la sentenza

Foggia, condanne ridotte a 2 ex amministratori Gema: rubarono 22 mln di tributi

Redazione online

Altri 2 sono stati assolti. Si appropriarono dei soldi che avrebbero dovuto versare nelle case di 40 Comuni, delle tre Province Bat, Foggia e Taranto e dell’Acquedotto Pugliese

BARI - La Corte di Appello di Bari ha ridotto le condanne nei confronti di due imputati e ne ha assolti altri due dall’accusa di peculato relativa all’ipotesi che gli amministratori di una società foggiana di riscossione tributi, la Gema Spa, tra il 2006 e il 2012 si siano appropriati di oltre 22 milioni di euro che avrebbero dovuto versare nelle case di 40 Comuni del Foggiano, del Tarantino e del Salento, delle tre Province Bat, Foggia e Taranto e dell’Acquedotto Pugliese.

In particolare i giudici dell’appello hanno rideterminato in 3 anni e 2 mesi di reclusione (dai 5 anni inflitti in primo grado) la condanna nei confronti di Giuseppe Corriero e in 3 anni (da 4 anni e 3 mesi) quella nei confronti di Mirella Alberini. Assolti «perché il fatto non costituisce reato» Vincenzo Laricchia e Giovanni Fanelli, difesi dagli avvocati Angelo Loizzi e Lorenzo Contrada (condannati in primo grado rispettivamente a 4 anni e 3 mesi e a 4 anni e 1 mese di reclusione).

Tutti e quattro gli imputati erano coinvolti nel procedimento nelle loro qualità di ex amministratori della società Gema.

Stando alle imputazioni, la società avrebbe omesso il versamento alle pubbliche amministrazioni truffate di somme che variavano dai 18 euro del Comune di Melissano (Lecce) agli oltre 2 milioni di euro sottratti ai Comuni di Vieste e San Giovanni Rotondo (Foggia), ai 3 milioni del Comune di Foggia e ai quasi 8 milioni di Cerignola. Dalle casse di Aqp avrebbero distratto poco più di 5 mila euro. Dei 44 enti danneggiati dalle condotte degli imputati, 20 - 19 Comuni del Foggiano e la Provincia di Foggia - e Confconsumatori si sono costituiti parti civili ottenendo il risarcimento dei danni. 

«Gema», il crac del secolo
La Finanza sequestra
beni per oltre 17 milioni 

di ERNESTO TARDIVO 
FOGGIA - Piove sul bagnato sulla vicenda Gema. Diluvia su Chicco Tavasci e la sua famiglia. Prima l’arresto per il crac, poi le accuse, quindi - ne abbiamo dato notizia ieri - il suo convolgimento insieme ad altre sei persone (perlopiù familiari, moglie e figlia) a conclusione delle indagini della Procura che ha ipotizzato reati pesanti (peculato, associazione per delinquere, falso in bilancio ed altro) ora il sequestro del patrimonio, i gioielli di famiglia a decretare la fine di una saga e di un’epoca, quella degli Alberini-Tavasci

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