post voto
Regione Puglia, «calamita» Emiliano: voci di sostegno anche da parte di esponenti delle opposizioni
Il presidente attende la proclamazione degli eletti prima di indicare la squadra
BARI - Tutti pazzi per Michele Emiliano. Dopo il sorprendente successo elettorale - con una coalizione che ha saputo tenere insieme le sensibilità più differenti, dallo storico comunista Luciano Canfora al sindaco di Nardò Pippi Mellone, esponente della destra eretica all’influencer grillino Andrea Scanzi - il governatore continua ad attrarre e ad allargare il suo campo, quello della «coalizione dei pugliesi». E la futura giunta (che sarà ufficializzata dopo la proclamazione degli eletti) terrà conto di questa tenenza...
Non ci sono casi di «salto sul carro del vincitore» in vista (del resto dal centrodestra si erano posizionati nel fronte emilianista in tanti durante la precedente consiliatura) ma il perimetro della coalizione nessuno può escludere che strada facendo possa ulteriormente allargarsi. A partire dall’arcipelago pentastellato. Nel M5S all’opposizione certamente ci rimarrà solo Antonella Laricchia, candidato governatore che ha rappresentato l’anima pià identitaria del movimento pugliese. I colleghi Rosa Barone, Cristian Casili e Grazia Di Bari, invece, hanno mostrato una propensione al dialogo e non è da escludere che possano ricevere proposte per un ingresso in giunta che renderebbe la Puglia la prima regione con un governo centrosinistra-grillini.
Sul fronte del centrodestra si attende il ritorno in prima linea di Raffaele Fitto, tenuto ai box dal contagio-Covid, ma la parola d’ordine sarà mettere al primo posto la condivisione delle scelte strategiche: arriveranno dall’Europa tante risorse e sarà essenziale evitare che si ripetano flop come quello del recente Psr. Nella fila dei conservatori ci sono però anche esponenti che hanno scelto di sostenere Fitto dopo aver militato nel fronte opposto: nella Puglia Domani è il caso del neoletto consigliere regionale, Saverio Tammacco, che arriva in Via Gentile con un plebiscito della sua città, Molfetta, o di Antonio Scalera (secondo alcune versioni subentrerà al posto di Fitto, che rimarrà in Ue), già nel centrosinistra. Espressioni di civismo e di localismo (Tammaco ha più volte rimarcato di «portare Molfetta in consiglio regionale»), saranno interlocutori poco inclini alla dispute ideologiche e molto attenti ai risultati concreti che potranno arrivare alle proprie rispettive comunità. In questo ambito, del resto, è stato un apripista proprio il sindaco neretino Mellone che per tutta la campagna elettorale ha ricordato ai suoi concittadini le realizzazioni portate a termine con la sponda di Emiliano della Regione Puglia.
Anche le amministrazioni comunali di centrodestra, come Foggia o Monopoli (entrambe molto dialoganti con il governatore anche nella fase convulsa della chiusura delle liste elettorali), non avranno certo un approccio pregiudiziale verso il secondo mandato di Emiliano: in ballo ci sono le risorse che arriveranno dall’Ue - Recovery fund in primis e forse il Mes - e ogni amministratore proverà a instradare progetti per consolidare welfare sanitario o progetti infrastrutturali.
L’effetto calamità di Emiliano, infine, amplierà le possibilità di partecipazione del governatore pugliese negli scenari nazionali in movimento: il suo feeling con il premier Conte è ormai acclarato e la sua autonomia dagli schemi del Pd di Nicola Zingaretti non è solo una conseguenza della mancata iscrizione al partito (per le note incompatibilità). La «coalizione dei pugliesi», sempre più ampia, consentirà dunque a Emiliano di giocare un ruolo di