il processo
Tangenti al Comune di Foggia, al processo sentiti ex dipendenti e consiglieri
Al centro dell’ultima udienza la presunta mazzetta nel 2020 dall’imprenditore Franco Landini all’ex presidente del consiglio comunale Leonardo Iaccarino e all’allora dipendente comunale Giuseppe Melfi
FOGGIA - Al processo per le tangenti al Comune di scena altri tre testi d’accusa. Al centro dell’ultima udienza essenzialmente la presunta mazzetta che sarebbe stata pagata nell’autunno 2020 dall’imprenditore Franco Landini all’ex presidente del consiglio comunale Leonardo Iaccarino e all’allora dipendente comunale Giuseppe Melfi per sbloccare il pagamento di 26mila euro all’impresa di Michelina Russo (moglie di Landini, estranea al processo) che aveva rifornito di fitofarmaci l’azienda Masseria Giardino di proprietà del Comune. La presunta corruzione è uno dei filoni del processo in corso da marzo 2023 in Tribunale a 14 imputati - ex sindaco, ex presidente del consiglio comunale, ex consiglieri, impiegati e funzionari di palazzo di città, imprenditori, commercianti e privati cittadini - accusati a vario titolo di 19 imputazioni: 1 tentata concussione; 2 corruzioni; tentata induzione indebita a dare o promettere utilità; istigazione alla corruzione; 10 peculati; un ulteriore peculato o in alternativa il favoreggiamento.
Secondo la Procura, Landini diede 5mila euro a Iaccarino e 4mila euro a Melfi oltre a promettere 2mila litri di gasolio agricolo, “per influenzare gli uffici comunali affinchè l’istanza di liquidazione per 26mila euro avanzata dall’impresa della moglie dell’imprenditore fosse imputata a una determinazione di spesa datata 6 giugno 2019 che invece autorizzava l’acquisto di fitofarmacia solo fino a 6800 euro”. Obiettivo della presunta tangente anche accelerare i tempi per liquidare l’istanza e sbloccare il pagamento. Gli imputati respingono le accuse.
Un istruttore del Comune ha ripercorso l’iter della pratica, ribadendo quanto riferito ai pm il 30 aprile 2021 (giorno dell’arresto di Iaccarino per corruzione) durante le indagini preliminari. “Iaccarino venne in ufficio a chiedere notizie in merito a una fattura emessa da Michelina Russo da circa un anno, che non era stata liquidata; mi disse: ‘sono persone che hanno fornito il servizio e non sono state pagate, mettiti nei loro panni’. La fattura era difficile da liquidare in quanto non si trovava una determina di impegno di spesa. Con Iaccarino parlammo del rischio che quanto vantato dall’impresa Russo potesse essere qualificato come debito fuori bilancio, il che lo preoccupava perché allungava i tempi del pagamento, mentre lui aveva fretta”. Il problema fu poi risolto.
Interrogato anche Rosario Cusmai, eletto consigliere comunale nel 2019 e candidato consigliere regionale l’anno successivo. Ha escluso di aver mai ricevuto contributi economici da Iaccarino e Landini in occasione delle campagne elettorali per le elezioni del 2019 e 2020. “Posso dirvi” disse Cusmai alla Polizia il 4 maggio 2021 durante le indagini e ha confermato in aula “che Iaccarino insieme ai suoi colleghi vigili del fuoco e altri amici organizzò a settembre 2020 una cena con circa 30 persone di natura elettorale per promuovere la mia candidatura: chiesi se dovessi pagare la mia quota per la cena, Iaccarino disse no. Da lui ho ricevuto sostegno politico nel senso che invitava i suoi elettori a votarmi alla Regione; mai dato e tantomeno ricevuto denaro da lui per qualsivoglia motivazione. Anche Landini mi disse durante la campagna elettorale per le regionali che mi avrebbe votato e avrebbe invitato altri a farlo: non so se poi si sia adoperato in tal senso”.