L'episodio
Ambulanza di un'associazione di Orta Nova si ribalta in autostrada: 5 feriti, tra loro un soccorritore rifugiato politico
L'incidente è avvenuto in Calabria: feriti 3 soccorritori, il paziente che stava rientrando nel Foggiano e sua moglie
Un’ambulanza dell’associazione di volontariato Misericordia di Orta Nova (Foggia) si è ribaltata ed è finita fuori strada, ieri pomeriggio, sull'autostrada A2 del Mediterraneo, in provincia di Vibo Valentia. Nell’incidente sono rimaste ferite le cinque persone a bordo: il paziente che doveva rientrare nel Foggiano, sua moglie, e tre soccorritori.
Sono stati tutti trasportati dal 118 negli ospedali di Vibo Valentia e Catanzaro. Saranno tutti dimessi a breve tranne un soccorritore che, spiega il presidente dell’associazione Gaetano Volpe, resta ricoverato in prognosi riservata a Vibo Valentia.
«Eravamo impegnati nel trasporto di un paziente dipendente di una ditta che ci ha donato il dormitorio e la mensa - sottolinea Volpe -. Sono stati momenti di grande preoccupazione. Stiamo seguendo tutta la fase delicata dell’accaduto e auguriamo pronta guarigione al nostro soccorritore. Ora il mezzo, utile per le nostre attività, è fuori uso. E ci appelliamo al buon cuore di chi possa aiutare la nostra associazione all’acquisto di un mezzo nuovo di soccorso».
L’amministrazione comunale di Orta Nova ha espresso vicinanza ai volontari della Misericordia per l’accaduto.
Un soccorritore è «rifugiato politico, lotta per la cittadinanza»
Solidarietà è stata espressa, in una nota, dall’associazione 'Giovanni Panunzio-Eguaglianza, alla Confraternita di Misericordia di Orta Nova (Foggia), ai suoi volontari e in particolare al soccorritore rimasto ferito nell’incidente di ieri pomeriggio sull'autostrada A2, in provincia di Vibo Valentia, durante un trasporto sanitario in ambulanza. Il mezzo si è ribaltato ed è finito fuori strada. Sono rimaste ferite cinque persone: il paziente, sua moglie e tre soccorritori. Uno di loro, «rifugiato politico», è ancora in ospedale.
«Questo incidente - dice l’associazione - che ha visto coinvolti operatori instancabili nel loro servizio al prossimo, ci ricorda quanto sia prezioso e fragile il lavoro quotidiano di chi sceglie di esserci, silenziosamente, per chi ha bisogno».
«Il nostro pensiero più affettuoso e il nostro incoraggiamento - prosegue - vanno al soccorritore» ancora ricoverato, «uomo di straordinario coraggio e dedizione, rifugiato politico, fratello e cittadino nei fatti, che ha servito la comunità con umiltà e passione».
«È profondamente ingiusto che oggi, mentre lotta in un letto d’ospedale per le ferite riportate nell’esercizio di un atto di puro altruismo - sottolinea l’associazione - non abbia ancora visto riconosciuto formalmente il suo diritto alla cittadinanza italiana. Noi, come associazione che si batte per l’eguaglianza e i diritti, ci uniamo all’appello lanciato dai Fratelli della Misericordia: lui è italiano. Lo è nei gesti, nel cuore e nei valori. Ora deve esserlo anche per lo Stato».
L’associazione conclude sottolineando che «la perdita dell’unica ambulanza marciante è un colpo duro, ma siamo certi che il bene, come avete scritto, trova sempre chi lo fa camminare ancora».