INFRASTRUTTURE

Taranto, ministro De Micheli propone 200 milioni: soldi anche per la Brindisi-Grottaglie

Gianfranco Summo

Per evitare imboscate parlamentari, sarà chiamata a vigilare la pattuglia dei parlamentari pugliesi. A cominciare da uno dei più stretti collaboratori del premier Conte, il senatore tarantino M5S, Mario Turco, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio

BARI - Nella trincea del Covid, la Puglia si ritrova a dover combattere una nuova battaglia. Nord contro Sud se - a voler interpretare il quotidiano «Libero» - nelle trattative parlamentari sul prossimo decreto qualche forza politica metterà nel mirino i provvedimenti già incardinati dal ministro De Micheli a favore di Taranto e Brindisi.

«Infine ovviamente, c’è chi vuole spedire tanti, tantissimi soldi al Sud (ma la strage non era stata in Lombardia?)», commenta il giornale che spesso, prima e meglio di tutti, intercetta gli umori del Settentrione più profondo. Ma vediamo quali sono questi soldi. Per Taranto previsti 130 milioni di euro a favore di un sistema innovativo di decongestione del traffico, da stanziarsi tra il 2020 e il 2024 (prima annualità 5 milioni, poi a seguire 10 milioni per il 2021, 35 per il 2022, 40 per il 2023 e altrettanti per il 2024). Sempre a Taranto e sempre con l’obiettivo di ridurre il livello di inquinamento vengono assegnati 20 milioni di euro (in due anni) per rinnovare il parco mezzi del trasporto urbano. Quasi quaranta milioni di euro, infine, sono previsti per l’«anello» dei trasporti Taranto-Brindisi-Grottaglie: un investimento in due anni per collegare il porto ionico con l’Aeroporto del Salento e ammodernare le stazioni ferroviarie di Taranto e Grottaglie.

Complessivamente quasi 200 milioni di euro sui quali la pattuglia dei parlamentari pugliesi sarà chiamata a vigilare (a cominciare da uno dei più stretti collaboratori del premier Conte, il senatore tarantino M5S, Mario Turco sottosegretario alla Presidenza del Consiglio) per evitare imboscate parlamentari.

Potrebbe sembrare seducente la tesi di chi mette in discussione il nesso tra il decreto in itinere e la pandemia. Ma solo a una lettura superficiale. Si può far ripartire l’economia dopo il lockdown - obiettivo dichiarato dell’azione di governo - anche innescando il circuito virtuoso del risanamento ambientale. Tanto più a Taranto, per la quale le promesse di fine 2019 sono rimaste tali: niente soldi, niente decreto legge, niente corsie preferenziali dopo i tavoli di «Cantiere Taranto» e «Cis». Anzi, sull’asse Roma-Taranto l’unica cosa che sembra attiva sono gli accordi con ArcelorMittal.

In più, il capoluogo ionico non ha visto un centesimo per l’organizzazione dei Giochi del Mediterraneo, mentre uno stanziamento quadruplo per le olimpiadi invernali è già attivo a favore di Milano e Cortina.  

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