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Benny Pilato via dalla Puglia? L'urlo rabbioso del presidente regionale Federnuoto

 
Fabrizio Nitti

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Fabrizio Nitti

Benny Pilato via dalla Puglia? L'urlo rabbioso del presidente regionale Federnuoto

La campionessa 14enne potrebbe firmare per la Circolo Canottieri Aniene, la società più importante d'Italia, ma a Pantaleo non va giù

Martedì 01 Ottobre 2019, 10:58

Presidente Pantaleo, si sussurra che Benedetta Pilato possa lasciare la Fimco per tesserarsi con il Circolo Canottieri Aniene, la società più importante d'Italia, pur restando ad allenarsi in Puglia. Cosa c'è di vero?
«Mi erano arrivate voci, stentavo a crederci».

La Puglia rischia di perdere l'astro nascente del nuoto italiano?
«Penso proprio di sì. Potete immaginare il mio stato d’animo: dalla grande felicità dopo i Mondiali della Corea e dopo i Mondiali di categoria a Budapest, alla grande delusione di questo momento».

È possibile che una 14enne firmi per un altro club? Come funziona il nuoto-mercato?
«Sì, perché Benedetta per la sua giovanissima età non ha ancora alcun vincolo definitivo ed è questo l’aspetto meno piacevole di questa splendida favola. Perché un talento così precoce deve vestire una casacca che non rappresenta la realtà dove è nata e cresciuta a livello natatorio? Qual è il motivo che spinge alcune società, anche tra le più blasonate, ad accaparrarsi i giovanissimi talenti, sebbene società pugliesi hanno investito su di loro?».

Comunque l'Aniene può rappresentare un'occasione per la baby fenomeno. O no?
«No! La giustificazione non può essere quella di un supporto esterno a sostegno delle difficoltà del quotidiano, sostituendosi così alle istituzioni preposte; tutto questo purtroppo rafforza il convincimento che il supporto alla crescita tecnica e umana debba essere ricercato fuori dalle proprie realtà ignorando quel senso di appartenenza che rappresenta la nostra vera forza».

Cosa può fare la Federazione, cosa possono fare i vertici del nuoto pugliese?
«Appena venuta a conoscenza delle voci, la Federazione nazionale si è subito prodigata nel proporre un supporto economico, tecnico. Ormai, anche in Puglia molte società sono cresciute, bastava sceglierne una. In questo momento, poi... La Puglia, Taranto, in particolare, si è aggiudicata i prossimi giochi del Mediterraneo. Dovrebbero sorgere piscine olimpioniche, la federazione nazionale ha già promesso di voler fare un centro federale a Taranto dove convoglierà tutti gli atleti nazionali e il ritiro di nazionali straniere: immaginate come si eleverà il livello tecnico pugliese».

Facciamo due conti. La Pilato in bilico, Di Liddo è già dell'Aniene, De Tullio al centro federale di Ostia, la Gaetani tesserata per la Gestisport Lombardia. Sono le società pugliesi a non avere la forza per trattenere i proprio talenti o c'è altro? Perché tutto questo shopping in Puglia?
«È un dispiacere generale in quanto oltre alla Pilato sono stati contattati anche altri atleti. Se tutti andassero via si sminuirebbe il campionato regionale, altrimenti di alto livello. Ad ogni modo per gli atleti menzionati, la Di Liddo aveva 19 anni compiuti e parliamo di un periodo storico natatorio non equiparabile a oggi. Per quanto riguarda De Tullio, è stato richiesto da Morini, tecnico della nazionale, e si è trasferito ad Ostia al centro federale dove si sta allenando con atleti del calibro di Paltrinieri e Detti, e comunque era già maggiorenne ed è rimasto tesserato con la società barese “Sport Project” entrando a far parte del gruppo sportivo Fiamme Oro. Quando parliamo di giovanissimi atleti, invece, c’è la necessità di normalità e semplicità e che gli stessi non vengano orientati verso sogni ed illusioni non propri della loro età, per una aderenza ad un brand di altre regioni».

L'altra faccia della medaglia, magra consolazione però, è che forse qui in Puglia si lavora bene…
«La Puglia negli ultimi anni è cresciuta in termini agonistici grazie alla preparazione dei nostri tecnici e delle società che supportano tali progetti. Ma vorrei sottolineare che tutti settori della federazione regionale sono cresciuti in qualità e quantità grazie al lavoro della squadra del comitato regionale fin».

Situazione strutture. La Puglia è cresciuta in impiantistica, ma ci sono tane strutture chiuse (Modugno, Andria, Molfetta, Acquaviva, Barletta, tanto per citarne qualcuna) e altre pronte, inaugurate e mai aperte (Bisceglie, dedicata a Silvio Di Liddo). Perché? E come intende muoversi la Federazione?
«La situazione degli impianti natatori in Puglia è a tinte chiaroscure: a fronte di un movimento, come ormai è noto, in crescita verticale e che sta dando visibilità e blasone alla nostra regione in ambito internazionale, la realtà delle piscine, al contrario, non è così rosea. Ci sono diverse strutture, tra le quali ricordo quelle di Modugno, Andria, Molfetta, Acquaviva, Castellana, Bisceglie e Rutigliano, che per diversi motivi o non sono mai state attivate oppure, dopo un periodo di fiorente attività, hanno cessato l’opera lavorativa».

Perché?
«Le motivazioni, e qui non entro nello specifico non essendo questa la sede opportuna, sono da ricercare nei lavori strutturali necessari, nelle volontà dei proprietari privati, nei costi di gestione molto alti, nelle incertezze programmatiche delle Amministrazioni Comunali e talvolta anche dei proprietari. È significativo che alcuni di questi impianti siano comunali e che, in questa situazione di stallo, facciano registrare una doppia perdita: quella della costruzione della struttura e quella del mancato incasso della gestione. Le Amministrazioni sono passate dal pagare le società per gestire le piscine a chiedere ingenti somme per farlo. Questa situazione paradossale fa chiaramente capire che, per rilanciare questi impianti di cui la Puglia ha necessario bisogno, bisognerebbe rivedere al ribasso i canoni di gestione, non esagerare con le richieste economiche che col tempo le società non saprebbero soddisfare».

Quindi cosa si potrebbe fare?
«Sarebbe utile, e questo per ogni forma di gestione sia comunale che privata, che i costi, che sono quelli che incidono maggiormente sul bilancio della società, vengano rivisti, ma questo non dipende soltanto dalla Fin. Da parte mia c’è un grande interesse verso la riapertura di questi impianti e sono sempre stato pronto ad ascoltare le varie esigenze per trovare soluzioni utili, come per esempio ospitare attività federali anche non ordinarie per dare visibilità e conseguenti introiti. Ho cercato di sensibilizzare i proprietari offrendo loro tutto il contributo, nei limiti delle possibilità e del fattibile, per una rimessa in moto delle piscine cercando di sanare quelli che sono gli elementi di crisi. Concludo dicendo che la Puglia, per posizione e vocazione, ha necessario bisogno di gente che sappia nuotare e di una diffusione capillare della cultura acquatica, non solo dal mero punto di vista sportivo, ma anche per migliorare, come gli studi ormai da anni confermano, salute e stili di vita».

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