Lo scandalo

La svendita delle masserie nel «crac» di Vito Fusillo

Massimiliano Scagliarini

PopBari, la Procura indaga sui fondi utilizzati per l’acquisto di Melograno e Peschiera: anche finanziamenti della Regione

La cessione della controllata Soiget, quella che ha in pancia le attività turistiche del gruppo di Vito Fusillo, potrebbe aver contribuito per quasi 30 milioni al «buco» di Fimco, la società fallita insieme a Maiora in un crac da oltre 450 milioni che ha coinvolto Popolare di Bari. E ora la Procura accende un faro proprio su quegli immobili, e in particolare sui soldi: non solo quelli di PopBari, ma anche quelli della piccola Bcc di Conversano e (soprattutto) sui fondi pubblici della Regione.
Per l’acquisizione del Melograno di Monopoli, una delle più belle masserie della Puglia, nel 2018 la Soiget ha infatti beneficiato di un contributo regionale di 1,4 milioni sul cosiddetto «Titolo II». Altri soldi pubblici (circa 7 milioni) sono poi arrivati al gruppo di Vito Fusillo per la costruzione dell’hotel Cala Ponte e per il porto turistico di Polignano, un’operazione da 25 milioni cominciata nel 2013. E il giro che ha portato Soiget fuori dal perimetro di Fimco costituisce una delle ipotesi di concorso in bancarotta fraudolenta dissipativa a carico di Vito e Giacomo Fusillo, padre e figlio, oltre che di Marco e Gianluca Jacobini, ex vertici della Popolare di Bari, e del commercialista Elio Giacovelli.

Soiget è infatti proprietaria di numerosi complessi turistici come «La Peschiera» e «Il Melograno», oltre che del lido «Le Tamerici». Nel 2017 la società è stata ceduta da Fimco a Giacomo Fusillo per due milioni di euro, di cui 50mila euro di anticipo e il resto in 10 rate annuali da 195mila euro senza interessi, quindi è passata alla Sesto Elemento, altra società sempre riconducibile a Giacomo Fusillo, ed ha ottenuto da Fimco (che poi fallirà nel 2019) la gestione del ramo d’impresa con il lido Losciale e l’hotel Cala Ponte di Polignano.

Il risultato di questa operazione, secondo il procuratore aggiunto Roberto Rossi e il pm Lanfranco Marazia, è che il patrimonio immobiliare di Fimco è stato «segregato» sottraendolo ai creditori in cambio di pochi spiccioli e di una rateizzazione molto lunga. Vito Fusillo (sottoposto a interdizione come Marco Jacobini, mentre i figli Giacomo e Gianluca sono tuttora ai domiciliari) ne ha parlato il 6 ottobre nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Luigia Lambriola: la tesi difensiva è che la vendita servisse per «staccare» le attività turistiche da Fimco, già compromessa finanziariamente e dunque non più affidabile, creando un nuovo gruppo indipendente riconducibile a Giacomo Fusillo. «Dopo che Soiget era diventata di Giacomo Fusillo - ha spiegato Vito Fusillo rispondendo alle domande del pm Marazia -, ha comprato anche la Peschiera. I soldi per la Peschiera li ha messi sempre la Bcc (di Conversano, ndr). Perciò l’acquisizione è stata fatta totalmente con garanzie proprie di Giacomo Fusillo».

L’accusa però legge l’operazione in modo diverso, rilevando i finanziamenti che Bpb ha erogato alla Soiget tra cui un mutuo da 5,3 milioni dell’aprile 2018: soldi che Soiget avrebbe utilizzato per rimborsare i prestiti della (allora) controllante Fimco, concedendo in cambio alla Popolare (che in precedenza però aveva solo un credito al chirografo per lo scoperto di conto corrente della Fimco) un’ipoteca sulle due masserie «a detrimento - scrive l’accusa - della par condicio creditorum». Non a caso il fondo maltese Futura, che aveva finanziato Fimco e Maiora per 25 milioni l’una, ha poi avviato un’azione revocatoria con l’obiettivo di far dichiarare nulla (anche) la vendita di Soiget facendone sequestrare le quote e chiedendo - tra l’altro - il pignoramento di Cala Ponte e di alcuni capannoni del Baricentro di Casamassima. La vendita di Soiget a Giacomo Fusillo è una operazione che la stessa Banca Popolare - in base ai documenti all’epoca sequestrati dalla Finanza - ritenne avventata, tanto da contestarne l’autorizzazione all’allora capo dei crediti Nicola Loperfido (pure lui ai domiciliari) e ipotizzare una transazione con il fondo maltese.

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