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1 maggio, a Taranto il concertone con Gazzè, Elio, Capossela e Malika Ayane

 
LEO SPALLUTO

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LEO SPALLUTO

1 maggio, a Taranto il concertone con Gazzè, Elio, Capossela e Malika Ayane

Alle Mura greche per denunciare le ingiustizie: la forza della musica per difendere il territorio

Mercoledì 01 Maggio 2019, 09:59

19:56

La forza della musica e dei messaggi. Per la difesa dei territori, dell’ambiente, dei diritti universali. È l’ora dell’«Uno Maggio Libero e Pensante»: dalle 14 strumenti e canzoni si alterneranno sul palco del Parco Archeologico delle Mura Greche con interventi e testimonianze: il sottotitolo «Chi pensa di averci in pugno sappia che i pugni abbiamo appena iniziato a stringerli» è allo stesso tempo, un grido di dolore e un invito a non arrendersi alle ingiustizie.

Lo sforzo organizzativo del Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, che organizza la manifestazione autofinanziandosi con la vendita del vino e delle magliette, si rinnova per la sesta volta. Ieri mattina il presidente del Comitato Simona Fersini, assieme ai direttori artistici Michele Riondino, Diodato e Roy Paci, alla conduttrice Valentina Petrini e ad alcuni componenti dei Liberi e Pensanti (Gianni Raimondi, Viriginia Rondinelli, Raffele Cataldi) hanno illustrato le ultime novità. La line up si è completata lunedì sera con Vinicio Capossela, che sarà accompagnato da una special band composta da Roy Paci, Daniele Sepe e Alessandro «Asso» Stefana. Assieme a loro ci saranno Malika Ayane, Max Gazzè e Elio (ormai senza Storie Tese) e tanti protagonisti di punta della scena «indie» italiana: Colle der fomento, CorVeleno, Andrea Laszlo De Simone, Viito, The Winstons, Dimartino, Epo, Mama Marjas, Tre Allegri Ragazzi Morti, Istituto Italiano di Cumbia, Terraross, Bugo, Sick Tamburo, Bobo Rondelli, Maria Antonietta, Ainé, Misspia e Brigata Unomaggio. Molta attesa per gli Oesais, ovvero Toti e Tata (Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo) che riproporranno su un palco, per la prima volta dopo venti anni, l’irresistibile parodia degli Oasis e dei fratelli Gallagher.

Nei cambi palco spazio a No Tav e No Tap, a Bagnoli Libera, al rappresentante italiano di Ende Gelande, gruppo tedesco per la Giustizia climatica globale. Poi ci saranno le «mamme da Nord a Sud», le mamme «no Pfas» del Veneto, le mamme lucane, un toccante videomessaggio delle mamme argentine di Plaza del Mayo, i collegamenti con Ilaria Cucchi, con l’assessore alla cultura di Roma Christian Raimo, con il sindaco sospeso di Riace Mimmo Lucano, e con Pietro Marrone, il comandante della nave Mare Jonio della Ong Mediterranea che ha disobbedito all’alt della Guardia di Finanza per salvare 49 migranti. Sul palco saliranno il vignettista Mauro Biani e il papà di Lorenzo Orsetti, il 33enne italiano ucciso in Siria mentre combatteva al fianco dei curdi.

SINDACO MELENDUGNO: RESISTEREMO - «Dobbiamo cambiare il nostro modo di vedere il futuro: no fossili, stop carbone, gas e petrolio. Bisogna cambiare l’idea di futuro. Ecco perché continueremo a sventolare le nostre bandiere anche davanti allo Stato e alla Polizia». Lo ha detto, intervenendo sul palco del concertone dell’1 maggio di Taranto, il sindaco di Melendugno Marco Potì, parlando dell’approdo del gasdotto Tap in arrivo in Puglia, sulla spiaggia di San Foca, dall’Azerbaijan. Melendugno è il comune salentino sul cui territorio è in costruzione l’opera. "Conduciamo la battaglia No Tap - ha spiegato - perché abbiamo studiato il progetto e quella battaglia non è diversa dalla battaglia di Taranto».

Un sindaco «si mette la fascia tricolore - ha puntualizzato Potì - e si mette anche davanti alla Polizia se è il caso per continuare a fare sentire la voce dei cittadini. Taranto, Melendugno, Cerano, hanno tante cose in comune. Noi resisteremo. I fascismi ci sono ancora, sono quelli finanziari che vogliono passare sulle nostre teste per imporre la volontà di pochi a danno dei molti». «Noi - ha concluso il sindaco di Melendugno - continueremo a far sventolare le nostre bandiere insieme a chi combatte contro la trivellazione dei nostri mari, per andare a trovare il petrolio, contro chi brucia ancora il carbone pensando di fare dei profitti. Noi abbiamo un dovere da istituzioni e da classe dirigente: quello di preservare il diritto alla vita delle future generazioni».

COMANDANTE NAVE MARE JONIO_ NON GUARDARE COLORE MIGRANTI -  «Se vedete persone in difficoltà in mare non guardate il loro colore ma guardate il cuore di queste persone». Lo ha detto, inviando un video messaggio diffuso dal palco del concertone dell’1 maggio di Taranto, Pietro Marrone, il pescatore-comandante della nave Mare Jonio della Ong Mediterranea che il 18 marzo scorso, disobbedendo all’alt della Guardia di Finanza, ha soccorso e salvato 49 migranti in acque libiche ed è ora indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

«Abbiamo salvato i naufraghi - ha aggiunto - a circa 100 miglia a sud di Lampedusa. Sono un ex pescatore e so che nella città di Taranto ci sono tanti pescatori come me. Ringrazio tutta i tarantini per il supporto che mi stanno dando». E' intervenuto anche un portavoce di Bagnoli Libera, «testimoniando la vicinanza del movimento, la nostra solidarietà e complicità con voi che lottate in Puglia, con voi che lottate a Taranto contro un mostro che ricordiamo. Tutt'oggi portiamo gli effetti sul nostro corpo perché ricordiamo la polvere sui balconi, ricordiamo e ancora oggi vediamo le morti per tumore, le morti per l’amianto, per gli idrocaruburi. Tutt'oggi vediamo che i governi, da destra a sinistra, Lega e Cinque Stelle, continuano a giustificare l’esistenza e il persistere di questi mostri con una parola: lo sviluppo».

Lo chiamano «sviluppo, ma questo sviluppo - ha concluso - alla fine che cos'è? E’ quello che diventa la Tav, è quello che diventa la Tap, è quello che diventa l’Ilva. Dopo 30 anni di nulla, dopo 30 anni di devastazione, di miseria e lutto, disoccupati, disoccupate, studenti, abitanti del territorio di Napoli, dell’area flegrea, si uniscono e chiedono che chi ha inquinato paghi definitivamente».

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