IL RINVIO

Trasporti pubblici in Puglia: la riforma non parte

Massimiliano Scagliarini

La «riforma» dell’assessore Giannini resta sulla carta: le Province hanno chiesto di rinviare le nuove regole di un anno

BARI - Ufficialmente si tratta di un effetto dell’emergenza covid. Ma il rinvio delle gare di bacino per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico è, in realtà, dovuta soprattutto alle spinte della politica e delle lobby di settore: i collegamenti su gomma verranno gestiti per almeno un altro anno dal consorzio Cotrap, appaltatore unico che raccoglie tutti gli operatori privati pugliesi.

La Provincia di Foggia, quella dove si sono registrate le obiezioni più forti rispetto alla riorganizzazione dei servizi voluta dall’assessore Gianni Giannini, ha già concesso formalmente la proroga di 12 mesi del contratto di servizio. Le altre provvederanno a stretto giro, ferma restando la necessità di ottenere il via libera della Commissione Ue: sul trasporto pubblico la Regione ha infatti già violato il regolamento 1370, e stavolta dovrà invocare la clausola di forza maggiore. L’emergenza epidemiologica ha infatti messo alle corde il settore, imponendo il ricorso massiccio - dove possibile - agli ammortizzatori sociali, e provocando una riduzione sensibile delle percorrenze (fino al 14 luglio il taglio in Puglia è del 30%). Non il momento giusto, dunque, per mettere a gara un servizio da 235 milioni di euro l’anno che fa gola anche ai giganti del settore.

Ma dietro le quinte c’è il fuoco di sbarramento che si è scatenato contro la Regione. Il nuovo assetto del servizio immaginato dall’assessorato ha eliminato i doppioni e i collegamenti (tutti pagati con fondi pubblici) da 10 passeggeri al mese, spostando le risorse lì dove c’è richiesta. È stato introdotto il costo standard, così da mettere tutti nelle condizioni di competere alla pari, e sono stati predisposti gli schemi-tipo di contratto d’appalto. Ma non tutte le Province hanno proceduto all’approvazione dei piani di bacino, ovvero dei documenti da mettere a base di gara in cui si dice quali sono le linee da finanziare: era chiaro da mesi, ormai, che il termine del 1° luglio per l’avvio dei nuovi servizi non sarebbe stato rispettato.

E così la giunta regionale ha sfruttato una norma del decreto Cura Italia, che prevede la possibilità di sospendere le gare d’appalto prorogando gli affidamenti attuali di un anno, seppur dietro via libera di Bruxelles per il quale serviranno non meno di sei mesi: e anche se la Commissione dovesse obiettare, si andrà avanti ugualmente perché un servizio essenziale non può essere sospeso. In ogni caso bisognerà rimanere sotto il costo standard e dovrà essere garantita una copertura dei costi attraverso i biglietti di almeno il 35%, che per la Puglia - soprattutto in determinate zone del territorio - è pura fantasia.
L’obiettivo della riforma immaginata da Giannini è l’efficienza del sistema, nel senso di potenziare le relazioni con maggiore richiesta tagliando i rami secchi, anche se questo in alcuni casi significa eliminare del tutto il trasporto pubblico in alcuni piccoli centri (l’esempio dei 10 passeggeri al mese non è inventato): pur avendo garantito che non ci saranno impatti sull’occupazione - le percorrenze vengono ri-allocate e non eliminate - il nuovo assetto ha scatenato proteste, innescando forze sotterranee. E qualcosa è accaduto: basti dire che ancora il mese scorso la Regione aveva confermato per iscritto l’avvio del nuovo assetto dal 1° luglio, poi tutti i presidenti delle Province hanno chiesto il rinvio. E a quel punto non si poteva fare altro.

Il Cotrap raggruppa 72 operatori del trasporto pubblico su gomma e gestisce il servizio dall’era Fitto, quando risultò concorrente unico rispetto all’unica gara mai fatta. Da allora gli affidamenti sono stati prorogati più volte, sempre in vista di un appalto che, a questo punto, slitta al 2021. Ci penserà il prossimo presidente della Regione.

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