Lo scandalo

Asl Foggia, mazzette sulla Rsa: «Vogliono il 10% delle fatture»

Massimiliano Scagliarini

Le carte della Finanza: «Di Carlo pagò due dirigenti». Una soffiata all’imprenditore dopo i morti per Covid: «Stanno venendo i Nas»

BARI - La liquidazione delle fatture da parte della Asl di Foggia a favore di una Rsa di Bovino era «verosimilmente» soggetta a una tangente del 10%, soldi che nel 2020 l’imprenditore lucerino Antonio Di Carlo avrebbe versato a due dirigenti dell’azienda sanitaria. È il contenuto del secondo troncone dell’indagine sugli appalti del dissesto idrogeologico, quella che il 30 novembre ha portato in carcere Di Carlo, ai domiciliari la figlia Carmelisa e all’interdizione dell’ex commissario al dissesto e direttore generale Asset, Elio Sannicandro.

Dopo l’ordinanza cautelare del gip Giuseppe Battista il fascicolo aperto a Bari dai pm Claudio Pinto e Savina Toscani è stato spacchettato, trasferendo a Foggia gli atti relativi ad alcuni episodi. Tra questi appunto le ipotesi di corruzione dei dirigenti Ettore Magaldi e Leonardo Trivisano, il secondo da pochi giorni in pensione: a valutare la consistenza delle prove raccolte dalla Finanza sarà la pm Anna Landi.

Il contesto è una Rsa di Bovino, la «Girasole», gestita da una società riconducibile alla famiglia Di Carlo. Magaldi è accusato di aver preso denaro dopo aver rivelato a Di Carlo una imminente «visita» da parte dei Nas a seguito del decesso di otto persone nella struttura sanitaria durante l’emergenza covid. Lo testimonierebbero i colloqui registrati nell’auto dell’imprenditore, a maggio 2020: «Tonì aggiustate le carte - dice Magaldi -. Io penso che domani, domani forse, ma mettete in preventivo che arriveranno. Quindi aggiustate le carte da un punto di vista sanitario. Sono stato chiaro? Sta in mano a chi deve stare, io voglio sapere, punto e basta! Tonì io non ti ho detto niente però aggiusta le carte sanitarie con Leonardo». La registrazione del colloquio si chiude con un fruscio di carte: «Portati questi qua», dice Di Carlo a Magaldi che risponde «Vabbè»...

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