la sentenza
Foggia, tentato omicidio Fratianni, condannati in cinque
Processo con il rito abbreviato, pene pesanti per gli esponenti di spicco del clan dei Francavilla al tribunale di Bari
Un’assoluzione e 5 condanne a complessivi 47 anni di reclusione con pene da 7 a 12 anni, nel processo abbreviato iniziato nel maggio 2023 a 6 foggiani accusati del tentato omicidio aggravato dalla mafiosità del costruttore Antonio Fratianni, sventato dalla squadra mobile la sera del 26 giugno 2022 all’uscita dal casello autostradale industriale dell’A/14. Doveva essere ucciso, sostiene l’accusa, per aver ferito gravemente a Nettuno il 2 marzo 2022 il capo clan Antonello Francavilla e il figlio minore; e per non aver restituito soldi affidatigli dal clan mafioso per reinvestirli.
Ieri sera dopo 4 ore di camera di consiglio i giudici del Tribunale dauno tenendo conto della riduzione di un terzo della pena prevista dall’abbreviato hanno condannato a 12 anni Emiliano Francavilla, 44 anni, che insieme al fratello maggiore Antonello è al vertice del clan Sinesi/Francavilla; inflitti 8 anni e 8 mesi al genero Giovanni Consalvo, 35 anni; 7 anni a Mario Lanza, 66 anni; 8 anni e 8 mesi al figlio Antonio Lanza, di 43 anni; 10 anni e 8 mesi a Giuseppe Sonnino, 52 anni. Assolto e scarcerato Michele Ragno, 47 anni. I sei foggiani furono fermati dalla Polizia il 22 luglio 2022 su decreti della Dda e sono detenuti; Ragno è stato assolto pure, e con lui Francavilla, dall’accusa di spaccio e tentata estorsione a due spacciatori con imposizione di rifornirsi di droga dal clan.
Il pm della Dda di Bari Bruna Manganelli nell’udienza del 12 dicembre chiese 13 anni e 10 mesi per Emiliano Francavilla; 12 anni per Sonnino; 11 anni e 8 mesi per Antonio Lanza; 11 anni per il padre Mario e per Ragno; 10 anni e 8 mesi per Consalvo. Gli avv. Angelo Loizzi, Roberto Di Marzo (legali di Francavilla), Paolo Ferragonio (difende i Lanza), Antonello Genua (per Sonnino e Ragno), Claudio Caira (Consalvo) chiedevano l’assoluzione per insufficienza di indizi e perché il presunto progetto di morte non sarebbe mai entrato nella fase attuativa, non superando quindi la soglia degli atti idonei alla commissione del reato.
I 5 condannati dovranno risarcire i danni a Fratianni costituitosi parte civile con l’avv. Francesco Ciacieri. L’imprenditore è parte offesa nel processo a Foggia, ma imputato di duplice tentato omicidio aggravato dalla mafiosità nel processo in corso al Tribunale di Velletri dal settembre 2023, accusa per la quale fu fermato il 2 agosto 2022 su decreto della Dda di Roma. Secondo la procura antimafia capitolina, Fratianni la mattina del 2 marzo 2022 si recò nell’abitazione di Nettuno sul litorale laziale dove Antonello Francavilla era ai domiciliari per estorsione, e sparò al boss e al figlio minorenne ferendoli gravemente per non restituire al mafioso un’ingente somma ricevuta 2 anni prima per costruire un palazzo in viale Giotto a Foggia. Il costruttore nega e si dice vittima di un tentativo di estorsione da parte di Antonello Francavilla che avrebbe preteso un milione, un appartamento e un locale commerciale.
Quanto all’agguato ai suoi danni, pm e squadra mobile sulla base di intercettazioni e delle dichiarazioni di Domenico Solazzo dipendente di Fratianni e testimone di Giustizia protetto dallo Stato, parlano di un duplice movente dietro il progetto di uccidere il costruttore: punirlo per aver sparato al boss Antonello Francavilla e per non aver restituito i soldi ricevuti dal clan. Squadra mobile e Dda scoprirono il piano di morte; trovarono un gps piazzato sotto l’auto di Fratianni per seguirne gli spostamenti; misero in salvo l’imprenditore evitando che la sera del 26 giugno 2022 tornasse a Foggia in auto da Brindisi. Secondo l’accusa ad attenderlo all’uscita dell’A/14, c’erano a bordo di una “Fiat 500” rubata, armati e pronti a sparare il boss Emiliano Francavilla che era stato scarcerato a fine marzo 2022 dopo 11 anni in cella per varie condanne; Sonnino e Antonio Lanza. Mario Lanza e Consalvo dovevano invece appostarsi in un casolare adiacente l’autostrada per segnalare ai complici l’arrivo dell’auto della vittima designata; Ragno – prosegue l’atto di accusa - aveva partecipato alle fasi preparatorie del delitto nelle settimane precedenti, costringendo insieme a Francavilla Solazzo a posizione un gps sotto l’auto di Fratianni suo datore di lavoro: accusa che non ha retto per Regno, unico assolto nel processo di primo grado.