Il caso

Chiedevano alle pazienti soldi per abortire, ai domiciliari due medici dell'ospedale di Cerignola

Massimiliano Scagliarini

Definitive le condanne per concussione di un ginecologo e di un anestesista: dovranno scontare 4 anni. Le intercettazioni: «Se paghi lo facciamo subito»

BARI - Nel luglio del 2014 erano finiti ai domiciliari, incastrati dalle telecamere e da intercettazioni eloquenti nelle quali chiedevano denaro alle pazienti per effettuare rapidamente procedure di aborto. Undici anni dopo è diventata irrevocabile la condanna per concussione di due medici della Asl di Foggia. Entrambi hanno sempre sostenuto che le donne (alcune delle quali minorenni) non furono «costrette» a pagare. Ma questo, nonostante l’andamento altalenante dei giudizi, non è bastato a salvarli dalla pena definitiva: tutti e due - vista l’età - hanno ottenuto la detenzione domiciliare.

Uno dei due medici, O.B., barese, 72 anni, era tutt’ora in servizio nel reparto di ginecologia dell’ospedale di Cerignola ed è stato condannato a 4 anni, 7 mesi e 20 giorni. Il secondo, 72 anni, di Cerignola, anestesista, all’epoca direttore del reparto, condannato a 4 anni e 1 mese, era andato in pensione poco dopo l’arresto e la revoca dei domiciliari disposti dal gip Michela Valente su richiesta del pm Antonio Laronga di Foggia, che era partito a ottobre 2013 dalle denunce presentate da alcune pazienti secondo cui - per ottenere l’interruzione di gravidanza entro i termini previsti - era necessario consegnare 100 euro a intervento. In tutto le indagini dei carabinieri hanno documentato una ventina di episodi, contestando quindi 1.800 euro al primo medico e 300 euro al secondo.

I due medici, secondo l’accusa...

LEGGI IL RESTO DELL'ARTICOLO SULLA NOSTRA DIGITAL EDITION E SUL CARTACEO

Privacy Policy Cookie Policy