criminalità

Foggia, per l'agguato al boss Roberto Sinesi Emiliano Francavilla smentisce i due pentiti

L'interrogatorio di Francavilla, al vertice dell’omonimo clan federato con i Sinesi, di nuovo detenuto dal luglio 2022, sentito in videoconferenza dal carcere di L’Aquila.

FOGGIA - “Non ho mai parlato del tentato omicidio di Roberto Sinesi né con Pietro Antonio Nuzzi né con Andrea Romano; di quell’agguato non so niente, anche considerato che all’epoca dei fatti ero detenuto”. Così in sintesi l’interrogatorio di Emiliano Francavilla, al vertice dell’omonimo clan federato con i Sinesi, di nuovo detenuto dal luglio 2022, sentito in videoconferenza dal carcere di L’Aquila. Il suo interrogatorio era stato chiesto dall’avv. Francesco Santangelo, difensore di Giuseppe Albanese, 45 anni, detto “Prnione”, sotto processo in Tribunale a Foggia per il triplice tentato omicidio del boss Roberto Sinesi, della figlia Elisabetta e del nipotino di 4 anni, avvenuto il pomeriggio del 6 settembre 2016 al rione Candelaro (nella foto). L’agguato in cui Sinesi fu ferito gravemente al petto e il bambino colpito alla spalla, è collegato alla guerra della quarantennale storia della “Società”, combattuta tra settembre 2015 e ottobre 2016 tra i Sinesi/Francavilla e i Moretti/Pellegrino/Lanza: in 13 mesi ben 10 sparatorie con 3morti e 11 feriti/scampati. Albanese, detenuto dal novembre 2018 si dice innocente. La Dda sulla scorta delle rivelazioni di 4 pentiti, lo accusa d’essere uno dei 3 sicari che da una “Fiat 500” rossa fecero fuoco con mitra e pistola contro la “Fiat 500” nera guidata da Elisabetta Sinesi con a fianco il padre Roberto che benchè ferito rispose al fuoco e mise in fuga i killer.

A tirare in ballo Emiliano Francavilla quale presunta fonte di conoscenza sono l’ex boss di Altamura Pietro Antonio Nuzzi, pentitosi nel 2017; e il brindisino Andrea Romano, già esponente della Sacra corona unita, che collabora con la Giustizia dal 2020. Nell’udienza del 13 febbraio 2024 Nuzzi disse d’essere stato presente mentre Albanese in carcere a Foggia fu rimproverato da 2 esponenti del clan Moretti per aver sparato nonostante ci fosse un bambino; e aggiunse che Emiliano Francavilla sempre in carcere a Foggia gli confidò che Elisabetta Sinesi gli aveva riferito d’aver riconosciuto in Albanese uno dei sicari. Romano nell’udienza del 30 aprile 2024, raccontò che nel 2020 nel carcere di Tolmezzo Francavilla in 2 occasioni gli parlò dell’agguato, riferendogli della presenza di Albanese nel commando; che un mese dopo Albanese sfuggì alla morte in un agguato ordinato dai Sinesi/Francavilla per vendicare la sparatoria a Candelaro; che Francavilla gli disse anche d’aver chiesto conto a Pasquale Moretti (detenuto a Tolmezzo) dell’agguato a Sinesi, e il capo-clan rivale escluse il proprio coinvolgimento e quello del padre Rocco.

Francavilla rispondendo all’avv. Santangelo ha smentito i 2 pentiti. “Con Nuzzi sono stato solo tre giorni in carcere a Foggia; non lo conoscevo prima di allora, tra l’altro già girava la voce che potesse pentirsi. Non è vero che sapessi chi fossero gli esecutori perchè me l’aveva detto Elisabetta Sinesi. Mia cognata” (Elisabetta Sinesi è sposata con Antonello Francavilla fratello maggiore di Emiliano, con lui al vertice del clan mafioso) “è venuta una volta sola a trovarmi in carcere a Tolmezzo per farmi vedere mio nipote che non avevo conosciuto prima perché ero detenuto” ha spiegato Francavilla rispondendo al pm Bruna Manganelli. E ha aggiunto a dimostrazione della veridicità di quanto affermato che “il colloquio con mia cognata fu registrato perché ero intercettato; potete quindi sentire cosa ci siamo detti”. L’avv. Santangelo chiederà di acquisire l’intercettazione. Francavilla è stato categorico nell’affermare di “non sapere nulla del ferimento di Roberto Sinesi, con cui peraltro non ho mai avuto rapporti: lui è il suocero di mio fratello. Non conoscevo Nuzzi prima di incontrarlo in carcere, e non gli andavo certo a raccontare i fatti miei. Conosco invece Albanese da anni” ha aggiunto il teste “e per come lo conosco io non è persona che va facendo queste cose”. Quanto alle dichiarazioni di Romano, Francavilla ha escluso di avergli parlato della sparatoria: “in carcere a Tolmezzo Romano dava continuamente fastidio, litigava con gli agenti di custodia”.

La corte ha rigettato la richiesta difensiva di interrogare nuovamente Nuzzi, Romano e gli altri due pentiti - il foggiano Carlo Verderosa e il sammarchese Patrizio Villani - già sentiti nelle precedenti udienze e che hanno accusato Albanese. Nella prossima udienza sarà sentito il pentito viestano Danilo Della Malva”.

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