Condanne nel foggiano
Spaccio di cocaina, i fidanzati di Zapponeta patteggiano la pena
Quattro anni al trentenne Giuseppe Croce, tre e mezzo a Desirè Prencipe, di 26. Erano stati arrestati a febbraio
ZAPPONETA - Hanno patteggiato i fidanzati di Zapponeta arrestati ai primi di febbraio per spaccio di cocaina. Il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Foggia Margherita Grippo ha condannato a 4 anni Giuseppe Croce, trentenne; ed a 3 anni e 6 mesi Desire Prencipe di 26 anni, ritenendo congrua la pena concordata tra l’avv. Umberto Bulso e il pm Anna Landi. I due presunti spacciatori furono arrestati dalla Guardia di Finanza su ordinanze del gip che dispose il carcere per l’uomo e i domiciliari per la donna, accusati a vario titolo di 19 cessioni di droga avvenute a Zapponeta tra aprile e giugno 2022.
Secondo l’accusa, la sostanza stupefacente veniva smerciata nel portone o dal balcone dell’abitazione della coppia, dopo rapidi contatti telefonici con i clienti, registrati dagli investigatori e del seguente tenore: «sto a casa, se vieni qua mi dai i soldi e la lancio, faccio prima»; «Giuseppe, sono in piazza» telefonò un acquirente «e mi serve un due: cinque minuti e sono da te».
Le telecamere piazzate dalle Fiamme gialle inquadrarono il cliente raggiungere l’abitazione della coppia, uscirne poco dopo: fu fermato per un controllo e trovato in possesso della dose acquistata per uso personale. Il che non scoraggiò l’acquirente che subito ricontattò i presunti pusher per comprare un’altra dose, informando la Prencipe: «mi ha fermato la Finanza e me l’ha sequestrata; dieci minuti e sono da te, cosa faccio salgo? I finanzieri mi hanno detto: dove l’hai presa?»; lui rispose d’aver comprato la cocaina a Cerignola.
Decisive quindi le intercettazioni telefoniche e ambientali per l’arresto prima e la condanna adesso dei due giovani foggiani. Come quelle del 22 aprile 2022 quando Croce, sospettato di rifornirsi di droga a Cerignola, fu fermato per un controllo mentre in auto rientrava in paese e gli furono sequestrati 9 grammi di cocaina e un grammo di marijuana. Croce parlando con un conoscente e senza sapere della microspia piazzata nella macchina dalle Fiamme gialle gli disse: «Io sono già andato stamattina (a Cerignola a rifornirsi secondo la tesi accusatoria) e ho preso 10 grammi; oggi è l’ultimo giorno, perché lunedì vado a San Severo dove c’è chi mi dà 100 grammi alla volta, vado con 3800 euro a 38 (38 euro per ogni grammo)». Subito dopo il sequestro della droga, Croce telefonò alla compagna per informarla di quanto successo e chiederle – prosegue l’atto di accusa – di contattare un altro fornitore «perché ho già perso 500 euro», con riferimento al costo della cocaina sequestrata.