Guerra tra clan

Foggia, cambiano i capi d'accusa: rischio prescrizione per 4 boss de «La Società»

Redazione Foggia

Dopo l’ordinanza della Corte d’appello di Bari, a 16 anni dal blitz «Cronos». Chi sono Rocco e Pasquale Moretti; Pellegrino e Gianfranco Bruno

FOGGIA- Si celebrerà il nono processo Cronos per stabilire l’eventuale mafiosità nella primavera/estate 2007 di 4 esponenti di spicco della criminalità foggiana - Rocco e Pasquale Moretti, padre e figlio; Vincenzo Antonio Pellegrino; Gianfranco Bruno - coinvolti nella guerra di mafia di quei mesi? O sarà la prescrizione a porre l’ultima parola?

Sono trascorsi 16 anni dai fatti; e l’ultimo atto giudiziario di una vicenda senza fine è l’ordinanza di aprile 2022 della corte d’appello di Bari che rimandò gli atti al pubblico ministero per riformulare l’imputazione di associazione mafiosa, per cui l’inchiesta è tornata alla fase delle indagini preliminari: il che significa un ipotetico nuovo avviso di conclusione indagini, seguito da richiesta di rinvio a giudizio, fissazione dell’udienza preliminare per arrivare ai processi con tempi lunghissimi. Da qui le 2 ipotesi: ricontestare le accuse di mafia per un processo che chissà quando avrà fine; oppure andare alla prescrizione, con tempi complessi da calcolare tenendo conto di recidiva e ruoli attribuiti agli imputati, se cioè capi o partecipi dell’associazione.

Pizzo e guerra - Tra maggio e settembre 2007 si combattè a Foggia la quinta delle sette guerre della quarantennale storia della “Società”. Si fronteggiarono il clan Moretti/Pellegrino e i Sinesi/Francavilla: questi ultimi avevano escluso i rivali dal ricco affare del racket dei funerali con imposizione di un pizzo di 500 euro alle imprese di pompe funebri per ogni funerale. In 4 mesi ci furono l’omicidio di Franco Spiritoso, il paciere della mafia ucciso la sera de 19 giugno vicino al Tribunale, agguato rimasto impunito; e 3 tentativi di omicidio di Vincenzo Antonio Pellegrino il pomeriggio del 5 maggio in via San Severo, scampato perché la pistola del killer si inceppò (tre imputati, altrettante assoluzioni); di Pasquale Moretti gambizzato la notte sul 16 luglio su viale Candelaro, rimasto irrisolto; e di Alessandro Aprile e un minorenne ferito la notte del 12 agosto su viale Ofanto (4 imputati, 2 assolti e 2 condannati). Il blitz Cronos del 4 settembre 2007 con 9 arresti di esponenti del gruppo Moretti accusati di mafia, armi e tentativi d’omicidio pose fine alla guerra.

Tutti detenuti - Sono nomi eccellenti della “Società” i 4 ancora imputati nell’inchiesta della Dda di Bari, Cronos e la cui posizione dopo 8 processi (condannati, assolti, di nuovo condannati, di nuovo assolti) è sub judice. Sono Rocco Moretti, 73 anni, detto “il porco”, da 40 anni ai vertici della “Società”, di nuovo detenuto dall’ottobre 2017 e che sta espiando una condanna definitiva a 10 anni e 8 mesi per mafia, estorsione e armi inflitta nel processo “Decimazione”; il figlio Pasquale Moretti, 46 anni, alias “il porchetto”, di nuovo detenuto dal novembre 2020 per il blitz “Decimabis” in cui è stato condannato in primo grado a 16 anni per mafia, 3 episodi di usura e 2 estorsioni collegate; Vincenzo Antonio Pellegrino, 71 anni, soprannominato “Capantica”, fedelissimo e pari grado dei Moretti, detenuto dall’aprile 2016, condannato a 6 anni per estorsione in “Rodolfo”, attualmente sotto processo per mafia nel processo “Decimabis”; Gianfranco Bruno, 45 anni, alias “il primitivo”, di nuovo detenuto da febbraio 2019, che sconta 10 anni e 8 mesi quale mandante di tre tentativi di omicidio del gennaio 2019 ordinati per vendicare l’omicidio del cognato Rodolfo Bruno assassinato il 16 novembre 2018, ed è sotto processo per traffico di droga aggravato da mafiosità e spaccio nel processo “Araneo” con richiesta di condanna a 18 anni.

Condanne e assoluzioni – L’inchiesta Cronos contava 16 imputati a vario titolo di mafia, 2 tentativi di omicidio, droga, armi, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale. I processi si sdoppiarono tra rito abbreviato e ordinario: il computo finale parla di 3 assoluzioni, 1 non luogo a procedere per morte dell’imputato, 9 condanne definitive per droga, armi e tentati omicidi, e la posizione sospesa dei Moretti padre e figlio, Pellegrino e Bruno per il solo reato di mafia. Gianfranco Bruno nel processo Cronos è stato condannato a una decina d’anni, già espiati, per 2 tentativi d’omicidio tra cui quello ad Aprile, armi e droga; Pasquale Moretti è stato invece assolto dall’accusa d’essere il mandante dell’agguato a Aprile.

Processo infinito – I 4 malavitosi furono condannati per mafia dai giudici del Tribunale di Foggia nel 2009, assolti in secondo grado a Bari nel 2011, sentenza annullata dalla Cassazione che ordinò la celebrazione di un nuovo processo d’appello concluso mel 2014 con condanne però annullate dalla Cassazione; seguì un terzo processo d’appello, terminato nel 2018 con 4 assoluzioni, sentenza ancora cassata dalla Suprema corte che rimandò gli atti alla corte d’appello di Bari per celebrare l’ottavo processo; i giudici il 29 aprile 2022 non emisero la sentenza ma si spogliarono dell’inchiesta, ritenendo che il reato di mafia per come emerso dai processi fosse diverso da quello contestato nell’originario capo d’imputazione, rimandando quindi gli atti ai pm.

Imputazione cambiata - L’accusa iniziale era aver fatto parte di un’associazione mafiosa, sul presupposto che tra maggio e settembre 2007 si fosse costituito intorno alle figure carismatiche di Rocco Moretti in quel periodo detenuto, e Pellegrino dopo il tentato omicidio di quest’ultimo, un nuovo e diverso gruppo mafioso rispetto a quello preesistente e con nuovi e diversi ruoli, che cercò con metodi mafiosi e il ricorso alla violenza di rivendicare spazi nel settore estorsioni. I giudici ritennero invece che la conflittualità tra i clan fosse conseguenza delle rivalità preesistenti, per cui il reato era differente da quello contestato dalla Dda. Sono trascorsi 16 mesi dalla decisione dell’aprile 2022 della corte d’appello di Bari di rimettere gli atti all’accusa, facendo tornare l’inchiesta Cronos alla fase delle indagini preliminari.

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