l'emergenza
Coronavirus, la testimonianza: «Io, scappato con BlaBlaCar dalla Lombardia: avevo paura»
Parla uno studente universitario pugliese 'fuggiasco': «Non mi giudicate, ho agito di pancia»
«Non giudicatemi, ho avuto paura». Francesco (nome di fantasia) studente universitario pugliese, da anni a Monza, vuole restare anonimo. Sa di aver sbagliato. Di aver agito di pancia e che qui, se dovessero scoprirlo, lo metterebbero alla gogna. Ma proprio non ce l'ha fatta a restare fermo nella sua stanza in affitto. È uno dei «fuggiaschi», che durante l’altra notte ha abbandonato la Lombardia dopo la fuga di notizie riguardanti il decreto governativo che istituiva in tutta la Regione la «zona rossa» per frenare il contagio da coronavirus. «Lo so, è imperdonabile ciò che ho fatto. Me ne vergogno anche. Non prendetemi per un furbo. Anzi, mettetevi nei miei panni».
«Il panico - prosegue - è scattato all'improvviso e l'unica cosa cui pensavo era cercare un modo per poter ritornare dai miei genitori». Da lì la ricerca di un posto in treno. «Ho pensato di scendere da Milano Centrale, ma vista la calca ho capito che la soluzione migliore era un viaggio in auto». I controlli in autostrada sono differenti e sfruttando l’incertezza legislativa in cui si trovava l’Italia durante la notte, Francesco ha bloccato un posto con Blablacar ed è «sceso» indisturbato. Mentre frotte di fuorisede si sono riversati in stazione e sui bus per avviare il controesodo degli «impauriti», lui all'alba era già a casa con il suo trolley. «È irrazionale la paura, so che potrei mettere a rischio i miei cari, ma giuro che non mi muoverò di casa. Resterò in quarantena anche oltre il necessario, se serve. Non ho febbre. Non ho nulla. L'importante per me è avere vicino mia mamma e poterla guardare negli occhi e non attraverso una videochiamata sul cellulare».