Lunedì 20 maggio
Xylella, ministro Centinaio sorvolerà in elicottero zona infetta in Salento Parla Martelli: «Bisogna distruggere il vettore»
Insieme al presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini
Il ministro delle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio, e il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, sorvoleranno in elicottero lunedì prossimo l'area infetta da Xylella, per verificare dall’alto la strage di ulivi che ha cambiato il volto e il paesaggio del Salento. Lo annuncia Coldiretti.
Il sopralluogo aereo partirà dall’aeroporto di Brindisi alle ore 10:45 e terminerà a Lecce, dove la delegazione di Coldiretti accompagnerà Centinaio all’assemblea di agricoltori che si terrà in città alle 12:00 presso il Teatro Politeama Greco.
«Dopo i gravi ritardi accumulati negli anni - spiega Coldiretti Puglia -, l’iniziativa segna l’importante cambio di passo che si avvia con l’approvazione del Decreto emergenze, con interventi decisivi per tutelare l’ambiente, far ripartire l'attività produttiva e fermare il contagio, che si è esteso ad una velocità di due chilometri al mese».
L'INTERVISTA ALL'ESPERTO GIOVANNI MARTELLI (di Graziana Capurso) - Il professor Giovanni Martelli, emerito di Agraria all’Università di Bari, commenta con noi il parere dell’Efsa sulla Xylella.
Dunque, per il batterio killer non c’è cura?
«È un dato di fatto, non serviva il parere dell’Europa. Per il batterio della Xylella fastidiosa la cura non c’è e lo comprovano secoli di studi e infinite ricerche scientifiche».
Nonostante sia un problema conclamato però, c’è un certo scetticismo di fondo.
«Lo scetticismo va bene, ma bisogna dare delle risposte altrimenti questi signori farebbero bene una volta per tutte a tacere. Poi se hanno la soluzione in tasca, è tanto di guadagnato, ma non ci sono cure alternative, bisogna ascoltare chi ha esperienza sul tema».
Ci sono soluzioni per contrastare questa piaga?
«È un virus maledetto che si insedia nei vasi legnosi delle piante e diventa difficile da raggiungere, diffondendosi non tramite vie naturali, ma attraverso i vettori. Se non si fermano quelli la malattia continuerà ad avanzare. Tuttavia esistono dei trattamenti sperimentali da adottare, già spiegati nel Piano Silletti, che purtroppo è stato accantonato dalla Regione, che possono dare dei buoni risultati a lungo termine: basta intervenire in primavera sulle erbe infestanti per eliminare gli stadi giovanili, dopodichè occorrono interventi sulle piante d’ulivo con insetticidi nel periodo di maggio e giugno. Solo così si può arginare, non risolvere, l’avanzata del batterio».
E il ruolo dell’Europa?
«Più di insistere e di dirci di applicare le norme preventive, non può fare. Deve partire tutto dai bravi olivicoltori.
C’è speranza di salvare gli ulivi infetti?
«Se l’epidemia dovesse risalire, anche altre zone italiane piangeranno questo problema. Il Salento è ormai danneggiato, ma potrà riprendersi se si seguirà la via “genetica” con l’innesto di varietà di piante resistenti al batterio. Purtroppo siamo destinati a convivere con questa piaga, la Xylella quando arriva in un ambiente climatico favorevole può colpire una vasta gamma di ospiti. Sono 500 le specie di piante a rischio e siccome non si può distruggere tutta la flora mediterranea, l’unica soluzione è la prevenzione, l’applicazione di pratiche agricole virtuose e una lotta spietata al vettore. Se si blocca quello si blocca la malattia.