Il caso

«Favori in cambio di regali», salvati dalla prescrizione anche sei agenti della Polstrada

Redazione Foggia

Foggia, cadono le accuse di corruzione, accesso abusivo a sistemi informatici e rivelazione di segreto d'ufficio nei confronti di 14 persone

Prescritte le accuse nei confronti di 14 imputati - 6 agenti della Polstrada, un noto commerciante d’auto, il titolare di un’autodemolizione, privati cittadini - accusati a vario titolo di corruzione, rivelazione segreti d’ufficio, accesso abusivo a sistemi informatici, peculato, omessa denuncia, e falso per fatti datati 2014/2015.

Per questa vicenda 4 agenti della sezione della polizia giudiziaria della Polstrada di Foggia furono arrestati (stessa sorte per l’autodemolitore) dai colleghi della squadra mobile della Questura di Foggia e posti ai domiciliari nel blitz dell’11 novembre 2016.

L’ipotesi accusatoria di informazioni riservate e favoritismi in cambi di regali è rimasta tale perché il Tribunale di Foggia preso atto del tempo trascorso, ha messo la parola fine all’inchiesta.

“Letto l’articolo 129 del codice di procedura penale la prima sezione penale del Tribunale di Foggia dichiara non doversi procedere nei confronti di…” (seguono i nomi dei 14 imputati) “in ordine ai reati loro rispettivamente ascritti siccome estinti per intervenuta prescrizione”, hanno sentenziato ora i giudici al termine del processo iniziato a gennaio 2023, arenatosi dopo l’interrogatorio dei primi due dei numerosi testimoni indicati dall’accusa.

Pochi mesi dopo gli arresti, a febbraio 2017 la Procura della repubblica presso il Tribunale di Foggia chiese il rinvio a giudizio di 14 imputati per 31 capi d’accusa. L’inchiesta passò dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Foggia al collega del Tribunale di Bari perché la difesa eccepì che il reato di accesso abusivo a sistemi informatici è di competenza della magistratura barese; i tempi si allungarono per arrivare al rinvio a giudizio e quindi al processo in aula.

Stando all’atto di accusa fu intercettando un ortese sospettato di un assalto a un caveau, che la squadra mobile della Questura di Foggia scoprì i contatti tra l’uomo monitorato e alcuni agenti della sezione di polizia giudiziaria della Polstrada di Foggia. Dalle intercettazioni e captazioni ambientali anche grazie a microspie piazzate nella Polstrada, emerse - scrisse il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia nell’ordinanza cautelare - “un sistema di abuso e strumentalizzazione delle funzioni esercitate con uno scambio di cortesie”.

Tre i filoni d’indagine. Il primo relativo ai rapporti tra due poliziotti e un noto concessionario d’auto: quest’ultimo in cambio dei presunti favori da parte dei 2 agenti sulla mancata contestazione di irregolarità riscontrate nella sede della società che sarebbe stata sprovvista di autorizzazioni e licenze amministrative, avrebbe girato 200 pratiche a un’agenzia per il disbrigo di pratiche auto gestita da parenti dei 2 agenti.

Il secondo filone investigativo chiamava in causa il titolare di uno “sfascio” e i 4 agenti arrestati nel blitz: l’uomo sarebbe stato invece informato preventivamente dei controlli da effettuare nella sua attività, sdebitandosi con cestini natalizi, parti d’auto in regalo, riparazioni di veicoli.

Infine alcuni agenti attraverso la banca dati delle forze dell’ordine avrebbero fornito a privati cittadini informazioni sui precedenti penali di persone, su patenti, targhe, veicoli da demolire. Ai sei agenti coinvolti, e che hanno sempre restino le accuse, la Procura contestava per alcune imputazioni l’aggravante di “aver commesso il fatto in qualità di pubblico ufficiale con abuso di poteri e violazione dei doveri inerenti alla funzione”.

Privacy Policy Cookie Policy