emergenza coronavirus
Bari, allarme al Policlinico: le mascherine finiscono oggi, personale a rischio Il dg: malati senza assistenza
Sono ormai esaurite le scorte di mascherine, camici e tute monouso per l’emergenza Covid19
BARI - Le scorte di mascherine, camici e tute monouso per l’emergenza Covid19 coprono solamente il consumo di oggi, domani i malati potrebbero non ricevere più le cure necessarie. Al Policlinico di Bari ogni giorno è una lotta contro il tempo per riuscire ad approvvigionarsi di dispositivi di protezione individuale. La difficoltà quotidiana ad assicurare Dpi, che arrivano in quantità contingentate e non sufficienti, si somma alla criticità derivante da forniture di Dpi approvati dalla Protezione civile ma senza certificazione standard. È il caso delle tute monouso prive di certificazione sul rischio biologico.
«Servono forniture tempestive, regolari e adeguate che consentano ai nostri professionisti di essere adeguatamente protetti per affrontare in maniera più serena possibile l’emergenza – dichiara il vicepresidente Fiaso e direttore generale del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore – ci troviamo a dover combattere contro il Covid con le armi spuntate. Mancano i Dpi e manca anche il personale. Dobbiamo fronteggiare l’elevato numero di assenze in corsia, il rifiuto dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa predisposti per l’emergenza Covid. Ecco perché ritengo necessario un intervento legislativo per adeguare il decreto legislativo 81/08 alla situazione emergenziale e per assicurare la possibilità di contrattualizzare gli specializzandi a tempo determinato».
In una sola settimana il Policlinico di Bari ha messo in piedi un Covid Hospital da 250 posti letto riorganizzando il padiglione Asclepios. «Abbiamo fatto uno straordinario sforzo organizzativo, aumentando in pochi giorni i posti letto disponibili per coloro che hanno necessità di essere assistiti nelle nostre terapie intensive e nei reparti Covid, - conclude Migliore - ma senza Dpi non possiamo aumentare il numero degli operatori sanitari ed utilizzare a pieno la struttura. Al di là della responsabilità penale a cui siamo esposti, nessun direttore generale potrà mai accettare di convivere con l’idea di aver mandato allo sbaraglio i professionisti che oggi sono in prima linea e che non dobbiamo solo ringraziare, ma soprattutto proteggere».