FOGGIA - Il focolaio di Polignano a Mare va verso la soluzione definitiva ma spunta una nuova emergenza a Foggia, con una residenza sanitaria per disabili dove ci sono già otto positivi. Tra i 108 nuovi casi registrati ieri (più un decesso nella Bat) a fronte di 3.717 tamponi c’è anche un rientro dalle vacanze in Sardegna, ma la gran parte dei contagi riguardano persone asintomatiche individuate attraverso il contact tracing o gli screening pre-ricovero.
Il focolaio di Foggia riguarda «Casa nostra signora di Lourdes», una Rsa per disabili con circa 100 persone tra ospiti e operatori. Dopo il primo caso emerso giovedì la Asl ha effettuato circa 20 tamponi, altri 80 sono stati effettuati ieri. La situazione è sotto controllo, non ci sarebbero malati gravi e il Dipartimento di prevenzione ha compiuto un sopralluogo per verificare il rispetto delle disposizioni di sicurezza.
A Polignano a Mare, intanto, sono stati effettuati 86 tamponi di controllo sulle persone positive a seguito del focolaio nella Sop, un’azienda agroalimentare, che ha provocato in totale circa 200 casi. La catena dei contagi, secondo la Asl di Bari, è stata interrotta: i tamponi di ieri servono a verificare la guarigione, funzionale anche alla ripresa delle attività all’interno dello stabilimento che da ieri ha potuto far ripartire le attività in campagna.
Il focolaio nella Rsa ha fatto sì che ieri, per la prima volta da oltre tre settimane, Foggia abbia nuovamente superato Bari per numero di casi totali (43 contro 40). Gli altri sono 12 nella Bat, sei a Lecce, tre a Brindisi e Taranto più un residente fuori regione, per un totale di 2.088 persone attualmente positive di cui 214 ricoverate (13 in terapia intensiva). È tornato a crescere anche il numero di test, che ieri ha visto un nuovo record di tamponi da parte del laboratorio del «Di Venere» di Bari: 1.361 contro i 601 del Policlinico di Bari, i 423 del «Di Summa» di Brindisi, i 368 dei «Riuniti» di Foggia e i 313 del «De Bellis» di Castellana. La Regione sta cercando di potenziare ulteriormente la capacità della rete dei laboratori, teoricamente vicina ai 10mila test al giorno, ma al momento il fattore limitante è la disponibilità dei reagenti. L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco ha però lanciato l’allarme sui rischi derivanti dai test indiscriminati: «Il ricorso al tampone per eccesso di prudenza, in una vasta platea di popolazione asintomatica, produce criticità non secondarie.
In molte situazioni la richiesta di tampone per poter accedere a procedure assistenziali diventa un forte collo di bottiglia che rallenta non poco l’attività stessa. Una precauzione importante, ma se andasse a discapito della operatività assistenziale potrebbe rappresentare un danno».