Le consultazioni amministrative 2023
Bilanci elettorali, lo strano caso di Foggia: per 15 liste su 23 le spese sono pari a zero
La coalizione vincitrice con Pd e M5s ha presentato alla Corte dei conti rendiconti nulli
FOGGIA - La campagna elettorale si è svolta senza esclusione di colpi, ed ha visto sfilare anche una parata di artisti locali, impegnati a favore del centrosinistra. Eppure quindici delle 23 liste che lo scorso anno hanno partecipato alle elezioni amministrative di Foggia hanno presentato bilanci «in cui attestano di non aver avuto entrate né sostenuto spese». È quanto annota la Corte dei conti nel decreto con cui la Sezione regionale di controllo ha preso atto dei rendiconti elettorali.
L’esame dei giudici contabili si è concluso senza rilievi, nel senso che i rendiconti (con «dichiarazione penalmente rilevante», come ricordano gli stessi magistrati) sono formalmente regolari. Ma sotto un profilo non strettamente tecnico emerge, appunto, che la campagna elettorale si è svolta praticamente gratis.
Le elezioni sono state vinte dalla dirigente scolastica Maria Aida Episcopo, 61 anni, espressione del Movimento 5 Stelle, sostenuta dal «campo largo» con il centrosinistra. I grillini hanno presentato un rendiconto in base a cui la lista «non ha sostenuto spese né ricevuto finanziamenti o contributi per la campagna elettorale». Stessa dichiarazione presentata dal Pd e dalla principale lista civica della coalizione, quella di «Con». Soltanto un movimento, «Riscossa Civile», ha dichiarato spese per il simbolo «Europa Verde»: 304 euro.
Con questo parametro di valutazione, la campagna elettorale del centrodestra (a sostegno di Raffaele Di Mauro) deve essere considerata munifica. Forza Italia ha dichiarato di aver infatti speso 270 euro, soldi arrivati da «libere contribuzioni (euro 275,00) di privati di cui sono state fornite le generalità». Non ha badato a spese, invece, Fratelli d’Italia, che pur non avendo ricevuto contributi ha rendicontato spese per 3.213,60 euro. C’è anche chi ci ha rimesso di tasca propria, come l’altro candidato sindaco Nunzio Angiola che ha sottoscritto (per tre distinte liste) dichiarazioni da 848, 850 e 960 euro, tutte sostenute con soldi suoi.
Così come in ogni altra parte d’Italia, a Foggia le elezioni 2023 (dopo due anni di commissariamento per mafia) hanno visto lo svolgimento di comizi e di altre attività elettorali che hanno un costo (le norme impongono di rendicontare anche le forniture «in natura»): palchi, personale, pubblicità. Eppure di tutto questo, nei rendiconti ufficiali, non c’è traccia. Un altro bell’esempio di trasparenza della politica.