La decisione

Lavoratori polacchi schiavizzati nelle campagne di Orta Nova: pesanti condanne agli sfruttatori

Redazione Foggia

Il blitz “Terra promessa” del 18 luglio 2006 portò a 27 ordinanze cautelari del gip di Bari nei confronti di 26 polacchi (16 residenti in Italia) e un unico italiano, Todisco scarcerato dopo 2 settimane dal Tribunale della libertà per insufficienza di indizi

Inflitti 8 anni e 4 mesi a Pompeo Todisco, sessantaquattrenne, imprenditore agricolo di Orta Nova; e 6 anni e 4 mesi alla sua collaboratrice Ilona Katarzyna Babele Pstuszka, quarantasettenne polacca residente a Orta Nova, coinvolti nell’inchiesta “Terra promessa” del 2006 sull’asse Capitanata-Polonia sullo sfruttamento di braccianti dell’Est Europa attirati nel Foggiano con la promessa di un lavoro, schiavizzati, sfruttati, sottopagati nella raccolta dei pomodori. La corte d’assise d’appello di Bari ieri pomeriggio ha riconosciuto Todisco e la Pstuszka colpevoli di riduzione in schiavitù e associazione per delinquere; e l’uomo anche di tratta di essere umani. E ha confermato la sentenza di primo grado del gup di Bari del 22 gennaio 2024. Accolte quindi le richieste del pg Chiara Morfini; mentre gli Franco Collalti per Todisco e Francesco Americo per la Pstuszka sollecitavano l’assoluzione, in subordine pene ridotte al minimo. L’avv. Americo ha sostenuto che tutt’al più si tratterebbe di caporalato, reato in vigore dal 2011, per cui chiedeva l’assoluzione per non aver commesso il fatto. La difesa ricorrerà in Cassazione.

Todisco fu già arrestato e assolto (dopo i 14 anni inflitti in primo grado) dall’accusa di concorso nell’omicidio di Hyso Telharay, giovane bracciante albanese ucciso da 3 connazionali la sera dell’8 settembre ’99 in un casolare alle porte di Foggia; assassinato per aver rifiutato di consegnare parte del salario ai caporali. A Todisco si contestava d’aver accompagnato in auto i 3 killer; e di averli poi portati in stazione a Foggia.

Il blitz “Terra promessa” del 18 luglio 2006 portò a 27 ordinanze cautelari del gip di Bari nei confronti di 26 polacchi (16 residenti in Italia) e un unico italiano, Todisco scarcerato dopo 2 settimane dal Tribunale della libertà per insufficienza di indizi. Il processo si sdoppiò nell’udienza preliminare. In 17 vennero condannati a 107 anni dal gup di Bari il 22 febbraio 2008, verdetto confermato in appello il 26 marzo 2009 con pene da 4 a 10 anni; poi in Cassazione. Todisco e la Pstuska rinviati a giudizio, furono processati in Tribunale a Foggia.

L’inchiesta fotografa un’organizzazione criminale trans-nazionale operante in Polonia e nel Foggiano strutturata in cellule autonome ma collegate tra loro, per sfruttare braccianti polacchi. Attratte da annunci ingannevoli su giornali e siti Internet relativi a occasioni di lavoro in Italia, le vittime venivano reclutate in patria; trasferite nel Foggiano su furgoni e pullman del sodalizio; schiavizzate in accampamenti nel basso Tavoliere; costrette a lavorare 10 ore al giorno anche nei festivi, senza pause; sottopagate, e dovendo inoltre versare prezzi eccessivi per vitto e alloggio agli schiavisti che esercitavano una vigilanza continua. A Todisco si contesta il ruolo di “organizzatore e capo di una cellula operativa in Italia, deputata allo smistamento dei lavoratori nei campi e al loro sfruttamento, approfittando delle condizioni di necessità dei braccianti”.

La Pstuszka avrebbe avuto la funzione “di collaboratrice di Todisco; intermediaria nei rapporti con i polacchi; occupandosi anche di reclutare connazionali in Polonia da avviare al lavoro nei campi in condizioni di sfruttamento”. Todisco ieri in aula ha reso dichiarazioni spontanee, ribadendo quanto disse al gip nell’interrogatorio di garanzia dopo l’arresto: ingaggiò stranieri per raccogliere pomodori nei propri campi non pagandoli secondo il contratto nazionale, ma è estraneo alla tratta di essere umani e alla riduzione in schiavitù.

Processo-fiume per i 2 imputati. Il 16 aprile 2010 il Tribunale dauno condannò Todisco a 9 anni, e la Pstuszka a 8 anni e 6 mesi. Sentenza annullata il 18 novembre 2014 dalla corte d’appello di Bari che accolse l’eccezione difensiva sull’incompetenza del Tribunale di Foggia, perché sulla riduzione in schiavitù spetta alla corte d’assise processare. Gli atti furono rimandati alla Dda; seguì la nuova richiesta di rinvio a giudizio-bis di Todisco e Pstuszka che scelsero il rito abbreviato con condanne a 8 anni e 4 mesi il primo, e 6 anni e 4 mesi la seconda, ora confermate in secondo grado.

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