Elezioni
Referendum sul taglio dei parlamentari, la Consulta dà l'ok all’election day: alle urne 20 e 21 settembre
La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibili i 4 conflitti di attribuzione sollevati sull'abbinamento del referendum costituzionale alla consultazione per il rinnovo di sette Consigli regionali: il 20 e 21 settembre si voterà per entrambe le cose
BARI - Via libera all’election day del 20 e 21 settembre. Il semaforo verde arriva dalla Corte costituzionale che ha dichiarato inammissibili i 4 conflitti di attribuzione che erano stati sollevati sul taglio dei parlamentari e sul relativo referendum e sull' abbinamento della consultazione con le elezioni per il rinnovo di sette Consigli regionali. A proporre i conflitti erano stati il Comitato promotore per il no, la Regione Basilicata, il senatore Gregorio De Falco (Gruppo misto) e +Europa. Tra le regioni che andranno al voto ci sarà anche la Puglia.
IL COMMENTO DI BARDI - «Rispetto la decisione della Consulta ma ribadisco la mia convinzione riguardo all’inopinata riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari, che a questo punto, in caso di esito positivo del referendum, comporterebbe una lesione grave della rappresentatività parlamentare costituzionalmente riconosciuta alla Regione, che verrebbe drasticamente ridotta». Così, attraverso l’ufficio stampa della Giunta, il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi (centrodestra), ha commentato la decisione della Corte costituzionale che ha dichiarato non ammissibile il conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato sollevato dalla Regione Basilicata in merito al referendum sul taglio dei parlamentari.
Secondo il governatore lucano, «il taglio dei parlamentari è un taglio alla democrazia e alla rappresentanza politica, che i Padri Costituenti intesero garantire con uno specifico riferimento alle realtà meno popolate. Con la riforma una Regione del sud laboriosa come la Basilicata sarebbe ferita e avvilita a beneficio di Regioni del nord, mi auguro che - ha concluso Bardi - i cittadini lucani esprimano il loro ragionato dissenso verso questo paventato furto di democrazia e di rappresentanza».