guerra di mala
Foggia, volevano vendicare l’assassinio dello zio: tre arresti della «mobile»
Alessandro Scrocco aveva 31 anni, ucciso da killer ignoti il 17 maggio 2022 mentre rientrava in carcere dove scontava una pena in regime di semilibertà
FOGGIA - Detenuto da 15 anni, meditava di vendicare lo zio ucciso “a costo di farmi altri trent’anni di galera”. Daniele Barbaro, 32 anni, l’unico mafioso della “Società foggiana” affiliato al clan Sinesi/Francavilla quando nei primi anni del nuovo millennio era ancora un minorenne, parlando al telefono con amici e parenti disse di voler vendicare la morte dello zio Alessandro Scrocco, ucciso a 31 anni da killer ignoti la sera del 17 maggio 2022 mentre rientrava in carcere dove scontava in regime di semilibertà una condanna a 15 anni per l’omicidio di un vicino di casa avvenuto il 2 gennaio 2010. Barbaro dal carcere di Saluzzo (Cuneo) avrebbe anche dato disposizioni perché la fidanzata Vincenza Onorati di 30 anni e l’amica Concetta Delli Carri di 29 anni compagna del defunto Scrocco, spostassero un mitra.
I tre giovani sono stati arrestati il 30 marzo dalla squadra mobile su ordinanze del gip Marialuisa Bencivenga chieste dal pm Rosa Pensa che li accusa di detenzione, porto illegale e ricettazione di una pistola-mitraglietta “Skorpion” calibro 7.65 coi numeri di matricola limati, e di una novantina di proiettili calibro 7.65 e 9. Per Barbaro e la Onorati disposto il carcere, la Delli Carri è andata ai domiciliari. L’arma fu sequestrata il 13 giugno 2022 dai poliziotti che arrestarono in flagranza Saverio Curiello. Barbaro era stato scarcerato 48 ore prima, il 28 marzo, dopo 15 anni in cella avendo finito di scontare un cumulo pene: fu arrestato da minorenne il 4 settembre 2008 per possesso di una pistola, e poi condannato per mafia, mentre dopo la revisione del processo chiesta e ottenuta dall’avv. Rosario Marino era stato recentemente assolto dall’accusa di aver preso parte al tentato omicidio del boss Vincenzo Antonio Pellegrino del 5 maggio 2007, agguato fallito perché la pistola del killer si inceppò e che diede il via a una guerra di mafia tra il clan Moretti/Pellegrino e i rivali Sinesi/Francavilla, cui era affiliato Barbaro.
E’ durato quindi solo 48 ore il ritorno alla libertà del giovane foggiano. Peraltro quando i poliziotti l’hanno rintracciato a Trinitapoli, dove si era stabilito dopo la scarcerazione, per notificargli l’ordinanza cautelare per concorso nel possesso del mitra, l’hanno arrestato anche in flagranza avendo trovato nell’appartamento una pistola calibro 7.65 detenuta illegalmente. Interrogato ieri mattina dal gip che gli ha contestato il possesso della pistola, Barbaro, assistito dall’avv. Marino, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nei prossimi giorni sarà sentito come le due coindagate, dal gip che ne ha disposto l’arresto per il mitra.
Nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Alessandro Scrocco, delitto ancora irrisolto, i magistrati disposero di intercettazioni, da cui emergerebbe il coinvolgimento di Barbaro nel possesso della mitraglietta. Il 18 maggio, all’indomani dell’agguato, Barbaro fu registrato mentre dal carcere parlava con un amico sia della morte dello zio sia dell’intenzione di spostare un’arma di cui avrebbe avuto la disponibilità, secondo la tesi accusatoria. In un’altra conversazione con un parente sempre il 18 maggio – prosegue l’accusa - Barbaro manifestò l’intenzione di vendicare la morte dello zio anche a costo “di farmi altri 30 anni di galera”; e diede disposizione all’interlocutore di riferire alla fidanzata Vincenza Onorati di mettersi in contatto con la Delli Carri, che secondo l’accusa custodiva l’arma in una botola a casa. La squadra mobile eseguì alcune perquisizioni, gli indagati si preoccuparono, tant’è che la Delli Carri il 12 giugno – stando alla ricostruzione di poliziotti, pm e gip – avvertì Barbaro che nessuno intendeva nascondere l’arma: le rispose di consegnarla alla Onorati, che a sua volta l’avrebbe dovuta passare a un’altra persona.
Stando alla tesi accusatoria, il giorno successivo, 13 giugno, la Onorati e la Delli Carri si accordarono per spostare l’arma, spostamento di cui Barbaro era a conoscenza, tanto da suggerire di effettuarlo di notte. Sulla scorta di quanto emerso dalle intercettazioni, nella serata la squadra mobile pedinò un terzetto composto da Vincenza Onorati, Concetta Delli Carri e Salvatore Curiello; i tre raggiunsero in auto viale Europa, Curiello scese, si diresse verso i campi circostanti, tornò con un involucro tra le mani. I poliziotti intervennero bloccando l’auto e trovarono la pistola-mitraglietta “Skorpion” e una novantina di proiettili. Curiello venne arrestato in flagranza, le due donne rilasciate. Il giorno successivo la squadra mobile intercettò un colloquio tra Barbaro e la fidanzata Vincenza Onorati che commentarono l’arresto di Curiello. E’ quindi sulla scorta di questi elementi che il gip ha ora disposto l’arresto dei tre giovani foggiani, rimarcando “l’elevata caratura criminale degli indagati, che si evince dalla disponibilità di un’arma da guerra di cui hanno tentato di far sparire le tracce, e dalla più volte manifestata intenzione di vendicare l’agguato a Alessandro Scrocco”.