Il caso

Bari, Comune registra per la prima volta il figlio di due donne: la Procura si oppone

Redazione online

Le due donne hanno chiesto all’Anagrafe del Comune di Bari la trascrizione dell’atto di nascita del loro figlio, rivendicando il diritto che già altri sindaci d’Italia hanno riconosciuto

BARI - Il Comune di Bari ha deciso di trascrivere l’atto di nascita di un bambino, figlio di una coppia di donne omosessuali, che così sono state riconosciute genitori del piccolo. Secondo quanto scrive il quotidiano la Repubblica si tratta del primo caso a Bari contro cui, però la Procura ha presentato ricorso. Il quotidiano scrive che le due donne hanno chiesto all’Anagrafe del Comune di Bari la trascrizione dell’atto di nascita del loro figlio, rivendicando il diritto che già altri sindaci d’Italia hanno riconosciuto. Il Comune di Bari, però, anche in ragione di una normativa non chiara sull'argomento, in un primo momento ha respinto la richiesta delle donne che per questo hanno presentato ricorso.

L'udienza però non si è tenuta poiché nel frattempo l'amministrazione comunale ha rivisto la sua decisione e ha trascritto l’atto di nascita. Il provvedimento, però - riferisce il quotidiano - sarebbe stato impugnato dalla Procura che ha chiesto la cancellazione della trascrizione dell’atto di nascita sulla base del decreto del 2000 del presidente della Repubblica che ha introdotto una semplificazione dell’ordinamento dello stato civile. E adesso il caso tornerà nuovamente dinanzi alla prima sezione del Tribunale civile che, nell’udienza fissata per il 2 aprile, dovrà pronunciarsi sul ricorso. Il Comune ha già dato mandato a un avvocato interno di costituirsi nel procedimento per difendere la propria decisione.

GIUDICE DECIDERA' SU ATTO DI NASCITA - È già formalmente figlio di due donne in Inghilterra il bambino sul cui atto di nascita dovrà pronunciarsi tra qualche giorno il Tribunale Civile di Bari.
La vicenda comincia nell’agosto 2017. Il bambino, figlio biologico di una donna inglese, viene dichiarato e registrato al momento della nascita, nel Regno Unito, come figlio della coppia omosessuale (l'altra donna è italiana). Al trasferimento della coppia a Bari, giunge al Comune, tramite Ambasciata, la richiesta di trascrizione dell’atto per ottenere la cittadinanza italiana. Il Comune, come delegato del Governo, chiede un parere al Ministero dell’Interno che inizialmente non risponde. Il Comune, che ha un termine entro il quale accettare o respingere la richiesta, decide di registrare l’atto di nascita ritenendo prevalente l’interesse del minore. All’inizio di marzo 2018, poi, arriva la nota del Ministero, secondo la quale l’atto non era trascrivibile. A quel punto l’ufficiale di Stato civile del Comune, che non è legittimato per legge a cancellare la trascrizione, trasmette gli atti alla Procura. Dopo alcuni mesi la magistratura barese, preso atto della situazione, chiede al Tribunale di cancellare l’atto.
Nel giudizio vengono citati la famiglia, il Ministero e il Comune di Bari, il quale, su decisione della Giunta, decide di costituirsi sostenendo la tesi della validità della trascrizione. La questione sarà discussa in udienza il prossimo 2 aprile.

DIETRO FRONT DELLA PROCURA - La Procura di Bari ha revocato oggi la richiesta di annullamento della registrazione dell’atto di nascita di un bambino figlio di due donne. Lo rende noto il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, chiarendo che l’istanza di annullamento della registrazione anagrafica era stata inoltrata dal pool Affari civili della Procura su esplicita richiesta del Comune di Bari.
«Dopo di che, però, - spiega Volpe - si è accertato, cosa che non emergeva prima, che prima di quell'iscrizione era stata trascritta l’unione civile delle due donne che era il presupposto che mancava». «La richiesta - conclude il procuratore - è stata revocata oggi perché siamo andati a verificare che il Comune poi ci aveva mandato la prova della previa trascrizione dell’unione civile, che era l’anello che mancava e che invece c'è».

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