La visita a TARANTO

Segretario del Papa Parolin all'ex Ilva: «Sicurezza e ambiente priorità»

Redazione online

L'incontro con la comunità a 50 anni dalla storica messa di Natale celebrata in fabbrica da san Paolo VI

«La sicurezza sul lavoro, il rispetto dell’ambiente e la sostenibilità sono le nostre prime priorità. Sempre per questo motivo, vogliamo anche fare parte della comunità in cui operiamo, sostenendone la crescita e lo sviluppo per integrarci al meglio». Lo ha detto l’amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, Matthieu Jehl, accogliendo nello stabilimento siderurgico di Taranto il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, nel capoluogo ionico in occasione del 50esimo anniversario della visita di San Paolo VI, che celebrò la messa della notte di Natale all’Italsider nel 1968.

Parolin è accompagnato dall’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro. Presenti le autorità cittadine, le organizzazioni sindacali e una larga rappresentanza di dipendenti ed ex dipendenti del Siderurgico. Jehl ha ricordato le parole pronunciate mezzo secolo fa da papa Montini, il quale disse «che 'l'uomo vale più della macchina'. Nonostante siano passati 50 anni, questo messaggio di Papa Paolo VI - ha aggiunto l’Ad di ArcelorMittal - è più attuale che mai per noi. Siamo infinitamente grati a Sua Eminenza perché la sua visita rafforza questo messaggio in un momento così importante per la neonata ArcelorMittaI Italia. Molte volte in queste settimane abbiamo detto che le persone sono la nostra prima risorsa e che non esiste una singola tonnellata di acciaio che valga la pena produrre se non possiamo tornare a casa in piena salute».
ArcelorMittaI Italia «è appena nata, ma - ha assicurato Jehl - questa azienda ha una storia molto importante alle sue spalle e noi vogliamo anche che abbia un grande futuro. Per questo, abbiamo pensato di fissare questo momento con il simbolo del primo acciaio realizzato da ArcelorMittaI Italia. È il primo nato del nostro acciaio e, come il Natale festeggia una nascita, con questo piccolo coil (rotolo di acciaio, ndr) noi vogliamo festeggiare - ha concluso Jehl - questa visita così importante per noi in questo momento».

«Qui si gioca l’impostazione del futuro di buona parte dell’economia nazionale, ma soprattutto la qualità di un certo modello di sviluppo che finalmente ponga al centro non la massimizzazione dei profitti, ma il bene e la dignità delle persone, la difesa della salute e la cura della casa comune». Lo ha dichiarato l’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, nel corso dell’incontro organizzato nello stabilimento siderurgico di Taranto per la visita del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, nel capoluogo ionico in occasione del 50esimo anniversario della visita di San Paolo VI.
Prima dei vari interventi è stato proiettato un video con un estratto dell’intervento di San Paolo VI la notte di Natale del 1968. Presenti il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il prefetto Donato Cafagna, il sindaco Rinaldo Melucci, l’onorevole Ubaldo Pagano del Pd, le organizzazioni sindacali e una folta rappresentanza di lavoratori. Hanno preso la parola anche due di essi: uno attualmente in servizio, il capo squadra pronto intervento Colata continua Orazio Gallo, e uno che lavorava nel Siderurgico 50 anni fa, Giuseppe Tosi, all’epoca capo reparto dell’Acciaieria 1.


«L'incontro con i lavoratori dipendenti di questa azienda - ha aggiunto Santoro - mi è personalmente molto caro e non solo nella celebrazione annuale del precetto pasquale, quando partecipano in gran numero, ma anche in diversi momenti di criticità e di lutto che abbiamo sofferto insieme convinti che la difesa dell’ambiente e la difesa del lavoro camminano insieme. In questi sette anni in cui sono vescovo a Taranto ho vissuto insieme con loro e con tutta la nostra città la battaglia della qualità della vita e della salute, che è prioritaria, senza mai separarla dalla battaglia per un lavoro degno. Ora c'è una nuova proprietà con cui possiamo dialogare e qualcuno a cui manifestare i nostri apprezzamenti quando lavorerà bene e le nostre critiche se lavorerà male».
La vita «della grande azienda siderurgica - ha affermato ancora Santoro - è inseparabile dalla vita dell’ambiente e del territorio che la ospita. Per questo c'è bisogno di qualcuno con cui programmare iniziative all’altezza delle esigenze della Città che ci parlino di un’offerta sanitaria adeguata ai bisogni di salute e cure non soddisfatti; che ci parlino di salvaguardia ambientale e di infrastrutture che siano il segno concreto di un’inversione di tendenza concreta e tangibile»

CONCILIARE DIRITTI ALLA SALUTE E AL LAVORO - «La sicurezza degli uomini che lavorano, la loro salute e quella di coloro che vivono attorno a questo 'colosso dell’ingegno e dell’industria umanà, è una priorità che non può passare in secondo piano rispetto alle pur legittime esigenze economiche». Lo ha sottolineato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, in un incontro organizzato nello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto in occasione del 50esimo anniversario della visita di San Paolo VI, che celebrò la messa della notte di Natale all’Italsider nel 1968.

Parolin si è rivolto all’amministratore delegato di ArcelorMittal Italia Matthieu Jehl, ai lavoratori, alle autorità e ai sindacati, spiegando che Papa Francesco aveva pensato di visitare Taranto in occasione della ricorrenza dell’intervento di Papa Montini nella fabbrica ma non ha potuto essere presente e ha inviato il segretario di Stato Vaticano. «Cinquant'anni fa, compiendo un gesto ricco di significato che solo un santo poteva ideare, Paolo VI - ha detto Parolin - trascorreva in questo luogo la notte nella quale facciamo memoria della nascita di nostro Signore. Il Sommo Pontefice mostrava al mondo il volto di una Chiesa solidale con chi era impegnato a dare sostanza ad uno sviluppo che appariva inarrestabile proprio grazie a coloro che, con maestria, sapevano 'trattare e dominare la materià. Nella sua omelia San Paolo VI sottolineava la dignità del lavoratore e ricordava a tutti che 'L'uomo vale più della macchina e della sua produzionè. Quel richiamo al rispetto della dignità del lavoratore vale ancora oggi, come ci ha ricordato Papa Francesco il 27 maggio dello scorso anno nella sua visita allo stabilimento Ilva di Genova».

ESUBERI REIMPIEGATI - «Salutiamo con soddisfazione la volontà di riservare a moltissimi degli operai già in organico il proprio posto di lavoro ed auspichiamo vivamente il reimpiego di coloro i quali, ad oggi, non rientrano nei piani aziendali». Lo ha detto il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, intervenendo nello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto in occasione del 50esimo anniversario della visita di San Paolo VI.
«Allo stesso tempo - ha aggiunto Parolin - vogliamo esortare chi in questo momento così delicato ha il compito di tracciare le linee d’azione aziendale, cercando vie percorribili per il risanamento dell’azienda, di adoperarsi perché i più avanzati frutti del progresso scientifico e tecnologico vengano applicati senza indugio anche a questa grande fabbrica. Questo per assicurare la salvaguardia della salute di tutti, mediante una più spiccata attenzione alle conseguenze ambientali dell’attività economica».
Il cardinale ha ricordato che «già nel 1989 un altro Papa santo, Giovanni Paolo II, proprio qui dichiarava che 'il campanello d’allarme' relativo alle questioni ecologiche era già suonato ed invitava tutti alla presa di consapevolezza della gravità della situazione. In questi anni il territorio ha pagato in effetti uno scotto di non poco conto. I dati epidemiologici resi noti certificano una sofferenza della quale come Chiesa non possiamo che farci carico. Siamo vicini a tutti coloro che piangono la prematura scomparsa di un loro congiunto e preghiamo per tutti coloro che stanno combattendo la malattia». 

LE PAROLE DEL VESCOVO DI TARANTO - «Occorre restituire la fiducia a una comunità disillusa. Questo può partire solo da un dialogo serrato con la comunità stessa nel rispetto delle sue legittime aspirazioni per tanto tempo frustrate benché uguali a quelle che ogni padre, ogni madre di famiglia, auspicherebbero per i propri figli: salute, lavoro, qualità della vita». Lo ha affermato l'arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, intervenendo nello stabilimento siderurgico di Taranto per la visita del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, nel capoluogo ionico in occasione del 50esimo anniversario della visita di San Paolo VI.


«Questa sua visita Eminenza - ha aggiunto Santoro - ci spinge a non arrenderci, a trovare strade di umana solidarietà supportate dalla scienza, per non lasciare alle fatalità, alle omissioni, alle logiche del profitto e della rassegnazione le sorti della salute delle persone». È questo «lo spirito - ha chiarito mons. Santoro - che ha guidato e sorretto l’iniziativa dell’apertura di uno studio medico presso la parrocchia Gesù Divin Lavoratore di cui è parroco Padre Nicola, cappellano in questa azienda, nel quartiere Tamburi, finalizzato a sperimentare procedure per intercettare in tempi rapidi segnali importanti che possano prevenire l’insorgenza di malattie polmonari per loro natura rapide e infauste. Le attuali cure ospedaliere intervengono quando le malattie sono già insorte o sono in stato avanzato». Medici «operanti presso Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo - ha spiegato l'arcivescovo - sono impegnati dal mese di agosto in questo percorso al quale stanno aderendo spontaneamente numerosi cittadini. Potrebbe su questo aspetto specifico crearsi una rete con la Proprietà (del siderurgico, ndr) ed il Polo Oncologico dell’ospedale Giuseppe Moscati. È un segnale di resilienza di una comunità che è costretta a supplire al compito di tutela e salvaguardia della propria salute che la nostra Costituzione assegna alle Istituzioni».
Santoro confida «in un dialogo sereno del quale - ha concluso - la presenza di Vostra Eminenza è un buon segno per la cura della casa comune e per il bene di Taranto e di tutta la nostra terra. E’ un’opportunità per dare seguito al grande gesto profetico compiuto 50 anni fa da San Paolo VI».

EMILIANO: «DECARBONIZZAZIONE UNICA STRADA» - «Per la Regione Puglia la decarbonizzazione dell’acciaieria di Taranto resta l’unica strada per conciliare ambiente, salute e lavoro. Devo ringraziare il cardinale Parolin per le sue parole nitide: ha parlato di ecologia integrale, significa non tralasciare nulla di quanto la tecnologia oggi mette a disposizione e applicare ogni rimedio esistente per rendere compatibile la salute e il lavoro. Quindi più di questo non si poteva chiedere». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, partecipando all’incontro nello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto con il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, per le celebrazioni del 50esimo anniversario della visita di San Paolo VI, che celebrò la messa della notte di Natale del 1968 all’Italsider.


«Mi auguro - ha spiegato Emiliano - che i nuovi acquirenti di quella che un tempo chiamavamo Ilva rispettino evidentemente questo indirizzo che è coincidente con quello della Regione Puglia che ha chiesto la integrale decarbonizzazione della fabbrica, coincidente con quello del buonsenso, coincidente con il Trattato di Parigi Cop21, con l’enciclica 'Laudato sì', con il convincimento dei principali Paesi civili del mondo». Non c'è ragione «per non adeguarsi - ha aggiunto - a quello che chiede l'azienda - se ho capito bene - ovvero che anche il resto del mondo e dell’Unione europea si adatti a queste nuove regole per avere parità di concorrenza. Questo mi pare giusto, perché se ArcelorMittal farà il suo dovere, e noi vigileremo con grande attenzione che lo faccia, è anche giusto che pretenda che gli altri suoi concorrenti facciano la stessa cosa».
«Noi - ha concluso Emiliano - saremo al fianco di ArcelorMittal perché anche la questione della concorrenza sia risolta, perché non si può chiedere solo a qualcuno e non a tutti di fare un grande cambiamento rivoluzionario come quello che viene oggi richiesto anche dalle parole del cardinale Parolin».

LE PAROLE DI IERI - «Vorrei dire due parole che sgorgano del cuore. Sono colpito e commosso da questa accoglienza riservata a me e attraverso di me a papa Francesco che io rappresento e del quale intendo portare vicinanza, saluto, affetto e benedizione». Lo ha detto il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, intervenendo a Taranto in occasione del 50esimo anniversario della visita di San Paolo VI al Centro Siderurgico Italsider la notte di Natale del 1968. Il Segretario di Stato vaticano ha ricordato «il grande impatto» che ebbe la visita del Papa che per la prima volta celebrò la messa di Natale non a San Pietro ma in una fabbrica.

Parolin ha benedetto il luogo in cui sorgerà un monumento dedicato a Papa Paolo VI, in piazza Suor Maria Mazzarrello nel quartiere intitolato al Santo Papa, pronunciando un breve discorso dopo il saluto del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci e dell’arcivescovo Filippo Santoro. «Sono davvero molto contento - ha osservato il cardinale, accolto da centinaia di fedeli - di essere qui con voi in questa circostanza per celebrare i 50 anni dalla storica visita di Paolo VI, oggi san Paolo VI, compiuto all’Italsider e in altri luoghi di questa città. Io ero piccolo allora. Qui ci sono bambini e ragazzi che avranno più o meno l'età che avevo io. All’epoca non c'erano i mezzi di comunicazione di oggi. Ma ricordo il grande impatto che ebbe la visita del Papa che per la prima volta celebrava la messa di Natale non in Basilica vaticana per viverlo invece in una fabbrica, con tutto quello che poteva significare e la difficoltà di intendersi tra chiesa e mondo del lavoro». 

In quel momento «non avrei mai pensato - ha puntualizzato Parolin - che a distanza di 50 anni mi sarei trovato io a celebrare questo evento con voi. Vorrei dire qui che vogliamo fare memoria del passato. Un monumento ricorda qualcosa che è successo nel passato, ma questo radicamento nel passato è necessario per vivere bene il presente e proiettarsi verso il futuro prendendo lezione da quelli che possono essere stati gli errori. Le difficoltà ci sono state e ce ne saranno: è importante guardare avanti con sguardo aperto e cuore largo di speranza». «Vorrei che la mia visita - ha concluso Parolin - servisse proprio a questo. Chi visita viene, se ne va e i problemi restano. Abbiamo bisogno di coraggio ed entusiasmo per affrontare la realtà ogni giorno. Spero che la visita serva e che questi siano momenti lieti in vista del Natale. Grazie per l’invito all’arcivescovo Santoro e a tutti voi». 

LE PAROLE DI MONS. SANTORO - «I primi passi di Sua Eminenza, vogliamo viverli come immagine della vicinanza della Chiesa a ciascuno, specie qui, dove le luci della ribalta si accendono in determinate occasioni e poi rimangono spente e del quartiere Paolo VI non se ne parla più. Invece c'è bisogno di una cura puntuale e costante, che vada qualificando servizi, spazi, sanità, istruzione, perché una società fin quando permetterà risacche di emarginazione e di abbandono non potrà dirsi mai civile». Così l’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, nel saluto al cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, a Taranto per partecipare alle celebrazioni del 50esimo anniversario della Visita di San Paolo VI all’Italsider la notte di Natale del 1968.
Il cardinale ha prima benedetto il luogo in cui sorgerà un monumento dedicato al Santo e poi ha incontrato nella Parrocchia San Massimiliano Kolbe i cittadini del quartiere Paolo VI e presieduto una liturgia della Parola. «Il senso di questi due giorni - ha aggiunto mons. Santoro - che trascorreremo insieme, nel ricordo di San Paolo VI è quello di rendere fruttuosa quella visita ancora oggi, dopo cinquant'anni e con umiltà dare impulso nuovo ad una profezia ancora incompiuta. Cominciamo da qui, da questa parrocchia, di quelle che le normali localizzazioni descriverebbero come di estrema periferia, in questo quartiere che porta il nome del Santo. Probabilmente prima che qualsiasi voce di bilancio o traguardo aziendale, il progresso, la qualità della vita, le vittorie della grande industria andrebbero ricalibrate dal racconto di queste storie e dall’incontro di questi volti». Il senso «di questi giorni, secondo lo stile - ha spiegato l’arcivescovo - di papa Francesco, sarà sicuramente quello di ribadire la dignità della persona umana sopra ogni cosa, guardando al lavoro non solo come dimensione necessaria per il proprio sostentamento, ma come occasione di realizzazione. Quando parliamo di lavoro degno parliamo di un lavoro che possa rendere felice chi lo compie». 

«Eminenza, noi in questi anni abbiamo strenuamente difeso il connubio dei diritti alla salute e al lavoro, quasi fosse innaturale a Taranto pensarli insieme, ma non deve essere così. A Taranto lei percepirà la sofferenza e la complessità delle problematiche unita al desiderio di rialzarsi e alle potenzialità importanti ed inespresse di una città meravigliosa, spesso vittima del racconto che se ne fa». Ha poi aggiunto Santoro, rivolgendosi al Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin.

Nel quartiere dedicato a Paolo VI «nacque un piccolo agglomerato - ha ricordato l’arcivescovo - di case per gli operai e le famiglie dell’Italsider, in questo territorio trovarono spazio, nelle nuove palazzine, gli sfollati di Taranto vecchia. È soprattutto da questi luoghi, dove le famiglie cominciarono a stabilizzarsi, che leggiamo di come intorno al lavoro, alla fabbrica, la vita delle persone si rimodelli». "Abbiamo problemi realmente gravi, basta vedere - ha ammesso il pastore della Diocesi tarantina - la valutazione della qualità della vita, ma non siamo morti o in agonia. Solitamente chi viene nella nostra terra rimane colpito dalla bellezza della Città dei due Mari a fronte di altre aspettative».

Domani il cardinale alle ore 9.15 con l’arcivescovo Santoro raggiungerà lo stabilimento siderurgico ArcelorMittal Italia, dove, accolto dai lavoratori e dalla proprietà, rivolgerà il suo discorso nel 50esimo anniversario della visita di san Paolo VI. Alle ore 11 il cardinale si dirigerà verso la Concattedrale Gran Madre di Dio, dove alle ore 11.30 presiederà l’Eucaristia con i sacerdoti, le autorità e il popolo dell’Arcidiocesi. 

LE PAROLE DEL SINDACO - «Porto il saluto commosso di un’intera comunità e non solo del quartiere Paolo VI e ringrazio il cardinale Parolin per la sua presenza. In questi giorni che sono importanti per qualunque comunità ha trovato modo, piacere, ha scelto di essere qui con noi». Lo ha detto il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci rivolgendo il proprio saluto al cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, a Taranto per le celebrazioni del 50esimo anniversario della visita di San Paolo VI al Centro Siderurgico Italsider la notte di Natale del 1968.

«Paolo VI - ha affermato il primo cittadino - 50 anni fa ha preso questa comunità in mano e l’ha accompagnata nella modernità, le ha mostrato che ci può essere equilibrio e saggezza anche intorno alle questioni del lavoro, del profitto, dell’ambiente, che sono tutti temi che, devo dire egregiamente, il nostro arcivescovo ci ricorda e ci insegna a declinare nella vita di tutti i giorni. Ma anche perchè ci ha consegnato un messaggio che oggi è ancora attuale per questa comunità che si vuole lasciare alle spalle tante lacerazioni». «Troppo tempo, troppo a lungo - ha proseguito Melucci - in questa città abbiamo fatto confusione, abbiamo fatto rumore, abbiamo smarrito il senso delle cose, del nostro essere comunità. Paolo VI diceva ai giovani che devono sapere che il mondo esisteva prima di loro e agli anziani diceva: il mondo ci sarà dopo di voi. Questo è un messaggio importantissimo oggi perchè ci insegna che salvaguardare l’economia, il lavoro, le famiglie, la salute, significa salvaguardare il creato. Significa per tutti noi capire che dobbiamo lasciare il testimone a qualcun altro dopo di noi. Dobbiamo lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato, citando il messaggio scout».
«Questa devozione che i cittadini del quartiere Paolo VI sentono - ha concluso Melucci - è una devozione sincera e oggi c'è tanta commozione e tanta gratitudine per questa visita della quale ringraziamo».

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