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Foggia, ai domiciliari l’infermiera trovata con telefonini e droga
L'episodio conferma lo stato di emergenza del penitenziario di viale delle Casermette, il quarto più sovraffollato d'Italia
FOGGIA - Disposti gli arresti domiciliari per l'infermiera in servizio nel carcere di Foggia, trovata in possesso dalla Polizia penitenziaria all'ingresso turno il giorno di Pasquetta di otto tra telefonini e videofonini e 290 grammi di hashish presumibilmente da consegnare a un pregiudicato di San Severo recluso nel penitenziario foggiano. È il quarto tentativo di introdurre stupefacenti e videofonini in carcere, sventato dalla Polizia penitenziaria.
L’episodio conferma il livello di emergenza che vige tuttora nella Casa circondariale di viale delle Casermette. Non bastava il record della più clamorosa evasione di massa della storia d’Italia: 72 in fuga, approfittando della rivolta esplosa la mattina del 9 marzo 2020 che coinvolse 450 dei 570 reclusi presenti quel giorno. Non erano sufficienti le “bacchettate” degli ispettori del ministero di Giustizia che, esaminando le sommosse di marzo 2020 in una ventina di istituti italiani conseguenza della decisione del Governo di sospendere i colloqui dei detenuti con i familiari per limitare i rischi di contagio durante la pandemia Covid, rimarcarono come solo a Foggia ci fosse stata un’evasione di massa e che per tre giorni i reparti detentivi fossero rimasti sotto il controllo dei carcerati, prima dell’intervento di 250 agenti di custodia dei gruppi speciali “Gom” per trasferire 107 reclusi e riprendere il controllo della prigione. E come dimenticare i 5 suicidi in cella nel 2022, come in nessun’altra realtà penitenziaria del Paese. E ancora: il numero di aggressioni di detenuti a poliziotti penitenziari senza pari in regione, come da una statistica di un sindacato di qualche anno fa. L’ennesima maglia nera per la casa circondariale del capoluogo arriva dall’associazione Antigone: con una percentuale del 166.8%, Foggia è il quarto penitenziario italiano col tasso di sovraffollamento più elevato.
Le carceri di Puglia e Lombardia sono in vetta con percentuali del 138.1%. “E’ un problema endemico e non più accettabile” commentano dall’associazione per i diritti e le garanzie dei detenuti “in quanto il sovraffollamento oltre a rendere invivibili gli spazi, toglie opportunità di lavoro, di studio, di svolgere attività, rendendo complesso il lavoro degli operatori con una ricaduta negativa sui detenuti”. In Italia a fine marzo nelle carceri c’erano 56605 detenuti, con un tasso di affollamento medio del 118%. A Foggia, dato ufficiale del Dipartimento amministrazione penitenziaria, al 31 marzo scorso erano rinchiusi 607 detenuti, a fronte di una capienza ottimale di 364 unità: 40 le donne, 89 gli stranieri. Nel carcere di Lucera capienza ottimale 137 detenuti, presenze 153 di cui 58 stranieri; a San Severo dovrebbero essere rinchiusi non più di 61 uomini: al 31 marzo erano 84, di cui 22 stranieri.
Nel carcere di Foggia, il terzo per popolazione carceraria delle 11 strutture pugliesi dopo Lecce e Taranto, per trovare situazioni ottimali bisogna risalire al 2007 quando grazie all’indulto (sconta 3 anni di pena) varato nel maggio 2006 dal Parlamento, la popolazione carceraria scese a 380 unità; e al marzo 2020 quando la sommossa (81 imputati in attesa di giudizio per devastazione e saccheggio, 9 arrestati ed altri 49 a rischio arresto) produsse anche effetti… positivi: tra i 72 detenuti evasi (tutti catturati o costituitisi nell’arco di 4 mesi), e i 107 trasferiti tre giorni dopo, si scese a 430 presenze. Cifre rimaste stabili qualche mese per poi superare quota 500 a dicembre 2020, e vedere ulteriormente crescere il numero di detenuti che a fine anno si era attestato intorno a 600.
La casa circondariale fu inaugurata nel ’78, ampliata negli anni Novanta: si estende su 73860 metri quadri, ha 214 celle in teoria per 2/3 detenuti, ma dove ne vengono rinchiusi sino a 6/7o; 70 docce; 5 sale colloqui, un campo sportivo; 6 aule; laboratori e chiesa. A fronte di 607 detenuti (nel 2013 punte di 780) ci sono 270 poliziotti penitenziari; per i sindacati ne servono altri 60/70, anche per evitare che di sera e di notte un solo agente debba occuparsi di 120 detenuti di più sezioni.