LECCE - La Procura e la Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce hanno dato il via all’esecuzione di 10 arresti e a sequestri di beni per 7 milioni di euro a San Marino e in Italia - nelle province di Lecce, Brindisi, Taranto e anche nel Lazio, nelle province di Frosinone e Latina - nei confronti di persone ritenute appartenenti a una organizzazione criminale affiliata al clan Coluccia della Sacra Corona Unita.
L’indagine ha messo in luce estorsioni, truffe informatiche e gioco d’azzardo, in una organizzazione che secondo gli investigatori è in grado di imporre con metodo mafioso l’avvio, la gestione e il controllo del mercato del «gaming», gioco legale e illegale. In Salento, nell’operazione sono stati impegnati gli uomini del Gico della Guardia di Finanza.
I finanzieri leccesi hanno accertato che gli imprenditori M.M. e M.A. risultano tra gli elementi apicali di un’importante gruppo criminale, egemone nel comprensorio di Galatina, dedito al sistematico ricorso a metodi intimidatori per imporre la propria posizione di monopolio nello specifico settore, notoriamente di interesse delle mafie, non solo nel Salento ma anche in altre parti d’Italia. Numerosissimi gestori di bar, ristoranti e sale da gioco ricadenti nel «feudo» dei Coluccia, sono stati costretti, con l’imposizione della forza intimidatoria del vincolo mafioso ad installare oltre 400 slot machines e videopoker di proprietà delle società degli imprenditori arrestati, patendo - in caso contrario – minacce, attentati e ritorsioni, in alcuni casi, anche fisiche, da parte degli uomini del clan.
IN CARCERE - Sono finiti in carcere nell’inchiesta «Dirty Slot» due fratelli imprenditori di Galatina, Alberto e Massimiliano Marra, rispettivamente di 51 e 49 anni. Sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, frode informatica, gioco d’azzardo e trasferimento fraudolento di valori.
Nell’ordinanza di custodia cautelare vengono indicati come del tutto organici al clan Coluccia, alcuni esponenti del quale partecipano, secondo le accuse, alla gestione stessa dell’attività economica dei fratelli Marra. Un passaggio dell’ordinanza indica come l’intera famiglia Coluccia partecipò al matrimonio di uno dei due fratelli, Massimiliano.
I fratelli imprenditori sono due delle tre persone finite in carcere nell’ambito delle dieci misure cautelari firmate dal Gip di Lecce D’Ambrosio; per altre tre persone si tratta di arresti domiciliari e per quattro sono misure alternative.