Il pg Francesco Bretone ha chiesto alla corte d’appello di Bari la condanna a 10 anni del boss Roberto Sinesi, a fronte dei 16 anni inflitti primo grado; a 9 anni di Sergio Ragno contro i 10 anni del primo verdetto; e la conferma della pena di 4 anni e 4 mesi per il pentito Giuseppe Francavilla. Sono accusati del tentato omicidio aggravato dalla mafiosità del capo-clan rivale Vito Bruno Lanza, 73 anni, detto “u lepre”, gravemente ferito il 17 ottobre 2015. Sinesi, becchino di 63 anni detenuto al 41 bis a Novara, è il mandante; Ragno, 48 anni, in cella a Rieti, guidava la “Golf” da cui 2 sicari spararono a Lanza che viaggiava su una city-car; Francavilla, 48 anni, reo confesso dopo essersi pentito a gennaio 2024, su richiesta di Sinesi fornì un “suo” uomo (Ragno) e una pistola per l’agguato. Il ferimento di Lanza è collegato alla guerra tra il clan Moretti/Pellegrino/Lanza e i Sinesi/Francavilla. In 13 mesi tra settembre 2015/ottobre 2016, ben 10 sparatorie con 3 morti e 11 feriti/illesi. La sentenza slitta al 2026.
E sarà di condanna perchè Sinesi e Ragno hanno rinunciato a chiedere l’assoluzione, puntando a riduzioni di pena rispetto al verdetto del gup di Bari del 28 novembre 2024 nel giudizio. Proprio alla rinuncia della difesa a insistere nel principale motivo d’appello, è legata la richiesta del pg di ridurre le pene ai 2 malavitosi. L’avv. Ettore Censano in arringa ha chiesto che le pene per Sinesi e Ragno siano ancora più contenute; e in continuazione con altre condanne: Sinesi è detenuto dal 9 settembre 2016 (3 giorni prima sfuggì a un agguato ordinato dal clan Moretti) e sconta 20 anni e 2 mesi per 3 condanne per mafia, estorsione e armi. L’avv. Rosa Pandalone per Francavilla ha sollecitato la riduzione di pena, rimarcando il contributo fornito dall’ex capo-clan.
Furono infatti le rivelazioni di Pino Francavilla, per vent’anni al vertice dell’omonima famiglia federata con i Sinesi, a portare all’arresto di Sinesi e Ragno il 13 maggio 2024 quando le ordinanze vennero loro notificate in cella perché già detenuti. A corroborare la tesi accusatoria le dichiarazioni di altri 4 pentiti (vedi articolo a fianco ndr): Ciro Francavilla fratello di Giuseppe, pentitosi a dicembre 2013; Carlo Verderosa, pentitosi a dicembre 2019 dopo 8 anni nelle fila del clan Moretti; Patrizio Villani, sammarchese, killer del clan Sinesi/Francavilla, pentitosi a maggio 2022 dopo una condanna a 30 anni per omicidio; il barese Michele Miccoli.
Lanza, fedelissimo di Rocco Moretti, la tarda mattina del 17 ottobre 2015 alla guida di una city-car percorreva la circumvallazione quando 3 sicari da una “Golf” fecero fuoco con 2 pistole. Lanza finito fuori strada e colpito a collo e spalla e petto venne ricoverato in prognosi riservata. Avrebbe poi raccontato in cella al barese Michele Miccoli d’essersi salvato fingendosi morto. Nelle ore successive al tentativo d’omicidio la Dda ordinò il fermo di Luigi Biscotti nipote di Roberto Sinesi, e Ciro Spinelli quali esecutori materiali dell’agguato; i 2 foggiani sono stati condannati in via definitiva a 8 anni il primo, e 5 anni e 6 mesi il secondo: pene da tempo espiate.
I sospetti su Roberto Sinesi quale presunto mandante subito sorti visto il coinvolgimento del nipote, si concretizzarono col pentimento di Pino Francavilla. Raccontò che Biscotti su ordine di Sinesi gli aveva chiesto un aiuto per sparare a Lanza; e lui fornì Ragno come autista del commando e una pistola. Aggiunse che nei mesi successivi al ferimento mediò su richiesta di Sinesi, un summit tra Sinesi e Lanza per quello che doveva essere un chiarimento. Invece quando i 2 mafiosi nella primavera 2016 si ritrovarono faccia a faccia, Sinesi disse al rivale: “tu vai da un sacco di anni che mi vuoi ammazzare e io ho cercato di ammazzarti: li ho mandati io a spararti”.















