I gruppi criminali

Foggia e la guerra tra clan, «Giuseppe Francavilla non è credibile»: il boss Sinesi si difende

redazione foggia

«Mai stato presente al summit mafioso e mai dato l’ordine di uccidere Vito Bruno Lanza»: Francavilla dell’omonimo clan ricostruisce agguati e gerarchie nei gruppi criminali

Secondo la difesa del boss Roberto Sinesi, il pentito Giuseppe Francavilla non è credibile quando accusa il capo-mafia d’aver ordinato l’omicidio del suo rivale Vito Bruno Lanza perché sarebbe mosso da risentimento nei confronti del genero di Sinesi; e non è attendibile quando sostiene d’essere stato presente a un summit mafioso tra sospettato e vittima sfuggita all’agguato in cui Sinesi avrebbe ammesso d’essere stato lui a dare l’ordine di ucciderlo. Poggia su queste basi il ricorso degli avv. Ettore Censano e Elisabetta Manoni al Tribunale della libertà di Bari per chiedere l’annullamento dell’ordinanza del gip Valeria Isabella Valenzi che su richiesta della Dda ha disposto il 14 maggio l’arresto di Sinesi, 61 anni quale mandante del tentato omicidio di Vito Bruno Lanza del 17 ottobre 2015.

Con lui arrestato anche Sergio Ragno, 47 anni, che avrebbe guidato l’auto dei sicari: i due erano già detenuti per altre inchieste sulla “Società”. Vito Bruno Lanza, classe ‘53, al vertice del clan Moretti/Pellegrino/Lanza fu ferito gravemente nella guerra del 2015/2016 coi rivali Sinesi/Francavilla che in 13 mesi contò 10 agguati con 3 morti e 11 feriti. Tre sicari da una “Golf” in corsa sulla circumvallazione ferirono a pistolettate Lanza alla guida di una city-car: a sparare furono Luigi Biscotti, nipote di Sinesi e Ciro Spinelli, subito fermati e condannati in via definitiva a 8 anni e 5 anni e 9 mesi. L’inchiesta-bis sull’agguato a Lanza oltre a Sinesi e Ragno vede indagato a piede libero, Giuseppe Francavilla, 46 anni, esponente di spicco del clan, pentitosi lo scorso 31 gennaio: è accusato di concorso in tentato omicidio per aver fornito un uomo (Rgano) e una delle armi.

Giuseppe Francavilla è il principale pentito, ma non il solo, a chiamare in causa Sinesi quale mandante. A suo dire Biscotti gli chiese su ordine di Sinesi di mettere a disposizione un uomo e le armi; fu presente al summit del marzo 2016 in cui Sinesi disse a Lanza: “tu vai da un sacco di anni che mi vuoi ammazzare, e io cercato di ammazzare te”; incontrò a Pasqua 2017 il capomafia Rocco Moretti che riferendosi al tentato omicidio dello stesso Sinesi del 6 settembre 2016 disse: “lui” (Sinesi) “ha attentato alla vita di Bruno Lanza e io attentato alla vita sua, adesso stiamo uno a uno”.

Sinesi nell’interrogatorio davanti al gip ha negato d’aver mandato il nipote Biscotti da Francavilla; e d’aver partecipato al summit con Lanza. La difesa del boss sosterrà nel ricorso al Tdl che Giuseppe Francavilla non è credibile perché sarebbe mosso da risentimento verso il cugino Antonello Francavilla, genero di Sinesi: Francavilla ha spiegato il pentimento anche “per delle controversie con Antonello Francavilla che potevano portare all’eliminazione fisica mia o sua, nate da una dichiarazione del pentito Patrizio Villani che ha detto che io volevo ammazzare Francesco Sinesi” (figlio di Roberto e cognato di Antonello Francavilla) “ma non è vero”. Anche Ciro Francavilla, fratello di Giuseppe e pentitosi prima a dicembre 2023, ha parlato dell’agguato a Lanza, dichiarando d’aver partecipato al summit tra i 2 boss rivali: “Lanza voleva questo chiarimento con Roberto Sinesi in quanto convinto che fosse lui il mandante del tentato omicidio; ma nella riunione chi spingeva a destra, chi spingeva a sinistra e non ho capito cosa si sono detti, se cioè Sinesi ha detto: ‘sì, sono stato io’ oppure no”. Per l’accusa Ciro Francavilla conferma il racconto del fratello sul summit; per la difesa invece il fatto che Ciro Francavilla non ricordi una frase così importante come quella che sarebbe stata pronunciata da Sinesi, smentirebbe le affermazioni del fratello. Anche perché - altro argomento difensivo - nelle prima dichiarazioni da pentito il 23 dicembre 2023 Ciro Francavilla parlando del ferimento Lanza disse: “si mormorava che il mandante fosse Roberto Sinesi, ma non l’ho mai chiesto”, esprimendosi quindi in termini di ipotesi.

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