L'emergenza
Covid, nella Murgia indice contagi doppio della media regionale: sindaci incontrano Emiliano e Lopalco. Morti altri 2 medici
All’incontro hanno partecipato i sindaci di 11 Comuni: oltre a Gravina, c'erano anche Altamura, Poggiorsini, Santeramo in Colle, Acquaviva delle Fonti, Cassano Murge, Toritto, Grumo Appula, Sannicandro di Bari, Ruvo e Noicattaro
«Gravina e Altamura hanno un indice di contagio doppio rispetto alla media regionale» della Puglia che da ieri è passata da zona arancione a gialla. Il dato che più preoccupa è quello sull'indice di contagiosità, che nei due comuni murgiani di Gravina e Altamura due settimane fa ha superato il valore di 3, e adesso si attesa sul 2,14 per Altamura e sul 2,34 per Gravina. Lo ha sottolineato il sindaco di Gravina in Puglia, Alesio Valente, al termine, nella tarda serata di ieri, di un altro incontro con il presidente della Regione, Michele Emiliano e con l’assessore alla Salute Pierluigi Lopalco, sulla possibilità di mantenere alcune restrizione nei comuni del Barese dove la situazione epidemiologica resta critica.
All’incontro hanno partecipato i sindaci di 11 Comuni: oltre a Gravina, c'erano anche Altamura, Poggiorsini, Santeramo in Colle, Acquaviva delle Fonti, Cassano Murge, Toritto, Grumo Appula, Sannicandro di Bari, Ruvo e Noicattaro.
Valente, che in una diretta Facebook ha fatto il punto della situazione con la voce rotta dal pianto, ha detto che «è ancora il momento del sacrificio», facendo sapere che «la Regione sta dialogando col ministero fornendo i nostri dati e domani (oggi, ndr) conosceremo l’esito di questa istruttoria: non si esclude il ritorno alla zona arancione». «Secondo i dati pervenuti dagli uffici Asl - sottolinea la sindaca di Altamura, Rosa Melodia - sono 1612 i casi di Covid-19 a cui dovrebbero aggiungersi circa 200-300 esiti positivi forniti dai laboratori privati. Inoltre ci sono circa 2.000 persone in attesa di tampone molecolare». A Gravina, invece, i positivi sono 1.113, con 184 casi in più in 24 ore.
I sindaci di altri Comuni della Murgia barese hanno invece rassicurato sulla loro situazione, ritenendo che non ci siano le condizioni per il ritorno alla zona arancione, mantenendo tuttavia «la linea del rigore» ha detto Fabrizio Baldassarre, sindaco di Santeramo, dove i positivi sono 276 e dove «da mercoledì sarà attiva una postazione per i tamponi, partirà una Usca e sarà fatto anche un monitoraggio con tamponi rapidi sulla popolazione scolastica». "Il passaggio alla zona gialla ci preoccupava un po' - ha spiegato Baldassarre - ma la richiesta non era tornare in zona arancione ma di fare approfondimenti. La nostra situazione non è paragonabile a quelle di Altamura e Gravina».
Anche il sindaco di Acquaviva, Davide Carlucci, dove i positivi sono 241, ha spiegato che la città «non rientra nei parametri che potrebbero comportare il ritorno alla zona arancione come invece potrebbe succedere per Altamura e Gravina. Tuttavia ci riserviamo di valutare nei prossimi giorni l'evoluzione dei dati per orientarci, qualora i contagi dovessero incrementarsi notevolmente, verso nuove misure restrittive».
Per Sannicandro, il sindaco Beppe Giannone ha spiegato che "la situazione di molti Comuni, tra i quali il nostro, continua a destare molte preoccupazioni», con «circa 120 casi di contagio e la triste esperienza di troppi decessi. In questa ottica abbiamo chiesto al presidente Emiliano di valutare con attenzione le soluzioni possibili per arginare l’eccessiva assenza di protezioni che è peculiare delle zone gialle, in alcuni comuni che, come il nostro, hanno ancora un importante e preoccupante numero di contagi».
Misure più restrittive sono state chieste anche dai sindaci di Noicattaro, Raimondo Innamorato, e Ruvo di Puglia, Pasquale Chieco, quest’ultimo in particolare su «una stretta sulle possibilità di spostamento con altri comuni».
MORTI ALTRI DUE MEDICI - «Ieri si è purtroppo diffusa la notizia della morte di altri due medici: Michele Cicchelli, pediatra di Bisceglie (BAT), e Giuseppe Grosso, 65enne originario di Celenza Valfortore e responsabile della medicina specialistica e protesica presso il distretto di Lucera, nel Foggiano. Il computo dei medici pugliesi morti dall’inizio della pandemia sale così a nove». Lo dichiara Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari e della Federazione nazionale degli Ordini dei medici.
ANELLI: DAL 1 NOVEMBRE MILLE MORTI IN PUGLIA - «Tutta la professione medica oggi è impegnata a contenere questa seconda ondata che non sembra volersi arrestare. Dal primo novembre sono mille i morti, vittime del Covid-19 nella nostra regione», la Puglia: «un numero di vittime che non avevamo mai pensato di raggiungere». Lo dichiara Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari e della Federazione nazionale degli Ordini dei medici. "Oggi - aggiunge - serve rigore e coesione per ridurre al massimo i danni e le conseguenze di questa terribile pandemia. Ringrazio tutti i colleghi che con grande senso di responsabilità e attaccamento al dovere professionale e deontologico oggi mettono a disposizione del sistema le loro competenze e consentono a tanti cittadini di affrontare la malattia».
Infine, Anelli ribadisce di fare «attenzione ai tamponi 'fai da i te'. Sono molti i pugliesi che ricorrono al 'fai da te' con i tamponi rapidi, magari perché pensano di aver avuto un contatto a rischio. Si tratta di dispositivi che, se non usati correttamente, possono dare l’illusione della sicurezza e quindi aumentano il livello del rischio».