Affari e politica
Presunte tangenti al Comune di Foggia, si va verso il processo unico
Deciderà il presidente del tribunale Sebastiano Luigi Gentile. Sono 14 gli imputati accusati di concussione, corruzione, peculato e appropriazione indebita
FOGGIA - Sarà il presidente del Tribunale Sebastiano Luigi Gentile a decidere sulla celebrazione di un unico processo nei confronti di 14 imputati - 13 persone e una società - per le presunte tangenti al Comune di Foggia. I giudici (presidente Giannone) ieri si sono spogliati del processo alla società “Tonti Coer srl”, imputata di corruzione per una presunta mazzetta di 32mila euro pagata dall’imprenditore Paolo Tonti e che sarebbe stata spartita dall’ex sindaco e tre ex consiglieri; hanno così trasmesso il fascicolo al presidente del Tribunale cui spetta la decisione finale prevista per il 19 dicembre, alla vigilia dell’udienza del processo principale in corso dal 15 marzo davanti a un altro collegio giudicante (presidente Dello Iacovo) a carico di 13 tra ex amministratori comunali, dipendenti municipali, imprenditori, privati cittadini. Tra gli imputati figurano l’ex sindaco Franco Landella, l’ex presidente del consiglio comunale Leonardo Iaccarino e l’imprenditore Paolo Tonti, la cui società “Coer” (difesa dall’avv. Cinzia Talamo) è coinvolta in base al decreto legislativo 231 del 18 giugno 2011 che sanziona con multe e confische aziende e società per gli illeciti commessi da dipendenti.
Considerata la connessione oggettiva e soggettiva tra i due procedimenti, la Procura chiede di riunirli. Se il presidente del Tribunale sarà dello stesso avviso, la riunione dei due processi sarà formalizzata il 20 dicembre quando nel processo principale è previsto l’interrogatorio del primo dei 200 testimoni citati da pm e difensori. Pare scontata la riunione per evitare di celebrare due cause per lo stesso fatto: il rinvio a giudizio in tempi diversi dei 13 imputati (19 dicembre 2022) e della “Coer srl” (4 maggio 2023) aveva causato la scissione.
Sono 19 i capi d’imputazione contestati a vario titolo dai pm Roberta Bray e Enrico Infante ai 14 imputati per fatti datati 2016/2020. Oltre a Landella, 56 anni, e Iaccarino, 45 anni, sono in attesa di giudizio Iolanda Daniela Di Donna, 53 anni, moglie di Landella, funzionario del Comune; Donatella Iaccarino, 47 anni, sorella di Leonardo; gli ex consiglieri Dario Iacovangelo, 39 anni e Antonio Capotosto, 62 anni; gli imprenditori Paolo Tonti, 68 anni, e Francesco Landini, 52 anni; l’ex dipendente comunale Giuseppe Melfi, 69 anni; Giuseppe e Rosario Casparrini di 58 e 60 anni titolari di un negozio di ferramenta; Michele De Carlo, 65 anni, pensionato e procacciatore d’affari; Giada Pirazzini di 49 anni; e la “Tonti Coer srl” che fa capo all’imprenditore Tonti.
Rispondono di tentata concussione da 300mila euro per l’appalto per l’illuminazione pubblica (Landella); 2 corruzioni da 32mila euro (Landella, Di Donna, Leonardo Iaccarino, Iacovangelo, Capotosto, Tonti e la “Tonti Coer srl” per una presunta tangente di 32mila euro versata dall’imprenditore per il rinnovo in consiglio comunale di una variante urbanistica) e 20mila euro per accelerare l’iter degli uffici comunali per liquidare 26mila euro a un’azienda fornitrice di fitofarmaci a una masseria gestita dal Comune (Iaccarino, Melfi e Landini); istigazione alla corruzione da un milione ancora collegata all’appalto per la pubblica illuminazione (Landella e De Carlo); tentata induzione indebita a dare o promettere utilità da 20mila euro a un’azienda per far riconoscere a una coop un debito fuori bilancio (Iaccarino e Capotosto); peculato e tentato peculato in relazione a spese per qualche migliaio di euro per oggetti vari con soldi pubblici (Iaccarino e la sorella, Pirazzini e i Casparrini). Gli imputati si dicono innocenti, il solo Iaccarino ha confessato d’aver intascato la tangente per il voto a favore della convenzione urbanistica.