contrattuale per morosità disposta nei confronti di un’associazione affidataria della gestione dei campi di calcetto di proprietà comunale; la predetta associazione, condotta di fatto da un soggetto pregiudicato, risulta peraltro destinataria di due distinti provvedimenti interdittivi emessi dalla Prefettura di Lecce».
Sotto la lente degli inquirenti anche il settore Tributi del Comune. «La cattiva gestione della cosa pubblica nel Comune di Squinzano si rileva anche nella inefficace riscossione dei tributi locali, con grave danno per le finenze comunali - si legge ancora nella relazione di Lamorgese - Infatti è stato accertato il mancato versamento delle imposte Tari, Tasi ed Imu per gli anni 2014-2019 da prte di numerosi esponenti di locali clan mafiosi, oltreché di alcuni ex amministratori comunali ed ex dipendenti dell’Ente».