Svuotamenti controllati

Cala l'acqua nelle dighe lucane: sale preoccupazione in Puglia

Piero Miolla

Ammanco idrico in tre impianti su 6. Aqp: tutto regolare

Quasi 26 milioni di metri cubi d’acqua in meno nella diga di Monte Cotugno, a Senise, e all’incirca 40 in meno in quella del Pertusillo, situata in Val d’Agri. Così, anche in Puglia scatta la preoccupazione per l’eventuale carenza di acqua per la stagione estiva. Quelli riferiti, infatti, sono gli ammanchi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso nei due più importanti invasi della Basilicata, tradizionale riserva dell’oro bianco anche per la vicina Puglia. Che proprio dal Pertusillo attinge grandi quantitativi per le sue campagne, ma non solo: anche molte zone urbane pugliesi, infatti, bevono grazie alla Basilicata. Terra nella quale, almeno fino alla settimana scorsa, si registravano circa 435 milioni di metri cubi d’acqua nei sei invasi operativi, 65 in meno dello scorso anno, stando ai dati della sede lucana dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale.


Tradotto in soldoni, cosa significa? Che si tratta di una scorta appena sufficiente per rispondere alle necessità della stagione estiva ormai prossima. Come mai c’è questo deficit? In primis a causa della scarsità delle precipitazioni che si è registrata nell’ultimo trimestre. Ma c’è anche dell’altro. Sembra strano che dopo un gennaio con fiumi e sorgenti ingrossati per le abbondanti nevicate, i livelli siano rimasti invariati anche successivamente: febbraio e marzo, infatti, avrebbero dovuto comunque far registrare un incremento della disponibilità, pur a fronte di precipitazioni come detto modeste.
Svelato l’arcano: a incidere sui livelli degli invasi c’è stata un’operazione di svuotamento su indicazione del Servizio dighe del Ministero che ha fissato una limitazione sulla capacità di accumulo. Sulla scia di questa indicazione, il gestore ha dovuto mantenere costante il livello di acqua. Per effetto di questo provvedimento, il Camastra, piccolo invaso situato nel cuore dell’Appennino Lucano, che quasi ogni anno raggiunge il «troppo pieno» tra dicembre e gennaio per le abbondanti nevicate del suo bacino idrografico, ha visto depotenziare il suo flusso dopo aver raggiunto, il 7 febbraio scorso, a seguito dello scioglimento della neve caduta a gennaio, la quota record di 21 milioni di metri cubi d’acqua, sua massima capacità.

Oggi la sua portata si attesta sui 12 milioni. Accanto alla limitazione dei livelli imposta a livello ministeriale, per la diga di Montecotugno (Senise) c’è la necessità di ripristinare il manto, operazione - fissata a luglio - che può essere portata a termine solo in presenza di livelli idrici contenuti. La diga di San Giuliano, tra Matera e Miglionico, che oggi raccoglie 66 milioni di metri cubi d’acqua, è quasi in linea con lo scorso anno: anche qui, però, si è proceduto a svuotamenti controllati in momenti di eccessiva piena del Bradano. Infine Basentello e Gannano: il primo contiene al momento 22 milioni di metri cubi (il 50 per cento in più dello scorso anno), il secondo è completo. Luci e ombre, dunque. Che preoccupano non solo la Basilicata, ma anche agricoltori e cittadini della Puglia. Da Aqp, però, fanno sapere che, almeno fino a ieri, non è giunta alcuna informazione circa ipotetiche difficoltà future nell’approvvigionamento.

Privacy Policy Cookie Policy