Il caso
Canonico diffamato: torna alla sbarra il pregiudicato foggiano
Ieri, nell’udienza predibattimentale dinanzi al Tribunale di Foggia, Canonico e la società sportiva, assistiti dall’avvocato Graziano Carlo Montanaro, si sono costituiti parti civili contro Lombardi
Per dieci post e video dal contenuto diffamatorio contro il Foggia Calcio e il suo ex presidente Nicola Canonico (tuttora proprietario del club, sottoposto ad amministrazione giudiziaria dopo le minacce e le intimidazioni a Canonico) il pregiudicato 49enne Marco Lombardi va di nuovo alla sbarra. Ieri, nell’udienza predibattimentale dinanzi al Tribunale di Foggia, Canonico e la società sportiva, assistiti dall’avvocato Graziano Carlo Montanaro, si sono costituiti parti civili contro Lombardi.
Dal 2 febbraio al 12 maggio 2024 - è l’accusa - Lombardi ha pubblicato sulla sua pagina Facebook commenti e video ritenuti offensivi della reputazione di Canonico, accusandolo di essere un presidente «incapace», di aver trascinato la squadra nel «disastro totale», definendolo «marcio» e «squallido».
Secondo investigatori e inquirenti, Lombardi avrebbe portato avanti «una strategia della tensione» attraverso una doppia campagna contro il presidente del Foggia: post e video sui social per criticare pesantemente gestione di società e squadra e avvertimenti di matrice mafiosa. In quello stesso periodo, infatti, Lombardi e altri tre foggiani non si sarebbero limitati agli insulti via social, ma sarebbero passati alle vie di fatto con intimidazioni mafiose nei confronti dell’imprenditore barese, con l’obiettivo (non raggiunto) di costringerlo a dimettersi e cedere la società. L’udienza preliminare per questi fatti, che hanno portato nei mesi scorsi all’arresto dei presunti autori delle minacce, inizierà il 25 novembre a Bari. Anche in quella sede Canonico si potrà costituire parte civile. Oltre Marco Lombardi, rischiano il processo Massimiliano Russo, Fabio Delli Carri e Danilo Mustaccioli, accusati a vario titolo di tentata estorsione mafiosa, detenzione e porto illegale di esplosivo, danneggiamento per cinque avvertimenti sotto forma di bombe, fucilate e incendi di cui furono vittime tra giugno 2023 e marzo 2024 dirigenti della società, l’ex capitano rossonero, e un capo tifoso.
Prima le fucilate contro l’auto dell’allora capitano del Foggia Davide Di Pasquale, parcheggiata davanti allo stadio Zaccheria mentre la squadra era a Lecco per lo spareggio per la serie B poi perso. Poi un chilo di esplosivo posizionato a Modugno nella sede dell’impresa «Cn Costruzioni generali» accanto alla macchina di Emanuele Canonico, figlio di Nicola e vicepresidente della società rossonera. Poi l’incendio e i tentativi di incendi della Lancia Delta di Antonello D’Ascanio, capo ultras, della Peugeot 5008 di Giuseppe Severo, segretario generale del Foggia calcio, della Jeep Renegade di Vincenzo Milillo, direttore generale del club. Tutti sono poi imputati per il tentativo di estorsione aggravato dal metodo mafioso e dall’aver agito per agevolare il clan Sinesi/Francavilla. L’accusa poggia sulle denunce dei Canonico, su testimonianze, intercettazioni e dichiarazioni di alcuni «pentiti».