Il caso
«Il "Codice Rosso" ci manda in bancarotta», l'appello del sindaco di Carlantino
Il Comune costretto a pagare 11.250 euro al mese per una famiglia ospite in una casa rifugio di Cerignol, come prevede la legge. Coscia: «Siamo un piccolo comune, abbiamo un bilancio risicato e così andiamo in dissesto»
CARLANTINO – “Se nelle prossime settimane non riceverò risposte dagli enti preposti valuterò seriamente le dimissioni e il mio Comune dovrà chiudere per assoluta mancanza di fondi”. È con queste parole che Graziano Coscia, sindaco di Carlantino, rivolge un ultimo appello alla Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni; alla Ministra per la Famiglia, natalità e pari opportunità, Maria Roccella; al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio; al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e al Prefetto di Foggia, Maurizio Valiante.
La vicenda è legata all’applicazione della legge del Codice Rosso a una famiglia di Carlantino: più di un anno fa, una donna con i suoi quattro figli veniva condotta in una casa rifugio di Cerignola, dopo la denuncia fatta dalla stessa cittadina contro le minacce telefoniche ricevute dal coniuge. Quella denuncia ha attivato procedure e azioni previste dal Codice Rosso.
Nonostante il sindaco di Carlantino avesse rassicurato sull’incolumità della famiglia (il coniuge, infatti, si trovava in Sud America) e nonostante una proposta di percorso alternativo, attuabile tramite un contributo per fittare una casa e con prospettive lavorative, le Autorità preposte hanno pensato di applicare rigidamente quella che è l’attuale norma del Codice Rosso. Il problema è che il costo dell’alloggio è a totale carico del Comune di Carlantino,pari 375 euro al giorno, ben 11.250 euro al mese. Ad oggi, l’ente carlantinese è debitore di quasi 200.000 euro nei confronti della casa rifugio in cui si trova la famiglia, tra l’altro residente in paese da pochi mesi. Una cifra enorme e spropositata per un Comune che si trova in una situazione finanziaria alquanto precaria.
«La mia premura e il mio primo interesse è quello di proteggere i cittadini del mio paese – ha dichiarato il sindaco Coscia – per questo motivo non siamo assolutamente contro la legge del Codice Rosso che, in maniera efficace, può aiutare le donne soggette a minacce. Ma non è possibile legiferare in tal senso senza prevedere un fondo dal quale gli enti comunali possano attingere risorse per far fronte a tali situazioni di emergenza. Non solo, i nostri servizi sociali non stati assolutamente coinvolti in questa evenienza».
«È evidente che il Comune di Carlantino non può in alcun modo sostenere tali spese, poiché il bilancio comunale è davvero risicato. Il rischio è quello di essere costretti a tagliare i pochi servizi che l’ente è ancora in grado di offrire ai cittadini come la mensa, il trasporto scolastico o la pubblica illuminazione. Il mio è un ultimo e disperato tentativo di chiedere aiuto e di evitare che il mio Comune debba chiudere – conclude il primo cittadino –. Nessuno ci ha aiutato, nonostante diversi appelli al Governo centrale e a quello regionale ma, soprattutto, nessuno ci ha risposto. Un atteggiamento delle Istituzioni davvero deprecabile. Siamo costretti a sborsare 135.000 euro all’anno che, ovviamente, non abbiamo per una situazione che, fra l’altro, a nostro avviso e anche ben documentata, non prevede alcun pericolo per il nucleo familiare che oggi occupa la struttura della casa rifugio. Lo Stato non può fare leggi e poi chiedere ai comuni di sostenerle economicamente».