Sanità

Fratture di femore e infarti I nuovi dati premiano la Puglia

Le cifre del PNE del Ministero: la percentuale degli interventi sulle fratture di femore raggiunge il 49% (nel 2010 era il 14%), in calo le mortalità per infarto. Otto reparti pugliesi sotto le madia nazionale

Migliora in Puglia la tempestività di intervento chirurgico sulle fratture del collo del femore sopra i 65 anni di età: nel 2010 solo il 14% dei pazienti veniva operato entro due giorni, nel 2016 si è arrivati al 49%. Nell’area cardiologica si registra una riduzione della mortalità a 30 giorni dopo infarto miocardico acuto, che passa dall’11% del 2010 al 9% nel 2016, con sedici reparti dove si riscontra una mortalità più bassa della media nazionale dell’8%. Mentre vengono definiti incoraggianti i progressi sui 21 indicatori di esito selezionati dalla legge 208/2015 per individuare gli ospedali pubblici italiani che devono sottoporsi a piani di efficientamento: se nel 2015 solo 10 ospedali su 31 si potevano definire ottemperanti, nel 2016 questo numero sale a 16 ospedali. Sono questi alcuni dei dati del programma nazionale Esiti, che testimoniano alcuni progressi della sanità pugliese, presentati oggi a Bari. Sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e il commissario straordinario Aress Puglia, Giovanni Gorgoni.

«Quando sono diventato presidente la sanità pugliese era in rianimazione - ha detto Emiliano - e adesso non è ancora in grado di camminare come potrebbe ma è migliorata tantissimo». "Eravamo penultimi - ha ricordato - nella classifica dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), adesso siamo risaliti di ben 14 punti, il nostro punteggio è 169, e quindi tra le regioni adempienti ben oltre la metà della classifica». «Siamo - ha sottolineato - tra le prime regioni del centro sud e oggi abbiamo avuto un’ulteriore conferma sulla qualità degli esiti dei singoli atti chirurgici e medici, dell’efficienza dei singoli ospedali, degli eventuali Piani di rientro». «Questa classifica - ha rilevato - mostra dei chiari miglioramenti, anche se partivamo talmente indietro che siamo ancora affaticati in alcuni settori». «Questi risultati - ha sottolineato - premiano il Piano di riordino che diminuisce gli ospedali, concentra i reparti, e aumenta la casistica che addestra i medici perché più operazioni fai, più diventi bravo».

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