Verso il voto
Regionali Puglia, Stefàno «corteggiato» da Emiliano e Renzi
Il senatore dem ribatte: «Non ho avuto né telefonate né ingaggi»
BARI - La Puglia resta un tasto dolente per il centrosinistra, ma dopo una settimana di roventi polemiche, sia dal Pd che da Italia viva si è scelto di abbassare i toni e accendere i riflettori solo sulla corsa in Emilia-Romagna per la conferma del governatore progressista Stefano Bonaccini. Così si spiega la svolta aperturista di Michele Emiliano dopo il tavolo della coalizione a Bari: il presidente pugliese ha aperto uno spiraglio per la ricomposizione con i renziani e ha lanciato un amo a Dario Stefàno, provando a “ingaggiarlo” per sbrogliare la matassa dei fondi Psr. Sul fronte liberal-democratico, dove si muovono Italia Viva, +Europa e Azione di Carlo Calenda, resta forte il pressing sullo stesso Stefàno, ritenuto un candidato credibile come alternativa al «governo populista» di Emiliano.
Il senatore salentino, finora, non ha superato le riserve che lo separano dal fronte emilianista, dopo aver a più riprese scomunicato le primarie del 12 gennaio. Interpellato dalla Gazzetta è stato telegrafico, spiegando che la posta in palio in Emilia-Romagna induce tutti i protagonisti della querelle pugliese mettere in sordina i temi divisivi: «Parlerò dopo il 26 gennaio. Veniamo costantemente chiamati alla responsabilità verso l’appuntamento delle regionali che vedono Bonaccini in prima linea. Non mi sottraggo». Il parlamentare dem, però, chiarisce anche che non è stato ancora contattato da Emiliano, che ha pubblicamente chiesto un suo contributo per risolvere l’annosa questione delle risorse non spese del Psr (in attesa di una deroga alla precedente tempistica che potrebbe essere concessa alla Puglia dagli euroburocrati di Bruxelles). All’invito del governatore non è quindi seguita una telefonata: «Non ho avuto né telefonate, né ingaggi. Non ne ho bisogno», ha chiosato Stefàno.
Per giungere ad una ricucitura tra Emiliano e Stefàno ci vorranno dunque altri passaggi, e soprattutto altri interventi: non a caso il governatore ha più volte chiamato in causa i vertici nazionali del Pd. Stefàno, infatti, è vicepresidente del gruppo dem a Palazzo Madama e solo il segretario nazionale Zingaretti potrebbe essere un interlocutore in grado di mediare, senza che un eventuale accordo possa apparire come una resa poco dignitosa per uno dei due contendenti.
Anche i renziani tentano Stefàno, molto legato al parlamentare di Italia Viva Francesco Bonifazi: nel parlamentare salentino la nascente coalizione con i liberali di +Europa e i riformisti di Azione troverebbe una figura che ha consensi in tutta la regione e una conoscenza dei dossier pugliesi approfondita. Insomma sarebbe un candidato in grado di entrare nel merito dei problemi e - numeri alla mano - capace di tenere un confronto contenutistico con Emiliano. Stefàno, però, deve fare anche i conti con gli spazi che il mondo renziano potrebbe riservargli: con la salentina Teresa Bellanova leader nazionale, che garanzie potrebbero arrivare dall’ex premier toscano?
La linea dei renziani pugliesi, però, resta intransigente: non a caso sui social Nadia Caroppo, tra le fondatrici di Italia Viva nella regione, commenta le fibrillazioni di questi giorni con un eloquente «meglio “isolati” che male accompagnati». E poi condivide un post de Linkiesta, giornale online diretto da Cristian Rocca, che considera la Puglia il «laboratorio» della nascente «federazione del buonsenso», ovvero dell’accordo tra Renzi, Calenda e il mondo che si riconosce nel liberismo di Emma Bonino.
IL COMMENTO DI EMILIANO - «Dario è una persona competente e brava, noi abbiamo bisogno di lui come abbiamo bisogno di tutti quelli che voglio bene a Renzi. Noi abbiamo bisogno anche delle persone che voglio bene a Calenda». Lo ha detto il governatore Michele Emiliano a margine della conferenza stampa di presentazione dell’indagine «La Puglia e la lotta ai tumori: il punto di vista di pazienti e cittadini» svolta da Ipsos su iniziativa «Donna Salute onlus».
Rispondendo ad una domanda sui suoi attuali rapporti con il senatore del Pd, Dario Stefàno, con cui c'è stato uno strappo prima delle primarie, Emiliano ha detto: «Le braccia sono aperte perché dobbiamo difendere una regione ben governata da 15 anni, che ha fatto passi avanti grandissimi in tutti i settori. Ho un contattato permanente, i mie numeri di telefono sono sempre gli stessi, mi chiamano tutti i cittadini del mondo. Nel momento in cui dico le braccia sono aperte, ditemi di cosa volete occuparvi, di agricoltura, di sanità, io sono a disposizione».
«Chi chiama per primo è importante? - ha detto ancora - Se serve io chiamo tutti. L’importante è che le ragioni dell’io vengano declinati nelle ragioni del noi. Abbiamo fatto le primarie per questa ragione. Potevo dire sono il presidente uscente, mi ricandido punto. Avevo tutti con me, come dimostrato. Invece ho detto facciamo le primarie, diamoci una possibilità. Ora chiunque voglia combattere contro l’ipotesi di consegnare la Puglia ad un progetto indefinito legato alle ragioni del Nord è benvenuto». Anche gli «amici di Renzi, gli amici di Calenda».
«Renzi, Calenda come Salvini - ha proseguito Emiliano - non sono candidati in Puglia, saranno candidati gli amici di Renzi, Calenda e Salvini. Se questi amici pugliesi di Salvini, Calenda e Renzi vogliono stare con noi a me va benissimo, perché dobbiamo continuare a governare la Puglia e dobbiamo farlo tutti insieme. Non c'è più un modello centrosinistra Pd-centrico, c'è la Puglia che apre le braccia a tutti coloro che vogliono mantenere questa autonomia di governo».