Dopo la morte di Stano
Manduria, pestato a morte, parla Conte: «Ora tanto lavoro sui ragazzi»
Le parole del premier: Impegno quotidiano perché ragazzi fragili crescano uomini
TARANTO - Non solo video, ma anche file audio sono stati trovati nelle chat di WhatsApp della gang criminale che ha torturato per molto tempo Antonio Stano, il 66enne di Manduria morto il 23 aprile scorso. Negli audio, di pochi secondi, i bulli commentano le aggressioni della sera precedente compiute contro Stano. In un audio un giovanissimo dice: «Mazzate, proprio mazzate, con le mazze in testa, uno di noi (nell’audio si indica il nome), sul volto gliel'ha data».
In uno degli audio - pubblicati dal Nuovo Quotidiano di Puglia - si descrive l’episodio dell’incursione di gruppo, quella del video delle bastonate diffuso dalla polizia. Un giovane racconta ai compagni assenti i particolari dell’ultimo assalto. «No ragazzi, dovevate vedere (trovarvi). «Siamo entrati piano, piano, piano. In un secondo quello si è girato (Antonio Cosimo Stano, ndr) trovandosi in casa cinque, sei persone con le mazze; infatti ha lanciato un urlo ed ha perso la voce».
«La terribile e tormentata morte di Antonio Stano ha molto da insegnarci: occorre un quotidiano, faticoso impegno perché da ragazzi fragili e insicuri crescano uomini; abbiamo tanta strada da percorrere perché si affermino la cultura del rispetto e i valori della umana convivenza». Lo scrive su Facebook, il premier Giuseppe Conte.
«In ricordo di Antonio Stano», così inizia il post appena pubblicato su Facebook del premier Giuseppe Conte dedicato a quanto accaduto a Manduria.
«A distanza di alcuni giorni, ora che le reazioni più emotive si stanno diradando - osserva Conte - diventa ancora più importante fermarsi a riflettere sulla vicenda di Manduria. Dobbiamo lavorare tanto (Governo, docenti, genitori, responsabili dell’informazione) affinché i nostri ragazzi abbiano la lucida forza di schierarsi dalla parte giusta quando incontrano persone che appaiono più vulnerabili o, per qualche aspetto, diverse. Dobbiamo impegnarci a fondo perché capiscano che il vero coraggio si esprime quando si contrastano i soprusi, non quando ci si piega alla violenza del gruppo per fuggire dalle proprie paure. Dobbiamo spiegare loro che la vigliaccheria si manifesta anche quando, semplicemente, si cede alla tentazione di condividere sui social network un video che riproduce il dileggio e la derisione di persone fragili e indifese. La terribile e tormentata morte di Antonio Stano - conclude Conte - ha molto da insegnarci: occorre un quotidiano, faticoso impegno perché da ragazzi fragili e insicuri crescano uomini; abbiamo tanta strada da percorrere perché si affermino la cultura del rispetto e i valori della umana convivenza».